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BachBox di Matthieu Mantanus – Le variazioni elettroniche su back

di Mario D'Errico

BachBox è l’ultimo spettacolo, anzi l’ultima creazione di Matthieu Mantanus, giovane direttore di orchestra di nazionalità belga-svizzera impegnato ormai da anni nella creazione di un’immagine nuova della musica classica.

Questa volta l’idea nasce da una provocazione: nell’era del digitale, cosa potrebbe comporre una intelligenza artificiale se fosse prima stimolata ad ascoltare un brano di Bach e, poi, invitata a reinterpretarlo attingendo immagini e suoni tipici della vita reale del quotidiano?

Ed ancora: possono sposarsi musica classica e musica elettronica?

Proprio da questi concetti nasce la nuova e sfolgorante creatura messa in scena al Base di Milano da 9 al 11 marzo. Lo stesso Matthieu, ad inizio spettacolo, spiega al suo pubblico cosa dovrà aspettarsi da Bachbox. Perché in effetti davanti ad un pianoforte immerso in un box inizialmente bianco non si sa davvero cosa possa accadere.

Ma dopo qualche secondo dall’inizio della musica la fantasia inizia a volare e, grazie alla collaborazione con la visual designer bolognese Sara Caliumi, le immagini accompagnano nel loro gioco di effetti una musica del tutto nuova, capace di reinterpretare i classici brani di Bach, come la Partita in si bemolle, con sonorità metalliche, “rumorose” e all’apparenza inconciliabili. Nasce invece uno stile forte, emozionante ed a tratti struggente per le sensazioni che è capace di suscitare nel pubblico che, stupito ed affascinato, vede ed ascolta lo spettacolo di note e colori.

Prima di Bachbox

C’è da sottolineare che Matthieu Mantanus non è nuovo a provocazioni, ma soprattutto sperimentazioni nel mondo della musica classica. La certezza che la musica classica potesse interessare vaste platee e non solo i “classici” pubblici lo aveva, pochi anni fa, spinto alla creazione della JeansMusic, che permetteva un incontro stretto e casual tra pubblico e artista, vestito non più con gli abiti di rito, ma semplicemente in jeans e camicia. Lui stesso definisce questo passo come l’ingresso di una profonda umanità e modernità sui palchi in cui vengono da sempre eseguite le opere dei più grandi compositori della storia.

Dopo Bachbox

Il cammino verso una reinterpretazione e destrutturazione del concetto arcaico, ma comunque amato da un pubblico ampio, ha vissuto la sua seconda tappa. Ne sorgeranno sicuramente nuove, ma intanto l’invito è di godere di tale caleidoscopio di immagini e suoni per poter vivere anche voi, come lo abbiamo fatto noi solo pochi giorni fa, questo grande show.

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