Home SpettacoliCinema Mommy – L’amore di una madre che spera in un mondo senza speranza

Mommy – L’amore di una madre che spera in un mondo senza speranza

by Rossella Capasso

Alla fine delle vacanze estive, si torna sonnecchiando alla vita di tutti i giorni, con un po’ di nostalgia e tanta voglia di maledire la sveglia. Non c’è più la pubblicità del Cinque Stelle Sammontana in TV, le spiagge sono più deserte dei concerti della Fico e l’abbronzatura sbiadisce come un tappeto Kilim smacchiato con candeggina. Per superare la depressione post-mare e vincere il senso di noia e di irritabilità generato dal tran tran quotidiano, vi consiglio la visione di un bel film, da guardare in toltale relax, comodamente stesi sul divano e con il ventilatore puntato in faccia. Se volete, potete anche far scorta di provviste da sgranocchiare, per ricreare il familiare brusio delle patatine mangiucchiate al cinema. Dopo questi imperdibili consigli da movie blogger (se non esiste l’espressione, rivendico i diritti d’autore), direi di passare a cose serie.

Inizio da un nome: Xavier Dolan. Venticinquenne di origine canadese, belloccio e anticonformista, Dolan ha già all’attivo cinque film, il primo a 19 anni su una sceneggiatura scritta a 17, aggiudicandosi anche molti riconoscimenti, tra cui il Premio della Giuria alla 67ª edizione del Festival di Cannes per il film Mommy. Ed è proprio di questo film intenso e commovente che voglio parlarvi, una pellicola studiata con cura sia dal punto di vista formale che dal punto di vista contenutistico.

mommy film

Mommy di Xavier Dolan è la storia di un rapporto madre-figlio, viscerale, spudorato e devastante.

Diane è una madre single, grintosa, volgare e fumantina, costretta a prendersi cura del figlio Steve, un turbolento quindicenne affetto dalla sindrome da deficit di attenzione e iperattività, violento, imprevedibile, aggressivo. Dopo anni di riformatorio, Steve viene cacciato dalla struttura per aver dato fuoco all’attrezzatura della sala mensa, causando gravi bruciature al viso di un compagno e Diane è obbligata a riammetterlo nella sua vita per evitargli il ricovero forzato (ciò per effetto dell’applicazione di una immaginaria legge dello stato canadese). Steve ha un amore per la madre logorante. Fatica a sentirsi accettato, vorrebbe essere una persona diversa, vorrebbe essere un figlio migliore. Si rapporta a Diane in modo violento, possessivo, ma anche iperprotettivo. Cerca continuamente di avere le sue attenzioni, le sue carezze, i suoi baci, ma questa fisicità morbosa non ha nulla di incestuoso, è solo l’espressione estrema di un bisogno, il desiderio di sentire la presenza affettiva della madre su ogni fibra del suo essere. Diane, dal canto suo, appare a disagio nelle vesti di genitrice. Il suo modo di amare Steve è sincero, totalizzante, ma impacciato, immaturo, a tratti egoista. Non riesce a reggere il peso della sua vita e, di conseguenza, non è in grado di gestire il peso di Steve.

Anne Dorval mommyIl rapporto tra madre e figlio si snoda tra insulti e tenerezze, aggressioni e riappacificazioni. “Ma noi ci amiamo ancora, vero?” chiede Steve dopo un litigio. “Certo, è la cosa che ci riesce meglio” risponde Diane. La loro relazione burrascosa sembra trovare un equilibrio solo grazie alla vicina Kyla, un’insegnante di scuola secondaria che ha preso un anno sabbatico, per curare una balbuzie invalidante, provocata da un grave ma ignoto episodio, accaduto due anni prima (probabilmente la morte di un figlio). Kyla riesce a comunicare con Steve, sa essere brutale e comprensiva al momento giusto e mitiga le incomprensioni tra i due protagonisti.

Il film regala momenti di grande commozione, accompagnando il pubblico verso un finale annunciato dai primi fotogrammi. Geniale la scelta di Dolan di rappresentare la claustrofobica solitudine dei personaggi con il formato 1:1, una gabbia da cui anche lo spettatore si sente emarginato, per aprirsi al formato 4:3 quando i protagonisti finalmente respirano, prendono ossigeno e vivono.

mommyAntoine-Olivier PiloStraordinaria la performance di Anne Dorval nel ruolo di Diane, con le sue smorfie di dolore, i suoi vestiti kitsch, e il suo fascino inconfondibile, delizioso Antoine-Olivier Pilon nel ruolo di Steve, con quell’aria da sbruffone impertinente e una malinconica sofferenza che segna lo sguardo. Decisamente vincente anche la scelta delle musiche, da quella classica a quella pop, dall’elettronica al rock, che irrompono sulla scena mescolate alle voci, alle urla, ai rumori, al traffico, e scandiscono minuziosamente l’estetismo delle inquadrature, dei primi piani, dei rallenty e della fotografia.

Mommy è un film audace, ha la freschezza e il ritmo di un regista pop, cresciuto tra le musiche dei videoclip e i filtri di Istagram. Mommy è la storia di una madre e di un figlio che si amano troppo, ma forse non abbastanza per salvarsi.

 mommy cast

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