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Musica antistress – La playlist contro il trauma del rientro

by Bruno Spagnuolo

Rieccomi di nuovo davanti a questo maledetto computer. Non so da dove cominciare, né quando cominciare, non ricordo neppure chi sono e dove sono, ma ricordo perfettamente la sensazione della salsedine che lambiva la mia pelle, mentre il sole mi cuoceva come una salsiccia. Sapete che faccio? Per prima cosa metto su un po’ di musica antistress! Di quel sole neanche più l’ombra, solo una sequenza di lettere davanti a me, QWERTYUIOP… Controllo il sito dell’università, leggo qualche notizia qua e là, accedo alla casella di posta elettronica, dopo 4000 tentativi, perchè ho dimenticato la password. Leggo e rispondo a miliardi di e-mail che mi sono arrivate nei giorni scorsi. Dio santo che tortura, apro una nuova finestra e cerco già qualche buona occasione per le prossime vacanze. Dopo 3 secondi, mi rendo conto di essere patetico e richiudo la pagina….ancora mail e poi mail e poi mail. Nel frattempo il libro sulla mia destra mi osserva, io lo osservo, ci osserviamo è una gara a chi abbassa prima lo sguardo, neanche a dirlo che ho già perso, a tratti ho l’impressione che si muova, sto impazzendo. La luce evanescente del monitor marca ancora di più la mia espressione inebetita ed esanime, a tratti terrorizzata da quel mostro di carta che vuole divorarmi, ha capito di essere più forte. Una noia mostruosa mi attanaglia. Guardo aldilà del vetro umettato e non vedo altro che grigiore.
stress-da-rientro-1Ho bisogno di qualcosa che mi scuota che mi faccia scrollare di dosso questo torpore. Ho bisogno di roba forte, di adrenalina: ho bisogno di musica antistress. Nulla più della musica, ha mai avuto su di me un effetto catartico. Devo capire che non sono più in vacanza e solo la musica può aiutarmi a farlo. Ok, creo una playlist che possa aiutarmi a ritornare alla mia vita normale. Inizio a metter su qualche cd, ma non va. Così non funziona, la musica di sempre non va. Devo crearmi una playlist fatta su misura. Mi risiedo con calma ed inizio a pensare: “Ho bisogno di qualcosa che mi dia equilibrio.” La scelta va ben ponderata: “Qualcosa che mi consenta di restare concentrato, ma che mi permetta anche di sognare per alleggerire la routine”.

The Chamber di Lenny Kravitz mi pare una buona scelta come prima traccia. La userò come sveglia, è abbastanza andante, mielata quanto basta, non spacca i timpani nemmeno durante il ritornello, ti culla bene. C’è solo un pericolo: è attualissima, quindi rischio di ascoltarla milioni di volte al giorno in radio, per cui potrebbe acuirsi la mia naturale avversione nei confronti della sveglia e già dopo un paio di giorni potrei fracassarla contro il muro, quindi scelgo un classico e vado su Champagne Supernova degli Oasis, che è ugualmente gradevole. Poi Beautiful day degli U2: Una canzone magnifica che dona parecchia carica ed energia. Inoltre il testo è molto sognato, di conseguenza è l’ideale per cominciare al meglio la ripresa della routine, ma per i più esigenti, consiglio Don’t stop me now dei Queen, ideale da ascoltare dopo la colazione, prima di affrontare il terzo mostro del post-ferie: IL TRAFFICO! Per recarsi al lavoro, all’università, in palestra o in qualunque luogo della quotidianità, spesso ci si misura col treno dell’assurdità: file lunghe centinaia e centinaia di metri spesso capeggiate da qualche idiota che per un motivo o l’altro fa da tappo per tutti. Quando sembra che tutto inizi a filare liscio, eccolo: ROSSO, e quel colore produce in noi una collera esplosiva, diveniamo tori e in breve sembra di stare a Pamplona ma al posto delle urla di festa, si odono urla di delirio e disperazione ed è proprio quando sto diventando cianotico, prima che mi esplodano le carotidi, che ho bisogno di un pezzo che mi calmi: Better Way di Ben Harper è l’ideale, perchè è calma ma non tanto da produrre un effetto nevrotico, con coseguente crisi isterica. Mette pace. Vada per questa. Per chi invece, il mostro urbano lo affronta con i mezzi pubblici, il discorso cambia, perchè potrebbe essere necessario qualcosa di più forte, tipo Iron Maiden, per coprire i rumori infernali del traffico che si sommano ai medesimi rumori che producono quelle saune puzzolenti su quattro ruote che ci spacciano per autobus. Giunto all’università durante la prima pausa studio, mi fermo a riflettere. Constatando che nulla è cambiato, un brivido malinconico, dalla schiena, fino in alto nella testa ed in giù nelle gambe corre veloce. Metto su Keep Yourself alive dei Queen e la malinconia galoppando, va via. Ci sono parecchi brani che si prestano per lo scopo, tipo: Sono solo canzonette di Edoardo Bennato per gli amanti della musica italiana oppure New shoes di Paolo Nutini, per chi invece ascolta solo contemporaneo. Ce n’è a bizzeffe.

Tra una pagina e l’altra, il sonno inizia a farsi sentire. Faccio una faticaccia per riabituarmi al tran tran. Non posso però permettermi di dormire, ho ancora parecchio da studiare. Ancora una volta devo far ricorso alla musica e così mi ci vuole una “sveglia”. Paranoid dei Black Sabbath, ecco cosa ci vuole o in alternativa potrei sentire Falling off degli Aerosmith o qualcosa tipo…ecco ci sono: The real me dei The who è perfetta! Durante il viaggio di ritorno, metto ancora su qualche pezzo, mentre con affettuosa e nostalgica accettazione, rievoco qualche ricordo della vacanza ascoltando Hard to concentrate dei Red Hot Chili Peppers. Col suo sound educato e riguardoso, questa traccia mi accompagna per mano a fare una passeggiata nel giardino dei ricordi, mentre fuori piove di nuovo. Nelle mie cuffie, le gocce si trasformano in note che meravigliosamente vengono fuori da The rain song dei Led Zeppelin. C’è poco da commentare: poesia suonata. Una ballata illusoria che si veste di malinconia per spogliarsi poi, mostrando la sua energica vitalità, memore del folklore zeppeliniano. Sulla chiusura di Page, i miei occhi si dischiudono, la tastiera è ancora lì, fuori non piove più e un raggio di sole filtra fra le tende. Era tutto un sogno! Un pensiero malizioso salta fuori: “Sono ancora in vacanza!” Ma prima che possa realmente verificarlo, rifletto e mi capacito che la vita di tutti i giorni, quella lontane dalle spiaggie, dall’ozio e dagli amori estivi non è poi così male. M’è bastata sognarla la musica e prima che potessi realmente ascoltarla, ha già esercitato il suo effetto terapeutico su di me.
Sognando si può tutto e la musica aiuta a sognare.
Buona ripresa a tutti!

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Avete bisogno di una musica antistress? Ecco la nostra playlist contro lo stress da rientro:

1) The chamber di Lenny Kravitz
2) Champagne supernova degli Oasis
3) Beautiful day degli U2
4) Better way di Ben Harper
5) Keep yourself alive dei Queen
6) The real me dei The who
7) Hard to concentrate dei Red Hot Chili Peppers
8) The rain song dei Led zeppelin

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