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ITAlenti. NEWBIE NERDZ, producers

di i-Cult

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Nome: Alex Vovel e Dario Frenda

Età: rispettivamente 27 e 21

Paese d’origine: rispettivamente Napoli e Pesaro

Perché avete scelto Newbie Nerdz come nome per il vostro duo?

E’ un paradosso fondamentalmente perché Newbie è colui che è nuovo a fare qualcosa, inesperto, che ha voglia di imparare. E’ un gergo tipico dei video games. Non a caso è associato con il concetto di Nerd, che oggi non richiede spiegazioni, che è invece qualcuno molto esperto nei suoi campi d’interesse.

Parlateci della vostra musica

Molto spesso nelle interviste ci chiedono a quale genere appartiene la nostra musica e in giro per il web potreste trovare associato al nostro nome la definizione indie dance o deep house. A noi sinceramente non piace che ci venga affibbiata una specifica categoria, in generale la cosa migliore sia fare buona musica e di qualità.

Da quando avete iniziato a fare musica?

A. Da quando avevo cinque anni, credo. Ero sicuramente piccolino. Mio padre aveva una radio a Napoli e suonava in un complesso amatoriale, quindi sono nato nella musica. C’è sempre stata quest’influenza molto forte in famiglia. Non l’ho mai presa seriamente, solo ultimamente mi ci sono avvicinato.

D. Ho iniziato nell’estate 2007 un po’ per gioco, frequentavo un corso di produzione musicale in un noto studio di registrazione a Parma, e da lì è nata questa passione che è cresciuta sempre di più.

Come si sono conosciuti i Newbie Nerdz?

Il progetto è iniziato a Londra, estate 2010, dove ci siamo trasferiti per migliorare l’inglese. Lavoravamo nello stesso ristorante e abbiamo stretto amicizia, aiutati anche dalla passione comune per la musica elettronica. Da lì siamo partiti un po’ allo sbaraglio.

Come create musica?

Viviamo in due città diverse, ci vediamo una volta al mese e tutto il lavoro viene confluito in quei cinque-sei giorni di full immersion in studio. Per il resto del mese usiamo  dropbox,  una cartella di condivisione online che ci permette di lavorare allo stesso progetto.

Ma avete iniziato subito producendo questo genere?

A. Ho iniziato con la musica elettronica in generale, electro-house, disco, poi sono passato all’house ma sempre in maniera molto amatoriale. Poi ho iniziato a creare qualcosa di mio, qualcosa che rispecchiasse la mia filosofia di musica e piano piano mi sono avvicinato a quello che suono oggi.

D. Io invece sono partito dalla Tech-house e Minimal sviluppando insieme ad Alex quella che oggi noi definiamo la NewbieMusic.

Qual è questa vostra filosofia di musica?

Fare buona musica in primis, soprattutto far piacere la musica che fai a tutti. Non solo all’amatore, al “discotecaro”, anche a persone che non frequentano le discoteche e i club, anche a chi vuole ascoltare la musica in radio.

E allora la domanda nasce spontanea: cosa intendete per buona musica?

Partendo dal presupposto che uno dei primi metri di giudizio è comunque il pubblico, a prescindere se il pezzo tecnicamente è valido o meno, conta soprattutto cosa trasmetti. La buona musica è quella che piace e che viene ascoltata.

L’evento che vi ha fatto capire che volevate e potevate fare questo!

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Hammamet accese quella fiamma che non si è spenta e spero non si spegnerà. Era il giugno del 2012, era un evento sulla spiaggia in cui abbiamo suonato insieme ad artisti molto famosi. Suonare con loro ci fece pensare che volevamo fare i produttori musicali nella vita. Fu una serata magica e ci sconvolse il pubblico quando iniziò a urlare: “Put hysteria, put hysteria”, che è il nome del nostro pezzo in collaborazione con amici di Napoli i “Moonwalk”. Non avremmo mai immaginato che in Tunisia potevano conoscere già la nostra musica, sopratutto quella unreleased.

La vostra concezione di club.

Siamo più vicini al tipo di cultura del club dove ti rechi per apprezzare un artista o un producer che segui e ti piace. Una cultura del club, che trovi un po’ ovunque in tutto il mondo, dalla Romania alla Germania, dall’Ungheria alla Tunisia, forse un po’ meno in Italia. A Londra, ad esempio, prendi il giornale, vedi i vari appuntamenti e scegli di andare a sentire chi ti piace. Qua in Italia chi suona e che musica fa molto spesso è irrilevante, conta molto più il business e, sinceramente, noi sposiamo una filosofia di club differente.

Come nasce l’idea di Episodio e come si svilupperà?

Spesso nei video di produttori musicali, vediamo semplicemente gli artisti che suonano e la gente che balla durante l’evento. Quello che volevamo fare noi è mostrare un po’ di realtà in più. Cioè il prima, il durante e il dopo evento: il viaggio, il ristorante, gli organizzatori, la stanchezza dopo il concerto quando siamo sfiniti. Tutto quello che il pubblico solitamente non vede e che può incuriosirlo. Spesso le persone pensano che fare questo lavoro sia sinonimo di “fare la bella vita”, ma spesso capita perfino di fare tre serate in tre posti diversi: in tre giorni siamo volati da Budapest a Manchester a Ginevra senza nemmeno avere il tempo di realizzare dove fossimo, per non parlare dei veri big che hanno anche 15 performance in 15 posti diversi in un solo mese.

Oltre a seguirvi con i vostri Episodi, ci dite le prossime e dove possiamo seguirvi?

Tutti i prossimi aggiornamenti su musica, eventi e tanto altro li potete trovare sul nostro sito ufficiale: www.newbienerdz.com che però al momento non è ancora attivo quindi potete semplicemente farvi un giro sulla nostra fan-page facebook . Metre trovate le nostre canzoni su spotify e i nostri ultimi video sul canale youtube.

 newvie

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