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Ciak, si gira! Le radici del cinema

by Enza Murano

Parigi. Dicembre 1895. Prima proiezione pubblica a pagamento del cinematografo Lumière. Signore e signori, ecco a voi il cinema!

Grazie alla loro magnifica invenzione, i fratelli Lumière vengono considerati i padri fondatori del cinema. In realtà, però, già a fine ‘800 c’è chi inizia a spianare loro la strada con vari tentativi di animare le immagini in movimento e con diversi brevetti di ripresa e produzione. Il Kinetoscopio, creato nel 1891 da Thomas A. Edison, consente la visione di diverse immagini in movimento attraverso un mirino. Lo potete ammirare al Museo del Cinema di Torino, situato all’interno della Mole Antonelliana: se vi trovate nei paraggi vi consiglio vivamente di visitarlo (non è molto caro e ne vale la pena).

luniere 2Tornando a noi, il cinema non viene inizialmente considerato una vera e propria forma d’ arte, ma solo una semplice forma di intrattenimento destinata alle masse. Ai fratelli Lumière è legato il cinema realistico. Basti pensare a cortometraggi quali “L’arrivo di un treno alla stazione della Ciotat” e “La sortie de l’ usine Lumière à Lyon”, che mostrano scene di vita quotidiane. Infatti i loro film non si impongono a lungo sul mercato: è necessario differenziare il prodotto e spingersi verso la realizzazione di film di finzione. Ed è qui che entra in scena il grande Georges Méliès, che trasforma il cinema fino ad allora così realistico, in qualcosa di fantastico.

meliesL’elemento centrale dei suoi lavori è senza dubbio l’attrazione, messa in scena grazie ad effetti speciali quali la dissolvenza e l’ esposizione multipla (ossia la creazione di un’ immagine data dalla sovrapposizione di più immagini ottenute in diverse esposizioni), come possiamo notare nel film “L’homme-orchestre” in cui Méliès sdoppia se stesso sette volte all’interno di una stessa scena. Il suo film più conosciuto è senza dubbio “Viaggio nella luna”, considerato il primo vero film di fantascienza.

Cabiria_1914_posterSuccessivamente il cinema inizia ad acquisire importanza grazie alla valorizzazione dei poteri della messa in scena, e ciò accade nei primi anni dieci. Il film che più di tutti si fa carico di questo onere è “Cabiria”, noto kolossal italiano del 1914 diretto da Giovanni Pastrone, legittimato culturalmente da Gabriele D’Annunzio. Qui si abolisce il fondale dipinto bidimensionale per dare spazio a inquadrature che dilatano la visibilità e l’ intera vastità della scena: le scenografie diventano le vere protagoniste dell’inquadratura e le varie novità tecniche introdotte dal regista intensificano la potenza della scena. Grazie alla lampada elettrica ad arco, il regista riesce a governare in modo molto più preciso la direzione dei fasci di luce. Ma di sicuro la novità più importante è l’uso del carrello, brevettato appositamente da Pastrone; la cinepresa in movimento connette all’interno dello stesso piano due o più elementi della scena, scopre e dilata la vastità scenografica dell’ ambiente. Grazie anche al contributo di questo kolossal made in Italy, il cinema acquista un’identità più definita ed entra a tutti gli effetti a far parte della nostra vita.

Ciak! Si gira!

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