Home SportCalcio Infiltrati al Franchi. Diario di una trasferta in incognito su Camp Now

Infiltrati al Franchi. Diario di una trasferta in incognito su Camp Now

di Mario D'Errico

Di certo tutti avranno parlato dei 3 punti “rubati” dal Napoli a Firenze, del rigore non dato ai viola, del magnifico goal di Callejon e del fantastico assist di Higuain.

Noi di Camp Now, però, quella partita l’abbiamo vissuta da infiltrati azzurri tra le fila viola e quindi proviamo a darvi una visione diversa dell’incontro.

C’è da ammettere che la nostra era una postazione privilegiata essendo in tribuna, ma possiamo ugualmente raccontarvi le emozioni vissute al Franchi.

camp nowI tifosi azzurri affollavano il settore ospiti già due ore prima del match, quando tutto il resto dello stadio era completamente deserto. A Firenze si arriva allo stadio tranquillamente una mezz’oretta prima del fischio d’inizio. Niente a che vedere col San Paolo.

Un’altra grossa differenza con lo stadio napoletano è la capienza: il Franchi è davvero molto piccolo. Questo, però,  permette un’ottima visione della partita da quasi tutte le postazioni. In tribuna, inoltre, il contatto con i giocatori è totale. Le panchine sono a pochi centimetri dai tifosi. Le squadre scambiano sguardi, saluti e qualche parolina con i fortunati delle prime file.

Il momento più emozionante è stato certamente l’ingresso in campo delle squadre. Uno stadio intero canta, emozionato, l’inno della Fiorentina.

Inizia la partita e, come per magia, lo spicchio di tifosi azzurri inizia a farsi sentire ed a surclassare in volume l’intero stadio fiorentino. In risposta ai soliti cori “Vesuvio lavali col fuoco” si sente con orgoglio “Voi non siete napoletani.  La Fiesole, curva storicamente molto calda, non impiega però troppo ad aumentare i decibel dei cori. L’atmosfera è davvero piacevole.

camp nowCinzia, altra redattrice di CulT, per essere irriconoscibile, ha anche indossato un intero completo viola. Al primo goal del Napoli, però, la nostra copertura è subito saltata. Istintivamente siamo entrambi saltati come molle impazzite ad esultare. In realtà dalla nostra prospettiva il cross di Higuain era parso un tiro tanto sballato da farmi esclamare: “ma questo che ha fatto?”. Dopo pochi secondi, però, esclamavo: “che campione  Gonzalo!”. 

La partita vive più volte momenti di tensione, soprattutto per le decisioni del direttore di gara che sembra non accontentare nessuna delle due squadre. La convivenza delle due anime, viola ed azzurra, anche in tribuna, vive momenti difficili. A fine gara, infatti, decidiamo di “scappare” per evitare di incrociare le frange più calde del tifo di casa.

La Fiorentina domina il secondo tempo, ma seppur per circa venti minuti in superiorità numerica, non riesce a ribaltare il risultato di 1-2.

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Il Napoli vince, ma la cosa che ci va di sottolineare è che, dopo un inizio così piacevole, a pochi minuti dalla fine del match abbiamo dovuto più volte ascoltare questo messaggio: “Tifosi del Napoli, per la vostra incolumità vi consigliamo di non abbandonare il settore ospiti prima del permesso da parte delle autorità giudiziarie”.

Triste, molto triste dover temere, per una partita di calcio, per la propria incolumità!

Il calcio non è questo. La cultura dello sport va oltre le differenze di colore di maglia.

Alla prossima settimana con Camp Now, Mes Que Un CulT!

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