Home AuthorCinzia Cicatelli Fame Mia – Quasi una biografia… di Amélie Nothomb
Fame mia - Quasi una biografia

Fame Mia – Quasi una biografia… di Amélie Nothomb

di Cinzia Cicatelli

Quando ho letto dello spettacolo di Fame Mia – Quasi una biografia, ispirato al romanzo di Amélie Nothomb “Biografia della fame”, mi sono detta: che scelta coraggiosa!

Perché? Perché Amélie Nothomb è una di quelle raffinate scrittrici la cui peculiarità è COME scrive ancor più di QUELLO che scrive, soprattutto se ci riferiamo ai suoi testi più strettamente autobiografici. Un’ (auto)ironia guizzante e tagliente è il suo tratto distintivo, unito ad una personalissima e sofisticata introspezione su temi che riguardano la vita, la morte, la crescita… e in questo caso specifico: la fame. Una fame che non è intesa come stimolo fisiologico, ma fame di vivere, di emozionarsi, di amare e sentirsi amati.

Ero molto curiosa di sapere come sarebbe stata rappresentata in scena quest’opera e se un’attrice sarebbe stata in grado di reggere da sola  l’intensa quanto amara ironia del romanzo con un lungo monologo. E Annagaia Marchioro ci è riuscita egregiamente.

“Fame mia” è la storia di una donna che aveva fame, così tanta fame, da smettere di mangiare. Uno spettacolo incredibilmente comico e poetico che parla di cioccolato e di desideri, di cibo e di ossessioni, di accettazione e di denutrizioni. È liberamente tratto da un romanzo di Amélie Nothomb, da cui ruba i momenti più alti e la crudele ironia, sfocandone i contorni fino a farlo aderire a un’altra storia, quella dell’autrice attrice che la interpreta.  Un percorso di formazione, dall’infanzia all’età adulta alla ricerca di sé, una strada piena di curve e di salite ma anche di prati su cui riposare.

Sotto la regia di Serena Sinigaglia per AGIDI produzione, in Fame Mia – Quasi una biografia  Annagaia Marchioro ci ha fatto toccare incredibili picchi di ilarità, soprattutto nella prima parte del monologo, dedicato ai problemi  di sovrappeso della protagonista durante la sua infanzia.  Molto divertenti anche le battute ricche di luoghi comuni “regionali” e in particolare sui veneti (senza dimenticare pugliesi e napoletani), senza mai cadere in fastidiosi cliché.

Totalmente diversa la seconda parte, invece: la leggerezza dei primi minuti lascia spazio al più greve problema dell’anoressia. Un tema molto delicato ma raccontato quasi “dissacrandolo”, annientandone l’aura di indistruttibilità a colpi di quella ironia agrodolce che contraddistingue la Nothomb e che la Marchioro ha saputo elegantemente calibrare.

Freddure irresistibili, una mimica corporea davvero eccezionale, un innesto nel tessuto italiano perfettamente riuscito: non mi sorprende che lo spettacolo abbia vinto il premio “l’Alba che verrà” nel  2016  e il premio “giovani realtà del teatro” nel 2015 Accademia d’Arte Drammatica Nico Pepe di Udine.

Fame mia - Quasi una biografia recensione

Fame Mia – Quasi una biografia è uno spettacolo assolutamente godibile, che rende omaggio ad una delle più grandi scrittrici contemporanee attraverso una riscrittura intelligente che ne rispetta lo spirito originale.

Per trascorrere una serata con il sorriso stampato sul volto, ma la mente aperta e acuta.

Fame Mia – Quasi una biografia

Teatro Leonardo – Milano
da martedì a sabato ore 20:30 – domenica ore16:30
Durata: 1 ora e 15 minuti
Biglietti: Intero 24€ – Under26 e convenzioni 16€ – Over65 12€ – Under12 10€
Abbonamento: 6 MTMcon TE – UNIconTE – MTMdono

 

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