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Casina Vanvitelliana – vivere una favola settecentesca

by Valentina Papaccioli

Chi, pensando alla Casina Vanvitelliana di Bacoli non ricorda le scene della Fata Turchina e le avventure di Pinocchio?

Ebbene anche io, quando la visitai per la prima volta, ero convinta che la location del film fosse quella. In realtà, la vera casa della Fata Turchina si trova a Villa Gerini a Sesto Fiorentino ed è ormai un rudere situato su un’isoletta nel lago che si trova all’interno del parco della villa. Il regista Luigi Comencini aveva provato a riprodurre la magia di questa casa nel suo sceneggiato televisivo scegliendo per l’ambientazione il lago di Martignano, in provincia di Roma. La casetta della fata è stata costruita per le riprese del film, sia sulle rive del lago di Martignano (quando Pinocchio cerca di fuggire dagli assassini), sia alle saline di Tarquinia (quando Pinocchio ritrova la fata e la porta a casa sua). La casa del lago di Martignano è stata sempre scambiata per la bellissima abitazione settecentesca sul lago Fusaro, nel comune di Bacoli.

Esattamente a partire dal 1752, la zona del Fusaro, scarsamente abitata, divenne la riserva di caccia e pesca della famiglia Borbone che affidò a Luigi Vanvitelli prima e, poi, al figlio Carlo Vanvitelli, le prime opere per la trasformazione del luogo. Fu nel 1782 che Luigi realizzò il Casino Reale di Caccia sul lago.

L’edificio è ormai noto a tutti come Casina Vanvitelliana e nella storia ha ospitato molti personaggi illustri tra cui Wolfgang Amadeus Mozart,  Gioachino Rossini, lo Zar di Russia Nicola I.

casina vanvitelliana bacoliQui, nel mese di novembre, il re Ferdinando IV praticava la caccia alle folaghe, allestendo sul lago delle piccole imbarcazioni, dette “sandoline“,  a formare dei cordoni sulla superficie ed obbligando così gli uccelli a librarsi in volo rendendoli facili bersagli per i cacciatori. Inoltre, il re sfruttava le acque salmastre del lago per un allevamento di ostriche Tarantine.

L’edificio della Casina Vanvitelliana, inizialmente raggiungibile solo tramite barca, ha pianta dodecagonale sviluppato su due livelli contornati da ariose finestre. La struttura, sulla cui facciata è presente lo stemma dei Borboni, era adornata al suo interno da sete di San Leucio, di cui non ci sono più resti; così come per il ciclo di quattro dipinti su tela realizzati dal pittore tedesco Jakob Philipp Hackert che rappresentavano le “Quattro Stagioni”.

casina vanvitelliana bacoli 2Oggi la Real Casina Vanvitelliana, dopo essere stata chiusa al pubblico per un lungo periodo, è raggiungibile tramite un ponticello ligneo costruito nel 1923 ed è visitabile nei fine settimana, guidati dai volontari della Protezione Civile Falco di Bacoli, ad un costo di 3 €. E’ una buona iniziativa, questa, per coinvolgere turisti e curiosi su una delle tante attrazioni più particolari e significative dell’area Flegrea.

Vi invito sinceramente a fare visita a questo posto molto suggestivo, soprattutto nel tardo pomeriggio, quando, a parer mio, si può godere della luce migliore: nitida ma un po’ più soffusa del pieno giorno, per carpire il senso di tranquillità che deriva da questo posto. Inoltre, se decidete di non fermarvi alla sponda del lago solo per scattarvi un selfie con la casina di sfondo ed approfitterete per fare la brevissima visita oltre il ponte, vi consiglio di sedervi su una delle panchine presenti lungo il marciapiede tutt’attorno la casina vanvitelliana: attimi di pace e tranquillità cullati dal suono dell’acqua che lenta si infrange sul marciapiede… come in una favola!

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