Home AuthorElisabetta Cristofaro Mobbing – SOS benessere psicologico del lavoratore

Mobbing – SOS benessere psicologico del lavoratore

by Elisabetta Cristofaro

Perché oggi si parla tanto di mobbing?

I cambiamenti sociali ed economici degli ultimi decenni hanno favorito l’evoluzione del concetto di lavoratore che non è più un esecutore, ma ha una certa autonomia ed è una risorsaIl lavoratore odierno è autonomo perché può pensare e organizzare il suo lavoro, possiede qualità e competenze personali che, se valorizzate, avranno ricadute positive nel settore in cui opera. Affinché ciò avvenga, è essenziale che il lavoratore sia messo in condizioni di benessere.

Nel corso del tempo anche il concetto di benessere è andato incontro a cambiamenti significativi, passando da una visione biomedica, in cui il benessere era visto come assenza di malattia, ad una visione bio-psico-sociale, secondo la quale il benessere riguarda fattori fisico-biologici, psicologico- individuali e sociali- ambientali.

Questo nuovo modo di intendere il benessere abbraccia molti e svariati campi che necessitano costante attenzione, in particolare gli ambienti in cui l’individuo è solito trascorrere molto tempo, come l’ambiente di lavoro.  

Si è data sempre maggiore attenzione al benessere dell’individuo sul posto di lavoro, tanto da elaborare una specifica definizione di benessere sul lavoro che prevede la promozione, il mantenimento e il miglioramento del benessere fisico, psicologico e sociale delle comunità lavorative.

Negli ambienti di lavoro possono essere presenti fattori rischio che agiscono contro il benessere dei lavoratori tra cui il mobbing.

Tale fenomeno prevede una grave disfunzionalità all’interno di un’organizzazione lavorativa e di solito ha anche conseguenze legali. Il mobbing consiste nella messa in atto di una comunicazione conflittuale tra colleghi o tra superiori e dipendenti, in cui la persona attaccata è posta in una posizione di debolezza e aggredita da una o più persone in modo sistematico, allo scopo di estrometterla dal lavoro. Per poter parlare di mobbing vero e proprio, l’attività persecutoria deve avere come obiettivo il licenziamento del lavoratore e causare nella vittima conseguenze psicofisiche che possono sfociare anche in malattie croniche.

mobbing

Il mobbing può essere attuato attraverso svariate violenze psicologiche o, nei casi più gravi, anche fisiche che implicano una lenta e continua cancellazione della dignità del lavoratore, generando ripercussioni sia nel rendimento lavorativo che nella vita privata del lavoratore.

La psicologia del lavoro ha individuato tre tipologie di mobbing:
  • Bossing: gli abusi sono commessi da chi si trova in una posizione più alta nella gerarchia dell’organizzazione lavorativa. L’obiettivo di solito è costringere alle dimissioni un dipendente. Le attività di mobbing del capo possono essere accompagnate e sostenute da altri colleghi che, in gergo, sono detti side mobber.
  • Ambientale (o orizzontale): le attività vessatorie sono attuate dai colleghi in modo da isolare la vittima e privarla di qualsiasi forma di collaborazione. Di solito, la causa scatenante del mobbing orizzontale è una reazione da parte del team lavorativo allo stress dell’ambiente e delle attività lavorative. In questi casi la vittima è utilizzata come capro espiatorio su cui far ricadere la colpa della disorganizzazione, delle inefficienze e dei fallimenti.
  • Strategico: la persecuzione della vittima e il conseguente abbandono del lavoro serve a far posto a un altro lavoratore oppure alla tacita riduzione del personale, così da evitare le retribuzioni previste in casi di licenziamento.

Il mobbing è un fenomeno da combattere su svariati fronti e, se ridotto, porta benefici sia ai lavoratori, che sono i più esposti, sia alle aziende, visto che il livello di produttività dipende dalla soddisfazione dei lavoratori nell’ambiente di lavoro.

You may also like

Leave a Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.