Home AuthorCinzia Cicatelli Chi ha fatto il turno di notte – Izet Sarajlić. La passione civile si fa poesia

Chi ha fatto il turno di notte – Izet Sarajlić. La passione civile si fa poesia

di Cinzia Cicatelli

Siamo a Sarajevo. Durante l’assedio più lungo della storia bellica moderna «chi ha fatto il turno di notte per impedire l’arresto del cuore del mondo? Noi, i poeti» così scrive Izet Sarajlić in una delle sue lettere indirizzate ad Erri De Luca, raccontando come i cittadini della capitale bosniaca sgattaiolassero dalle loro case nelle più buie ore notturne, sfidando la morte, per ascoltare i versi declamati dai poeti in luoghi cupi e angusti.

In Chi ha fatto il turno di notte – raccolta di versi sparsi che  ripercorre 50 anni di intensa produzione poetica, dalla seconda metà del 900 alle soglie del nuovo millennio – la passione civile si fa poesia e i poeti diventano una fiamma inestinguibile contro il buio della guerra e dell’oblio perché in una guerra «solo i versi sono capaci di correggere a forza di sillabe miracolose il tempo sincopato dei singhiozzi, il ragtime delle granate, l’occhio di un mirino addosso».

Sarajlić – che ha amato e sofferto in patria, senza mai abbandonarla, rinunciando alla più vantaggiosa e facile via dell’esilio – raccoglie e conserva gelosamente ogni singolo tassello della sua nazione martoriata nel tentativo di una eroica resistenza alla distruzione e, come un paziente restauratore, riporta alla luce gli splendori di una Sarajevo devastata, ricostruendone il vivace volto pre-bellico.

Il cimitero, le case, i tram, le vie, le fontane che costellano i suoi componimenti non sono elementi casuali di una mappatura nostalgica della città, ma piccoli e preziosi pezzi da incastonare nel grande puzzle della memoria collettiva, per ordinare le macerie dopo lo sgretolamento dell’unità plurinazionale e multiculturale jugoslave.

Lo scrittore bosniaco imprime una dolce malinconia in ogni singolo verso. Il tempo scandito dalle singole parole è quello di un interminabile singhiozzo, una ferita dell’anima da cui sgorgano lacrime e sillabe in fila, dando voce perfino ai silenzi tra una strofa e l’altra: è il gemito sommesso di un uomo innamorato. Leitmotiv delle 50 poesie di Chi ha fatto il turno di notte è, infatti, l’amore. Amore inteso non come passione carnale o attaccamento viscerale, ma come fedeltà eterna ed irrinunciabile: il cuore del poeta batte solo per un’unica città e per un’unica donna, che rappresentano il nucleo fisso della sua vita reale e poetica, tanto che passione civile e amorosa sembrano confondersi sullo sfondo dei ricordi.

chi ha fatto il turno di notte

Sarajevo, quindi, non è una città, ma è la città, la sua città «dove tuttavia anche la pioggia quando cade non è solo pioggia» e la sua donna è la donna, a cui Sarjlić continua a parlare nei loro tristi ‘incontri d’amore’ al cimitero del Leone, sussurrandole accanto alla nuda e muta lapide:

Tante donne/ e nessuna tu.// A Sarajevo duecentomila donne/ e nessuna tu.// In Europa duecento milioni di donne/ e nessuna tu.// Nel mondo due miliardi di donne/ e nessuna tu!

Sarajlić si distingue per la sua inesauribile e disarmante quotidianità, scevra di risentimento e recriminazione, ma intrisa di rimpianto e determinazione, tipici di chi si sente in dovere di rimettere insieme i cocci della memoria storica e dell’identità culturale della propria terra.

Una poesia universale e senza difese che trasuda amore, trasuda storia, trasuda straziante e meravigliosa vita e che sconfigge con la dolcezza la brutalità del suo tempo.

Poesie che riscaldano il cuore e l’anima nei freddi giorni di questo inverno che sta arrivando e, in generale, gli inverni delle nostre vite.

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