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The inter-reviewed Interstellar

by i-Cult

Interstellar è l’ultimo film di Christopher Nolan, regista di culto che viene apprezzato soprattutto per le trame originali e la capacità di coniugare il kolossal hollywoodiano con un taglio autoriale. Per l’attesa occasione, i culturisti  sono andati a vedere il film insieme insieme ad un gruppetto di amici cinefili e a fine proiezione, tra sigarette, tic tac e pioggia d’autunno, si sono addentrati in un’animata discussione ai limiti della dissertazione filosofica. Ecco perchè questa volta, invece di una classica critica, vi proponiamo una recensione a 14 mani con i commenti a caldo dello spettatore.

Vien voglia di restituire il favore a Nolan, mandandogli il film alla deriva nello spazio profondo.

Sebastiano Tabuso

Il futuro apocalittico della fine del mondo sarebbe stata anche una buona cornice per affrontare i tanto sognati viaggi interplanetari. Le teorie scientifiche (per le mie conoscenze da spettatrice di focus) mi sembrano ben utilizzate. Buona regia, belle inquadrature, totalmente assente la finezza introspettiva tipica di Nolan che ho potuto apprezzare in The Prestige, Inception o il Cavaliere Oscuro. 162 minuti per dire che l’amore è la forza più potente che possa esserci: un polpettone di retorica interstellare!

Elisabetta Cristofaro

Alzi la mano chi non si è perso nelle disquisizioni spazio-temporali. E se fosse proprio questo senso di ignoto a renderlo così unico? Un mix di ansia e piacere che solo un album dei Pink Floyd riesce a dare.

Davide Bova

Il tempo, lo spazio e persino gli affetti divengono relativi. È un film in cui l’umana figura del padre viene soggiogata da quella disumana e, forse, egoista dell’esploratore interstellare. Un rapporto padre-figlia che scandirà i tempi di una pellicola capace di destrutturare il Mondo comune con un ritmo rapido e mai noioso. Anche per lo spettatore le ore scorrono veloci, come lancette di orologio attratte nella loro rotazione da una grande e travolgente forza interspaziale.

Mario D’Errico

Nonostante i buoni presupposti “fisici”, Nolan non supera il buco nero.

Imma Altruda

Ha senso la metafora di un’umanità di guardiani di un passato camuffato da presente alla prese con un futuro che non c’è, l’allegoria di una società che confonde sviluppo con crescita e rinuncia a verità storica e ricerca scientifica perseguendo ciecamente una produzione smodata che forza una terra ai limiti delle sue risorse e stremata oltremisura. E’ giusto il messaggio per il quale l’istinto di sopravvivenza funziona solo se perpetuato in quanto specie, se a salvarsi è la collettività e non i singoli, se l’eredità di un padre va oltre la mera trasmissione genetica. Ma non è sufficiente avere bene in mente dove arrivare, se poi non ci si cura del come. La regia sontuosa e la complessità del techno-bubble non bastano a riempire i buchi (neri) di una trama noiosa anche nei rari momenti in cui non è prevedibile. Così come il cast di stelle poco ispirate non riesce a bilanciare l’abulica caratterizzazione di personaggi amorfi. Alla fine, l’unico verso il quale si riesce a provare un briciolo di empatia è lo strambo robottino programmato per dosare ironia, sincerità e discrezione. Più che un epico viaggio nei meandri delle galassie, Interstellar è una pretenziosa discesa nel VUOTO siderale.

Angelo Capasso

Non mi ha emozionato
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Cinzia Cicatelli

E a voi è piaciuto?

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