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Letteratura erotica. Culture a confronto

di Cinzia Cicatelli

Data la stagione Librarsi riprende con un argomento “bollente”: la letteratura erotica. È già da un po’ che mi interrogo su questo argomento e sono arrivata alla scottante verità che, ahimé, è davvero difficile trovare un libro che tratti l’eros in maniera raffinata, ma nello stesso tempo realistica: alcuni libri scadono banalmente nella volgarità, altri bypassano il momento del coito con semplici frasi allusive. Il risultato è che nel momento clou lo stile narrativo degli scrittori rischia di essere molto deludente.

 Ma è così difficile parlare di sessualità nei libri? Ovviamente non mi riferisco a scene più spinte tipiche dei romanzi del romanticismo, alle pratiche di bondage tanto di moda negli ultimi pessimibesteseller dalle “fosche tinte”, ma all’erotismo sensu stricto spesso strumentalizzato per le vendite o evitato dagli scrittori perché spezzano la romanticità e la dolcezza dell’incontro amoroso. Già, perché come si fa ad inserire la parola “vagina” o “erezione” in una epocale classica Love Story? È come usare la parola “cacca” o “peto” senza far storcere il naso agli amanti del bon ton. E se si fa uso di metafore il risultato è spesso disastroso: organi genitali chiamati con noti alimenti (roba da indurre all’anoressia)  e movimenti contorsionistici che non saprebbero riprodurre nemmeno al circo!

La letteratura erotica resta un filone ancora eterogeneo e inesplorato, sia per i lettori che per gli scrittori stessi, nonché un genere fortemente cultural specific. Ovviamente mi baso sulle mie esperienze di lettrice e di studiosa delle diverse culture, e mi scuso se cadrò nella generalizzazione, ma lo faccio consapevole che la statistica contempla sempre le dovute eccezioni.

La letteratura erotica araba è molto passionale.

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Ebbene sì! Credavate che nei paesi conservatori per eccellenza, il sesso in letteratura fosse tabù? Vi sbagliate di grosso. La corporeità è vissuta con grande disinvoltura e naturalezza, le descrizioni della fisicità sono molto minuziose (una pratica estremamente insolita per noi occidentali): sia l’autoerotismo che i rapporti etero e omosessuali sono descritti in maniera dettagliata, indugiando sui particolari con estrema voluttuosità e passionalità, ma senza mai scadere nella volgarità. L’ars amatoria araba è ben nota, e una particolare predisposizione a raccontarla credo sia congenita. Finora nessuna letteratura mi è sembrata tanto a suo agio nel parlare dell’argomento, leggere Palazzo Yacoubian di Ala Al-Aswani per credere!

La letteratura erotica nipponica è – passatemi il termine – asettica.

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Estremamente alienante, perversa, a tratti violenta, affrontata con cinismo o vergogna o come atto dettato da mere necessità fisiologiche. Gran parte delle opere contemporanee giapponesi che affrontano il sesso trattano di alcune pratiche comunemente definite “amorali”: sfido a non trovare il tema dell’incesto (particolarmente frequente), della prostituzione minorile, della cyber masturbazione, delle pratiche feticiste o pedopornografiche. Mi riferisco anche ad autori estremamente popolari come Haruki Murakami o Banana Yoshimoto. L’atmosfera che circonda gli incontri sessuali nipponici è sempre molto cupa o grigia. Manca l’intimità, manca il calore e la sensualità della letteratura araba, manca in sostanza una sana e appagante sessualità di coppia. In NP della Yoshimoto quasi trovate tutte le tematiche sovrelencate in un unico testo!

La letteratura erotica statunitense è trasgressiva.

letteratura erotica usa

 Non parlo solo delle auliche quanto disturbanti descrizioni di Nabokov nel suo Lolita, ma anche degli scrittori contemporanei come Chuck Palahniuk e Charles Bukowski che pur non essendo autori di letteratura erotica in senso stretto, hanno fatto proprio del sesso uno dei topic cardine dei loro bestseller. Se volete storie di sesso estremo, nei posti più impensabili che potrete mai concepire (grazie a Palahniuk evito sistematicamente di andare in bagno sull’aereo), i due noti autori offriranno quello che cercate! Ma lasciatemi spendere qualche parola in più per Tropico del Cancro di Henry Miller, considerato uno dei capisaldi della letteratura erotica mondiale. Dagli anni’20 del 900 ha iniziato a serpeggiare per tutta Europa un nuovo interesse per la sessualità, per poi esplodere nel periodo postbellico. Ero molto curiosa di leggere questo classico tanto osannato da critici e lettori, ma devo dire che ne sono rimasta molto delusa. Anche in questo caso il sesso è, a mio parere, strumentalizzato, non per le vendite ma per fini narrativi, con l’intento di rendere più interessante la trama e coadiuvare l’obiettivo principale: parlare della perdizione e della mancanza di valori nel secondo dopoguerra. Nell’opera di Miller il sesso non è assolutamente il tema chiave o centrale, o meglio, pur occupando il 90% della narrazione, resta solo un sottofondo, un pretesto, una metafora della dissoluzione del sé (più che di dissolutezza). Mi dispiace per questo super-classico, ma mi trovo costretta a bocciarlo e, considerando l’influenza che lo scrittore ha avuto su Anais Nin, lo reputo colpevole del mio mancato interesse verso l’opera erotica più nota al mondo: Il delta di Venere.

La letteratura erotica europea è “composta”.

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Sarà che il Cattolicesimo volente o nolente influenza la nostra narrativa in maniera determinante, sarà che gli sparuti romanzi incentrati sull’eros si impongono sul mercato editoriale già come “volume scandaloso” o “opera coraggiosa sul sesso” (e questo, di per sé, è comunque sinonimo di “forzatura”), la nostra letteratura erotica è sempre molto “composta”, scritta e vissuta senza naturalezza, sempre come una trasgressione al codice morale, come un “caso letterario”, un segreto svelato, come un arrossimento in viso. La scintilla innescata con Lady Chatterley’s Lover di Lawrence non ha acceso il fuoco sperato nelle penne delle generazioni successive. Nessun romanzo da allora  mi sembra particolarmente significativo nel genere.

Concludo il mio viaggio erotico inter-letterario con un brano tratto da Seta di Baricco, dove poesia ed erotismo combaciano perfettamente; un’unione raramente così felice in letteratura, specie se non di genere:

Mio signore amato,

non aver paura, non muoverti, resta in silenzio, nessuno ci vedrà. Rimani così, ti voglio guardare, io ti ho guardato tanto ma non eri per me, adesso sei per me, non avvicinarti, ti prego, resta come sei, abbiamo una notte per noi, e io voglio guardarti, non ti ho mai visto così, il tuo corpo per me, la tua pelle, chiudi gli occhi, e accarezzati, ti prego, non aprire gli occhi se puoi, e accarezzati, sono così belle le tue mani, le ho sognate tante volte e adesso le voglio vedere, mi piace vederle sulla tua pelle, così, ti prego continua, non aprire gli occhi, io sono qui, nessuno ci può vedere e io sono vicina a te, accarezzati signore amato mio, accarezza il tuo sesso, ti prego, piano, è bella la tua mano sul tuo sesso, non smettere, a me piace guardarla e guardarti, signore amato mio, non aprire gli occhi, non ancora, non devi aver paura son vicina a te, mi senti? sono qui, ti posso sfiorare, è seta questa, la senti? è la seta del mio vestito, non aprire gli occhi e avrai la mia pelle, avrai le mie labbra, quando ti toccherò per la prima volta sarà con le mie labbra, tu non saprai dove, a un certo punto sentirai il calore delle mie labbra, addosso, non puoi sapere dove se non apri gli occhi, non aprirli, sentirai la mia bocca dove non sai, d’improvviso, forse sarà nei tuoi occhi, appoggerò la mia bocca sulle palpebre e le ciglia, sentirai il calore entrare nella tua testa, e le mie labbra nei tuoi occhi, dentro, o forse sarà sul tuo sesso, appoggerò le mie labbra, laggiù, e le schiuderò scendendo a poco a poco, lascerò che il tuo sesso schiuda la mia bocca, entrando tra le mie labbra, e spingendo la mia lingua, la mia saliva scenderà lungo tua pelle fin nella tua mano, il mio bacio e la tua mano, uno dentro l’altra, sul tuo sesso, finché alla fine ti bacerò sul cuore, perché ti voglio, morderò la pelle che batte sul tuo cuore, perché ti voglio, e con il cuore tra le mie labbra tu sarai mio, davvero, con la mia bocca nel cuore tu sarai mio, per sempre, se non mi credi apri gli occhi signore amato mio e guardami, sono io, chi potrà mai cancellare questo istante che accade, e questo mio corpo senza più seta, le tue mani che lo toccano, i tuoi occhi che lo guardano, le tue dita nel mio sesso, la tua lingua sulle mie labbra, tu che scivoli sotto di me, prendi i miei fianchi, mi sollevi, mi lasci scivolare sul tuo sesso, piano, chi potrà cancellare questo, tu dentro di me a muoverti adagio, le tue mani sul mio volto, le tue dita nella mia bocca, il piacere nei tuoi occhi, la tua voce, ti muovi adagio ma fino a farmi male, il mio piacere, la mia voce, il mio corpo sul tuo, la tua schiena che mi solleva, le tue braccia che non mi lasciano andare, i colpi dentro di me, è violenza dolce, vedo i tuoi occhi cercare nei miei, vogliono sapere fino a dove farmi male, fino a dove vuoi, signore amato mio, non c’è fine, non finirà, lo vedi? nessuno potrà cancellare questo istante che accade, per sempre getterai la testa all’indietro, gridando, per sempre chiuderò gli occhi staccando le lacrime dalle mie ciglia, la mia voce dentro la tua, la tua violenza a tenermi stretta, non c’è più tempo per fuggire e forza per resistere, doveva essere questo istante, e questo istante è, credimi, signore amato mio, quest’istante sarà, da adesso in poi, sarà, fino alla fine, noi non ci vedremo più, signore,quel che era per noi, l’abbiamo fatto, e voi lo sapete. Credetemi: l’abbiamo fatto per sempre.Serbate la vostra vita al riparo da me. E non esitate un attimo, se sarà utile alla vostra felicità, a dimenticare questa donna che ora vi dice, senza rimpianto, addio.

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4 comments

IlFabbricanteDiSpade 5 Settembre 2014 - 12:51 pm

Sarà per la mia particolare predisposizione all’oriente (in particolare al Giappone) che preferisco quella del Sol Levante. Non amo le sovraesposizioni, quell’accentuare le situazioni portandole all’esasperazione, tipiche degli scrittori made in USA.
Quello che mi affascina degli scrittori nipponici è il sottotesto dietro all’operazione della scrittura, una folle corsa verso l’adeguamento culturale, soprattutto in ambito sessuale, probabilmente a causa della forte repressione in tal senso dei secoli precedenti. Mi sembra quasi come se volessero recuperare tutto insieme il tempo perduto e questo causa gli squilibri citati nell’articolo: il rispetto o è totale o è calpestato, il sentimento è osannato o distrutto, il cinismo è reale, palpabile.

Cinzia Cicatelli 5 Settembre 2014 - 2:34 pm

Concordo pienamente con te (e non solo per la preferenza verso la narrativa nipponica rispetto a quella USA). Credo che gli scrittori giapponesi sappiano essere delicati quanto feroci nella scrittura e il particolare “valore sociale” del sesso nel loro paese li induce, come sostieni tu, ad un rush convulso e senza limiti… insomma, per come sono abituati, è forse più “rischioso” indugiare nel racconto del piacere piuttosto che nella descrizione di alcune pratiche, fatte passare più facilmente per denuncia sociale, ma che nascondono il malessere di una sessualità/sensualità tarpata.

Nino Bonaiuto 16 Settembre 2014 - 11:17 pm

Diversi stili per un’esperienza comune a tutti gli uomini e a tutte le donne. L’approccio trasgressivo made in USA produce un erotismo intellettuale, tutto di testa.
Mi sento molto più vicino alla carnalità della letteratura erotica araba.
Comunque “Il Delta di Venere” resta un capolavoro assoluto.

Cinzia Cicatelli 17 Settembre 2014 - 9:39 am

Ciao Nino, in molti mi state consigliando di leggere comunque “Il Delta di Venere”, credo che gli darò una chance 😉 Per quanto riguarda i romanzi arabi, quelli egiziani hanno un approccio più trasgressivo, mentre quelli siriani sono più delicati. La carnalità, come tu hai detto, è un elemento imprescindibile delle loro opere, anche una giornata in hammam è descritta con estrema sensualità.

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