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DAREDEVIL – End of Days

di Angelo Capasso

L’ha fatto, alla fine Brian Michael Bendis l’ha fatto! Ha narrato gli ultimi giorni di Daredevil, portando su carta quanto sempre sostenuto: secondo lo scrittore di Cleveland, l’unico esito plausibile nel conflitto tra Devil e la sua nemesi Kingpin poteva essere solo la morte di uno dei due per mano dell’altro. Ciò che il lettore non si aspetta è che la mano che commette quell’efferato omicidio sia quella dell’eroe. Così, pur vincendo lo scontro con il suo storico avversario in maniera perentoria e definitiva, la sua guerra al crimine in realtà è persa perché in fondo un altro reato è stato commesso, il limite è stato travalicato, è stato trasgredito quel codice che lo definiva un eroe.

Sia chiaro, questo non è il finale della storia, bensì soltanto il punto di partenza di un giallo in otto parti che indaga gli ultimi giorni di Devil (italianizzazione del nome originale Daredevil), il supereroe cieco che combatte il crimine nel quartiere newyorkese di Hell’s Kitchen. “Perché leggere l’ultima storia di un personaggio di cui non ho letto niente?” potrebbe essere a perplessità di lettori sporadici o per niente avvezzi ai comics Marvel ad avvicinarsi a questo polittico. Ma per loro saranno sufficienti le parole dello stesso sceneggiatore, che, nel primo numero della miniserie, presenta al lettore la vita dell’uomo senza paura attraverso l’incipit di un articolo, che è anche il motore della vicenda.

Quando Matt Murdock aveva dieci anni, rimase cieco. Si gettò davanti a un camion fuori controllo per salvare la vita a un vecchio. Matt fu colpito al volto dalle scorie nucleari che il camion trasportava illegalmente attraverso la città. Quello stesso incidente dotò Matt di superpoteri. Tatto, udito, gusto e olfatto acuiti a livello sovraumano, tutti insieme gli conferirono anche una sorta di radar. O, come lo stesso Matt disse una volta, l’incidente gli aprì la mente per realizzare quello di cui gli uomini sono capaci ma che non si impegnano a fare. Mentre Matt imparava serenamente a venire a patti con questo grande cambiamento della sua giovane vita, suo padre, un peso leggero, aspirante campione di nome Battlin’ Jack Murdock, fu manipolato e alla fine ucciso dal crimine organizzato per non aver truccato un incontro. Matt convogliò tutta la sua frustrazione, confusione collera e rabbia per concentrarla su due obiettivi: la legge e la giustizia. Nonostante l’autocommiserazione e le scuse in cui avrebbe potuto consumarsi, Matt fece tutto il contrario. LOTTO’. Per quelli che non potevano lottare da soli. LOTTO’. Contro ogni cosa o persona che volesse depredare la gente di questa città

Ma qual è il prezzo di questa lotta? E dove può portarlo? Quanto può durare la contraddizione di uomo che è un è un avvocato idealista incline a perseguire la giustizia attraverso la legge, ma anche ad indossare i panni di un funambolico vigilante quando poi essa fallisce? Sono molte le grandi firme che hanno affrontato questa tematica: Ann Nocenti, lo stesso Bendis, ma soprattutto Frank Miller. Negli anni ottanta, in un ciclo che ha segnato Devil e tutti gli autori a seguire, e che trova il suo zenit nella saga Born Again, Miller dapprima ridefinì l’universo narrativo in cui questi si muoveva (rendendolo più maturo, tingendone le atmosfere di tinte noir e metropolitane, introducendo il suo retaggio di guerriero ninja e il personaggio di Elektra, inasprendo il suo conflitto con il boss della malavita Kingpin e il suo sicario Bullseye), poi lo decostruì raccontando la storia di un eroe spezzato, quasi al limite. Daredevil – End of Days è la sua estrema conseguenza: il limite è oltrepassato e non c’è per lui possibilità di ritorno.  

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La storia si svolge in un futuro prossimo dove la carta stampata è ormai morta, i supereroi più che icone sono ormai dei loghi onnipresenti ma ben poco salvifici, e anche Devil è defunto: ucciso pubblicamente durante uno scontro di una violenza inaudita, il suo cranio è stato trafitto dal killer Bullseye in una disturbante doppia splash page. Contrariamente a quello che ci si aspetterebbe, protagonista di questo noir supereroistico non è dunque un guerriero in costume e calzamaglia, ma Ben Urich, premio Pulitzer e reporter di cronaca del fallito quotidiano Daily Bugle. Scosso dai filmati dell’omicidio che i media ripropongono in loop, decide di scrivere un pezzo sul suo amico Devil, per comprendere le ragioni che l’avevano fatto tornare a indossare la maschera di diavolo. Dopo l’omicidio di Kingpin, infatti, Matt si era dato alla macchia senza lasciar traccia, tornando infine per un fatidico ultimo combattimento con Bullseye. Il cronista è intenzionato a colmare quel vuoto temporale, ma soprattutto capire il senso della sua ultima parola: Mapone.

DDEOD2012003_var-662x1024 MAPONE sarà il leitmotiv di questa indagine, nonché  la chiave di volta su cui è costruito l’impianto narrativo, esplicitamente ispirato al famoso film Citizen Kane (che racconta il tentativo di ricostruire, con una indagine per un cinegiornale, la vita di un magnate dell’editoria che in punto di morte prununcia l’enigmatica parola rosebud). Ma state ben sicuri che mapone non  è una slitta! Il giallo si dipana tra noti criminali che Devil aveva osteggiato e vecchi amori, mentre sui grattacieli di New York fa capolino un nuovo Diavolo Custode, palesemente alle prime armi. Su tutti i personaggi spicca la figura di un invecchiato Punitore: l’antieroe per eccellenza era assetato, come Devil, di giustizia, ma non si era mai posto il limite dell’omicidio. Come dice lo stesso Urich, se Devil si limitava ad essere giudice e giuria, per il Punitore non era un problema fare anche il boia. Era questo il paletto che Devil (come tanti eroi mascherati) non aveva osato rimuovere. Per questo la caduta di Devil è innanzitutto morale e la morte per mano del killer una sorta di espiazione. A pochi giorni dalla sua dipartita, seguirà però l’inaspettato suicidio del suo assassino e a Urich, come al lettore, balena il sospetto che sia stata quasi una mossa prevista e voluta da Devil. Che ci sia un collegamento con Mapone? Visto che la parola compare sul muro della scena del crimine di Bullseye, il sospetto pare fondato.

In solo 8 numeri Bendis e Mack mettono tanta carne a cuocere e non è detto che diano esplicitamente tutte le risposte. Eppure quando si arriva all’ultima pagina, la trama avrà raggiunto un climax emozionale che vi appagherà emotivamente anzichè cognitivamente. Tra gli interstizi delle domande che Urich si pone, c’è una sottotrama che parla di redenzione e di eredità, ma il cui senso traspare solo verso il finale. Perchè per quanto spinto da una giusta causa, l’errore di Devil è sempre stato combattere la criminilità perpetuando un circuito di violenza senza uscita, una violenza che poteva portare solo altra violenza e che ha distrutto le vite di tutte le pedine in gioco sulla scacchiera della sua guerra alla malavita. Oltre ad un giallo, questa è anche la storia di un circolo vizioso che ambisce alla nascita di un circolo virtuoso: non è detto che ci riesca, ma lascia aperto uno spiraglio di speranza.

Tra tutti i supereroi con i superproblemi, Devil è quello più umano, perchè è anche quello più complesso. E’ cieco, ma ci vede meglio di chiunque altro; è un avvocato difensore della legge, ma la trasgredisce nel momento in cui dispensa giustizia nei panni di un vigilante; è molto cattolico, ma poi sceglie di travestirsi da diavolo per la sua missione. Più dei suoi superpoteri e delle sue avventure, a contraddistinguerlo sono le sua fragilità e soprattutto la sua contraddittorietà. Forse non è un caso che la sua ultima storia, proprio come il suo protagonista, è un dedalo di contraddizioni in cui amerete perdervi.

cover


DEVIL – Gli Ultimi Giorni
#1\4
[Marvel Universe 16\19]
Titolo Originale: Daredevil: End of Days #1\8
Storia e Testi: Brian Michael Bendis & David Mack
Matite: Klaus Janson
Chine: Bill Sienkiewicz
Colori: Matt Hollingsworth
Copertine: Alex Maleev
Dipinti: David Mack & Bill Sienkiewicz
Lettering: Fabio Amelia
Traduzione: Fiorenzo Delle Rupi
17×26, Br., col. Marvel Italia – Panini Comics

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