Home AuthorCinzia Cicatelli Per me, invece, una quattro stagioni… di libri!

Per me, invece, una quattro stagioni… di libri!

di Cinzia Cicatelli

Uomo e Tempo sono profondamente interconnessi. Tantissime cose nella nostra vita dipendono da “quando” le viviamo o le assaporiamo. Diciamocelo: una bella lasagna appena sfornata è un piatto davvero appetitoso, ma sicuramente non il 15 di agosto!

Ecco, anche i libri non sfuggono a questa semplice quanto ineluttabile legge e ogni opera dovrebbe essere letta non solo all’età giusta (per esperienza personale, evitate le Operette morali di Leopardi a 14 anni) ma anche nel periodo giusto dell’anno! Infatti, se d’inverno abbiam bisogno di un libro che ci scaldi il cuore, è altrettanto vero che d’estate abbiamo bisogno di qualcosa di fresco e leggero che ci salvi dall’apatia fisica e cerebrale. Cosa scegliere allora? Di seguito i (miei) quattro libri abbinati ad ogni stagione. I vostri quali sono? Commentate pure sotto l’articolo!

1.      PRIMAVERA

598864_437801119615362_1133402841_nNon fatevi ingannare dal titolo, Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino è perfetto per la primavera, la stagione della rinascita, la stagione dei nuovi inizi – visto che questo libro non è altro che un INCIPIT senza fine, anzi 10 incipit senza fine…

È un romanzo sul piacere di leggere romanzi; protagonista è il Lettore, che per dieci volte comincia a leggere un libro che per vicissitudini estranee alla sua volontà non riesce a finire. Ho dovuto dunque scrivere l’inizio di dieci romanzi d’autori immaginari, tutti in qualche modo diversi da me e diversi tra loro” (Calvino, Buenos Aires – 1984)

Un capolavoro postmoderno, in cui Calvino con arguzia e spavalderia ci dimostra la sua abilità nel costruire una narrazzione su più livelli, prendendo in giro il lettore (quello vero) che si ritrova ingabbiato in una prigione di parole, di storie, di significati. Un labirinto ermeneutico che nasconde una drammatica verità: l’impossibilità di giungere alla conoscenza della realtà.

Per chi vuole perdersi, dentro e fuori.

2.      ESTATE

150491_467922839939734_1578841376_nTra le giornate  trascorse in spiaggia, gli aperitivi serali e la pennichella pomeridiana, l’estate è tempo di storie brevi e sognanti e anche poco impegnative. La stanchezza accumulata nei mesi di studio/lavoro lasciano poco spazio alle attività cerebrali e evadendo già dalla quotidianità, abbiamo meno necessità di fantasticare. Lungi da me, però, i classici “libri da ombrellone”, spesso peggiori delle riviste di gossip. Cerchiamo un buon compromesso! Perché non leggere Viaggi del tempo immobile di Roberto Vecchioni? Un libro di racconti, brevissimo, piacevole ed erudito. Il vincitore sanremese – insegnante di lettere per molti anni – in questo bijoux cartaceo ci narra dieci storie, rielaborando in maniera intima e profonda le vicende di Ulisse (che non vuole tornare veramente ad Itaca), Sancho Panza (che insegue e uccide Cervantes), Alessandro Magno (che viaggia al contrario nel tempo) e tanti altri. La cornice è tutt’altro che scontata: Teliqalipukt è un immortale innamorato degli esseri umani  che  è “stato mille uomini, in mille tempi diversi, a cavallo di euforie e di noie; fu piccolo artigiano e astuto consigliere, pallido guerriero e sconosciuto inventore, politico, sguattero, trovarobe o poeta, ma sempre e comunque in qualsiasi vita, in qualsiasi corpo, incazzato con gli ipocriti e indifeso, sperduto sognatore”.

Per vivere un sogno in un giorno di mezz’estate.

3.      AUTUNNO

61511_486143834784301_1830806287_nLe giornate si accorciano e le follie estive iniziano ad essere solo un bel ricordo: niente all night long a zonzo per la città o in disco o in posti sperduti del mondo, si ritorna alla noia della quotidianità e agli insoppartabili “mezzi tempi” del vestiario e alle solite uscite del sabato sera. Cosa fare per movimentare un po’ la nostra fantasia? Magari potete leggere Il profumo di Patrick Suskind. Un thriller davvero particolare, un “raffinato congegno generatore di sorprese, d’incantesimi, di crudeltà, di orrori e di sogni, perfettamente autonomo, sontuosamente letterario” (Corriere della Sera).

Verrete colpiti già semplicemente leggendo la quarta di copertina:

“Nel diciottesimo secolo visse in Francia un uomo, tra le figure più geniali e scellerate di quell’epoca non povera di geniali e scellerate figure. Si chiamava Jean-Baptiste Grenouille e se il suo nome, contrariamente al nome di altri mostri geniali quali de Sade, Saint-Just, Fouché, Bonaparte, oggi è caduto nell’oblio, non è certo perché Grenouille stesse indietro a questi più noti figli delle tenebre per spavalderia, disprezzo degli altri e immoralità, bensì perché il suo genio e unica ambizione rimase in un territorio che nella storia non lascia traccia: nel fugace regno degli odori”.

Per farvi dominare dagli odori, per farvi dominare il cuore.

4.        INVERNO

532943_484970134901671_1078124508_nPer l’inverno ci vuole un libro che sia all’altezza della nostra cioccolata calda bevuta sotto al plaid davanti al tepore del caminetto. E non è un’impresa facile. Un libro che sia “il libro”, quello che ti lascia un segno nella memoria, nel cuore e nella pelle. Questo è il mio libro.

Da L’insostenibile leggerezza dell’essere di Milan Kundera:

“Cenarono, salirono in camera, fecero l’amore, e a Franz i pensieri si confusero sulla soglia del sonno. Si ricordò della musica rumorosa durante la cena e gli venne da pensare: “Il rumore ha un vantaggio. Non fa sentire le parole”. Si rese conto che, dalla giovinezza, non aveva fatto altro che parlare, scrivere, fare lezione, pensare frasi, cercare formulazioni, correggerle, sicché alla fine nessuna parola era precisa, il loro senso sfumava, sbiadiva, perdevano contenuto e si trasformavano in briciole, in crusca, in polvere, in sabbia che gli vagava per il cervello, gli faceva male alla testa, era la sua insonnia, la sua malattia. E in quell’istante desiderò, in maniera confusa ma intensa, una musica vastissima, il rumore assoluto, il frastuono bello e allegro che abbraccia ogni cosa, che inonda e assorda, e nel quale scompariranno per sempre il dolore, la vanità e la vacuità delle parole. La musica era la negazione delle frasi, la musica era l’antiparola! Desiderava stare in un lungo abbraccio con Sabina, tacere, non dire mai più una sola frase e lasciar confluire il piacere nel tumulto orgiastico della musica. In quel beato fragore immaginario si addormentò”.

Per imparare l’amore. 

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3 comments

Carmen 21 Maggio 2013 - 11:33 am

Io leggerei primavera, estate, autunno e inverno IL PICCOLO PRINCIPE!
Ti rinfresca la mente in estate, ti riscalda il cuore in inverno <3!
per chi non l'avesse ancora fatto corra a farlo!

Angelo Capasso 21 Maggio 2013 - 6:05 pm

Per me “I pesci non chiudono gli occhi” di Erri De Luca è una lettura perfetta per l’estate.

biase 22 Maggio 2013 - 3:13 pm

l’ insostenibile leggerezza dell’essere mi è proprio rimasto nella mente e nel cuore. Il piccolo principe è un evergreen…il libro da tenere fisso sul comodino

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