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Un weekend a Stoccolma – Una città fredda che sa scaldarti

by i-Cult

Stoccolma. Corde incrociate reggono piccole ed enormi imbarcazioni alle banchine portuali. Mensole e luminarie si aggrovigliano lungo pareti minimali in design ikeazzati e non. In ogni dove, bandiere con sfondo azzurro e crociato giallo rievocano ricordi sportivi poco piacevoli. Intrecci, di lana nei tessuti pesanti per salvaguardarsi dal freddo, di vita in un nuovo viaggio di coppia adrenalinico, di orari con un low cost a pennello tra il venerdì after-work milanese e la domenica sera, disegnano il più classico dei weekend, per l’occasione in terra scandinava.

Ad accoglierci una bufera di neve ed un atterraggio più avventuroso del previsto, così come il naso gelido e le guanciotte rosse appena fuori il portellone, il tutto molto nordico, un piacere visivo per la suggestiva distesa di neve bianca molto meno per il contatto epidermico “da brividi”.

Gira voce che la nuova moda tra i giovani di Stoccolma sia quella di rintanarsi di notte e non uscire a far baldoria come un tempo scorrazzando tra le città in cerca di divertimento, quindi messi insieme il lungo viaggio, la giornata lavorativa alle spalle, l’orario ormai bello maturo e la proibitiva condizione climatica, decido di approcciarmi alla cultura svedese godendomi il relax del mio confortevole ostello ed una loro bella e bionda… birra. Malpensanti cattivoni!

Stoccolma è fredda ma ti riscalda se ci entri a contatto; è una donna alta e bionda dagli occhioni glaciali, puoi averla tua anche solo per poche ore ma non la dimenticherai facilmente.

Il caos non ha terreno fertile da queste parti, l’ordine è un requisito basilare, lo percepisci di continuo dalle file per i musei alla semplice attesa per i mezzi pubblici, tutto segue un disegno preciso, stabilito e regolamentato; c’è rispetto per il prossimo ed è riduttivo definirli un popolo “freddo”, qui nessuno si limita nel sorriderti e/o darti informazioni: è stata una simpatica scoperta ad esempio constatare come alcune attività per sopperire al freddo lascino accesi dei veri e propri bracieri lungo le strade per dare un minimo di pausa calorosa e rifocillante ai turisti infreddoliti.

Maestosi ponti in sintonia con il paesaggio collegano i vari isolotti rendendo effimero lo spostamento tra di loro come se la laguna fosse tutt’uno, laddove la city piena zeppa di teatri, fast food e taxi gialli molto american style si intreccia con le isole più tradizionali, vichinghe negli usi e costumi.

Il cuore di Stoccolma

Gamla Stan è la medina della capitale svedese, il “core” come un simpatico giovane del posto ci ha indicato per definirlo in uno slang tecnico il cuore pulsante della capitale svedese, sede del Palazzo Reale che affaccia i suoi balconi ed il suo giardino sulle sponde del mare e delle tante viuzze strette, decorate da lampioni ottocenteschi e palazzi in pastello multicolor che si incontrano nelle caratteristiche piazzette in un sali e scendi di scalini e discese che rendono la visita anche un buona esperienza ginnica.

Il tempo è denaro dicevano i saggi e qui, con ogni probabilità, hanno preso il concetto alla lettera: circa 5 euro un biglietto di sola andata in metropolitana vero e proprio museo sotterraneo, 3 euro una bottiglietta d’acqua giusto per rendervi il parametro dello spesometro e regolarvi di conseguenza; economie a parte, una due giorni a Stoccolma mette a dura prova la vostra sete di cultura, poiché tra i tanti musei a disposizione (se ne contano una settantina) bisogna scegliere quello più idoneo alle vostre passioni ed esigenze.

Orientati già all’inizio verso una possibile scelta comune, la casualità vuole che un repentino ed improvviso cambio percorso ci indirizza verso Ostermalm, quartiere borghese e via principale dei negozio di lusso: una veloce occhiata alla Montenapoleone svedese e poi incantati dal mare e dal perimetro costiero pieno di localini estivi, chiusi ed innevati, ci imbattiamo sull’isola di Djurgården l’enorme parco cittadino dove sorge, il Vasa museum, la mostra dedicata al Vasa, la spettacolare nave affondata nel milleseicento circa, un incantevole e maestoso colosso di legno e sette piani per poterlo visitare al meglio.

stoccolma

Uno scenario suggestivo ed un museo molto ben strutturato, con migliaia di visitatori ed un’organizzazione notevole: un difetto? Sarà che probabilmente riempiamo più ristoranti che musei ma la traduzione in inglese, russo, finlandese, spagnolo, francese, tedesco e non quella in italiano mi stona un pochino. Vi abbiamo regalato anche l’accesso ad un Mondiale, non vi pare eccessivo? 😉

A quel punto per restare in tema, gira e rigira come ogni viaggio arriva l’ora della cucina tipica locale e quindi nella viziata ricerca culinaria del posto accogliente e del prodotto ittico scandinavo, in una di quelle stradine tortuose, una locanda dall’insegna in legno conquista l’occhio, il brontolio di stomaco fa il resto: “Slingerbulten” è una piccola trattoria dai tavoli in legno e tovaglie in cotone a scacchi bianchi e verdi che danno un tocco uniforme all’ambiente, laddove una coppia di dinamici biondoni si adopera per far funzionare tutto al meglio: il salmone marinato è invitante vista la località baltica, servito con patate bollite ed insaporite con una salsetta cremosa, buono il tris di aringhe in condimenti diversi, assolutamente da provare le polpette tipiche svedesi, piatto must della cucina scandinava, gustoso e saziante. Non vi consiglio il caffè ovviamente, potrebbe costarvi una corsa contro il tempo verso il bagno più vicino e sappiate che in giro anche quelli si pagano alla modica cifra di un euro, senza limiti di bisogni per fortuna!

 

Intanto il cielo si inscurisce, lo fa molto presto in Svezia di questi periodi, e quindi diventa necessaria una bevanda calda ed un posticino accogliente dove bivaccare un pochino: casualmente un singolo di Lucio Dalla ci ha colpito nel farci accomodare in un caffè della zona, a testimonianza del fatto che il bello e l’arte non hanno confini, specie se di casa nostra.

L’atmosfera notturna di Stoccolma

La notte, i giovani, la musica ed il divertimento invece hanno un nome solo, un quartiere a dire il vero: Sodermalm, isola direzione sud, dove un susseguirsi di localini e pub ospitano una clientela in cerca di svago, mentre da cornice alcune zone al suo interno come Sofo arricchiscono il contesto con numerosi negozietti vintage dalle svariate dimensioni e di diversa natura, con concetti artistici ed espressioni forti della società giovane e ribelle: abbigliamento, arte e design ma anche parrucchieri dalla boutique punk o ristoratori ed albergatori creativi e stravaganti. Culturalmente o probabilmente per esigenze climatiche difficilmente troverete svedesi vivere la strada, è quasi tutto concentrato all’interno delle attività: non spaventatevi se sembra poco vivo in giro, basta girare l’angolo giusto e nasce la situazione idonea in qualche locale nascosto. Consiglio “Indigo”, età sui trenta, piccolo ed essenziale ma accogliente, dai colori sgargianti, la musica giusta e buone bevute, in sintonia con l’ambiente nord europeo.

Poi d’incanto il giorno successivo ti svegli con un cielo limpido ed un sole raggiante e scopri che la notte prima raffiche di vento e neve hanno imbiancato monumenti e parchi, rendendo magica l’atmosfera e ancora più indimenticabile il soggiorno. Breve, conciso ed appagante. Tutte le città meritano di essere visitate; Stoccolma forse un pochino in più.

di Pasquale Diana

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