Home AuthorAngelo Capasso Ecomics VS fumetti – Ne resterà soltanto uno?

Ecomics VS fumetti – Ne resterà soltanto uno?

di Angelo Capasso

In questi giorni sul web è rimbalzata la notizia della chiusura dello store Panini Digits che, da un anno circa, vendeva gli ecomics di una (ristretta) fetta del suo catalogo. Per chi non lo sapesse, la Panini non si occupa solo di album e figurine, ma è una delle principali major nel mercato europeo del fumetto. Rispetto ad altre realtà editoriali italiane, di nostrano produce poco, ma compensa importando e traducendo tantissimo (dai manga alle bande dessinées, dalla recente acquisizione dei diritti Disney al mainstream supereroico targato Marvel). Eppure proprio i fumetti dei supereroi con super-problemi mancavano all’appello sullo store (non si capisce bene se per questione di diritti o di scelte editoriali), e anche questo potrebbe aver influito sullo scarso interesse di pubblico per il prodotto.  

ipad_comicsL’abbandono del mercato digitale da parte di un colosso come la Panini, sembra, se non riaprire (visto che non si è mai chiuso), quantomeno dare nuova linfa ad una tra le discussioni più scottanti del mondo editoriale: cartaceo o digitale? Il successo del secondo decreterà la scomparsa del primo? O è soltanto un fenomeno di passaggio? Con l’avvento dei tablet la diatriba si è ampliata, rasentando quasi il conflitto ideologico. Perché se prima leggere dal monitor dei propri pc era davvero scomodo e stancante, e un reale pericolo per la carta stampata non sussisteva, adesso che i vari i-pad, kindle, kobo sembrano aver ovviato il problema rendendo il rito della lettura una sensazione molto più piacevole e appagante, la questione sembra essere diventata più concreta. Eppure sono ancora in tanti che lamentano l’incapacità del digitale di restituire un’esperienza analoga alla carta, a partire dall’impossibilità di riprodurre le sue proprietà tattili ed estetiche. Per non parlare dei puristi che deplorano la mancanza di odore della carta stampata, dell’inchiostro fresco, della colla.

Mi sono sempre chiesto se polemiche simili avessero accompagnato il passaggio dai 33 giri ai cd, se ci fossero state persone che rimpiangevano l’odore del vinile o i graffi sul lato B. Ai tempi della transizione dalla videocassetta al dvd c’ero, l’ho vissuto sulla mia pelle e in effetti il paragone non sussisteva: a furia di rivederle, le mie vecchie videocassette di Ritorno al Futuro erano danneggiatissime e non erano più le casse del televisore, ma la mia memoria, a riprodurre i dialoghi di Doc e Martin. In effetti il nuovo supporto digitale migliorava il prodotto audiovisivo in qualità di nitidezza del sonoro e dell’immagine, senza modificarlo nella sua sostanza: l’esperienza rimaneva la stessa.

Ma si può fare lo stesso discorso per i libri? E per il fumetto? Certo oggi è possibile disporre di applicazioni comic-book reader (come Comic Glass e Comic Zeal), che oltre ad archiviare gli ecomics come in una libreria, simulano la lettura di fumetti digitali fino a sfogliare la pagina, permettono l’ingrandimento delle tavole e del senso di lettura (manga o occidentale). Inoltre – senza contare le scansioni pirata – anche il catalogo online dei fumetti si sta ampliando: dall’esordio di Comixology – pioniere nel settore – molte case editrici, anche italiane, si sono approcciate alla realtà virtuale con la digitalizzazione delle loro opere ed è possibile comprare Diabolik e Corto Maltese a prezzi appetibili (per un approfondimento sui fumetti acquistabili in rete rimando a due ottimi articoli de Lo spazio bianco, qui e qui). Ma per quanto i supporti e i software stiano migliorando, tuttora per molti l’esperienza della lettura – soprattutto quella dei fumetti, che oltre a testi hanno immagini – sembra percepita in maniera differente.

_Mattotti-trailer.jpeIl punto è forse questo: se un film è una sequenza di immagini che possano rendere l’illusione ottica del movimento, indipendente dal supporto che lo proietta, un libro cos’è? L’oggetto fatto di pagine e rilegatura o il racconto (o il saggio o la raccolta di poesia) in esso contenuto? E il fumetto è l’arte sequenziale o i brossurati e gli spillati che la contengono? Un distinguo tra supporto e prodotto, tra il medium che veicola e il linguaggio artistico è doveroso. Io non ci avevo riflettuto fino a quando non ho avuto modo di leggere l’e-comic di Jekill e Hyde, firmato da Jerry Kramsky e Lorenzo Mattotti (tra l’altro scaricabile gratuitamente). Contrariamente ad altri fumetti che sono la mera riproduzione in pixel di un fumetto di carta, questo prodotto cerca di sfruttare le potenzialità della multimedialità: musica di sottofondo, i commenti video dell’autore, la possibilità di fare un confronto con il testo originale di Stevenson, la lettura teatrale. Non è fumetto, ma qualcosa che parte dal fumetto per andare oltre.

3-Madefire-Severing-the-Curse-pg-1-page-turnStesso discorso per i Motion Book realizzati da Madefire: ritenendo di potere andare oltre la staticità di una pagina, sfruttando il potenziale della interattività, sono arrivati a rompere la gabbia della tavola a fumetti, permettendo al lettore di muoversi tra le vignette, di cambiare punto di vista o di ascoltare le onomatopee: unisce le proprietà della narrativa disegnata ibridandola con le caratteristiche multimediali della tecnologia attuale. Non è però necessario fare  appello a ecomics che utilizzano la multimedialità e quindi trascendono il semplice disegno per sfruttare a pieno il mezzo, perchè basterebbe citare l’intuizione geniale di Verticalismi.it, un vero e proprio laboratorio\magazine di fumetti virtuale in cui  le storie sono sviluppate verticalmente per assecondare lo scorrimento dall’alto verso il basso delle pagine internet: sono fumetti concepiti per l’esclusiva fruizione on-line, senza click e pop-up, che si “sfogliano” attraverso lo scroll mouse o il touch.

Ecco che gli ecomics quindi cominciano ad emanciparsi dal fumetto classico e, sfruttando le proprietà sonore, tattili e cinetiche dei supporto, stanno trovando una loro strada che offre un nuovo modo di concepire l’arte sequenziale. Non più solo il buco nero che porterà al tramonto dell’editoria, un rimpiazzo ecologista della carta per la salvaguardia degli alberi, un canale di accesso dai prezzi abbordabili o uno strumento per archiviare opere del passato di difficile reperibilità, ma un nuovo modo di raccontare, un nuovo linguaggio, che non si sovrappone ma si affianca a quello del fumetto. Che poi possa piacere o meno, questo spetterà, oltre al gusto personale, soprattutto alle storie che gli autori racconteranno, e a come le racconteranno.

E mentre in questa fase di transizione dell’editoria, in cui gli ecomics e fumetti cercano la loro strada e confondono i loro spazi, ci saranno sempre gli amarcord e i puristi a dire la loro. Quelli per cui il passato è sempre d’oro, anche quando era forse solo laccato, e quelli per cui ogni innovazione è sinonimo di progresso per il semplice fatto che è nuovo e non perché sia davvero un passo in avanti. Io intanto mi godo la transizione e le sperimentazioni che ne conseguono, consapevole che, per quanto aperto al nuovo, il mio feticismo da carta difficilmente mi abbandonerà. Forse un giorno ci saranno tablet sottili come fogli, che fonderanno i due tipi di esperienza. Ma se questo giorno dovesse arrivare, cosa arrederà le mie pareti di casa?

comics-comixology

You may also like