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The Space in between – Arte e vita nel docu-film su Marina Abramović

di Roberta Danisi

Per il ciclo La Grande Arte Nexo Digital e I Wonder Pictures, in collaborazione con Unipol Biografilm Collection, portano al cinema l’artista contemporanea Marina Abramovic. Il docu-film The space in betweenMarina Abramović and Brazil di Marco Del Fiol racconta un intenso viaggio spirituale alla ricerca di ispirazione.

Durante il suo itinerario, Marina Abramović incontra comunità religiose di vario genere. Il suo intento è esplorare e comprendere la potenza e l’importanza della spiritualità nella vita dell’uomo.

Lo spettatore, avvolto nel buio della sala cinematografica e colpito dalla bellezza delle immagini, non può fare a meno di essere trasportato in una dimensione parallela. La sensazione suscitata dal film è viaggiare insieme all’artista alla scoperta di un mondo affascinante e sconosciuto.

La Abramović sceglie di affrontare questo percorso spirituale in un periodo di grave crisi emotiva ed esistenziale. Ha appena perso il grande amore della sua vita: suo marito l’ha lasciata per un’altra donna, spezzandole il cuore. Grazie al suo pellegrinaggio, l’artista spera di riuscire a lasciarsi alle spalle il fardello di questa sofferenza e proseguire la sua vita, definitivamente libera dal dolore.

marina abramovicIl desiderio della Abramović è compiere quest’intenso viaggio all’interno delle proprie emozioni accompagnata dal suo pubblico. Sin dai primi minuti, l’empatia con l’artista e con la sua condizione emotiva è totale. Le storie delle persone rappresentate sullo schermo sono toccanti e coinvolgenti, consentono di creare un legame diretto con lo spettatore.

A volte le immagini sono cruente e difficili da sopportare, vengono rappresentate operazioni chirurgiche o scene di nudo senza alcun tipo di censura. Tuttavia, la sensazione che traspare da ogni singolo fotogramma è l’assoluta verità e realtà di ciò che viene rappresentato.

Durante il suo viaggio, Marina Abramovic mette alla prova se stessa in modi inaspettati ed estremi. Si mette a nudo, lascia trasparire i suoi sentimenti più remoti e complessi da spiegare.

Mentre il dolore fisico può essere controllato, la sofferenza emotiva terrorizza e blocca ognuno di noi: è da quest’ultima che dobbiamo cercare di liberarci.

marina abramovicIl messaggio più toccante trasmesso dal film è che la felicità è qualcosa di puramente interiore, che dobbiamo desiderare con tutto il cuore. Esiste una parte remota di noi che non conosciamo completamente, con la quale è necessario instaurare un contatto profondo.

Dalla dimensione esistenziale, la riflessione dell’artista si sposta sul rapporto tra pubblico e arte. Le città hanno bisogno dell’arte. L’uomo ha bisogno dell’arte per fuggire dalla quotidianità, dallo stress e dal caos dell’esistenza.

Marina Abramović, tramite la sua produzione artistica, tenta di creare esperienze totali e di consentire all’uomo di mettersi alla prova, sperimentando un rapporto profondo ed inedito con sè stesso. Gli elementi naturali sono essenziali, devono essere trasportati nelle città tramite l’arte in quanto sono in grado di ricondurci ad una dimensione primordiale di unione con noi stessi.marina abramovic

È l’artista stessa a compiere queste esperienze travolgenti: solo sperimentandole in prima persona riesce a riprodurle per il suo pubblico, che lei considera uno specchio della sua anima.

Il docu-film sarà nelle sale il 3, 4 e 5 Ottobre. Il mio consiglio è di non perderlo, di non perdere un’occasione unica di riflessione sul ruolo dell’arte e della spiritualità nelle nostre vite, ma soprattutto su noi stessi.

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