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Mare mare mare, ma che voglia di arrivare!

di Valentina Papaccioli

Ovviamente con questo tanto di calura e con la voglia matta di fare un tuffo nell’acqua gelida, quale potrebbe essere il post più adatto da approfondire in queste poche ultime righe prima delle tanto attese vacanze estive? Mare mare mareeeeeeeeeeeee!!!!!!!! Eh già, il mare ha la sua importanza non solo per noi, trepidanti di buttare i libri dell’università all’aria o di posare per qualche settimana le chiavi dell’ufficio, ma ha anche la sua importanza nell’arte. Più che altro ha cominciato ad avere importanza un po’ avanti nei secoli, e cioè a partire dall’arte romantica.

E’ indiscussa l’importanza del mare per le società europee: il mare come fonte di sostentamento, come principale via di comunicazione, di scambi culturali e commerciali, come nemico indispensabile o come amico da cui guardarsi le spalle. Le tempeste sul mare arrivano all’improvviso, quando un calmo panorama si trasforma in una scena apocalittica in pochi minuti, tant’è vero che secondo i pescatori il mare è “traditore”. Il paesaggio assume nel corso del XIX secolo un ruolo molto più importante rispetto alla storia dell’arte precedente. Proprio il mare comincia ad assumere il ruolo di protagonista nelle tele ottocentesche, interpretato sotto aspetti sempre diversi a seconda della sensibilità dell’autore e della sua poetica. Infatti nei secoli precedenti il mare era apparso di rado nelle opere pittoriche e spesso solo come fondale azzurro a carattere decorativo o come cornice barocca per le battaglie navali.

luna notturna a napoli

Luna notturna a Napoli, Sil’vestr Feodosievic Scedrin, 1828

Le nuove note distintive dell’atteggiamento romantico sono il desiderio di abbandonare la terra. Il mare diventa una situazione reale e il viaggio la vera condizione dell’uomo. Il mare diventa così palcoscenico di avvenimenti decisivi, di turbamenti e drammi interiori e di introspezione dell’uomo. Il mare riesce a tradurre il romantico desiderio di libertà dai vincoli sociali,l’assenza di limiti. I paesaggisti romantici vedono in questo elemento naturale un soggetto perfetto soprattutto da un punto di vista contenutistico, perché il mare è l’unico elemento naturale che scatena nell’uomo una serie indefinita di sentimenti contrapposti. Può comunicare serenità e sicurezza, illuminato dal chiaro di luna, romantico o malinconico; mentre in tempesta è spaventoso, terribile, ma anche affascinante.

viandante sul mare di nebbia

Viandante sul mare di nebbia, Caspar David Friedrich, 1818

Nell’opera di Friedrich il viandante porta con sé l’emblema del personaggio romantico, irrequieto, tormentato, alla ricerca dell’indefinito rappresentato dal paesaggio e dall’orizzonte in lontananza, come se il soggetto si lasciasse soccombere dalla grandiosità della natura. In effetti anche a molti di noi sarà capitato di dar voce ai propri pensieri stando seduti o camminando sulla riva del mare. Tutta quella distesa immensa è come se ci desse agio di essere ascoltati.. come se i nostri pensieri potessero arrivare dalla riva fino alla fine di quella linea d’orizzonte.

Il mare è una cosa meravigliosa, oltre ad essere molto difficile da rappresentare, con tutte quelle trasparenze dell’acqua, le onde, la schiuma. Vabbè ma lasciamolo fare agli artisti tutto questo… d’altronde a noi basta tuffarci e farci una bella nuotata!

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