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Vigoressia e Ortoressia – Le Nuove Frontiere Dei Disturbi del Comportamento Alimentare

by Elisabetta Cristofaro

In un’epoca di grandi cambiamenti anche l’universo maschile sta cambiando e l’uomo moderno è protagonista di nuove e grandi sfide, incluse difficoltà come la vigoressia e l’ortoressia. Dall’adolescenza sino alla paternità, i maschi contemporanei devono confrontarsi con nuovi mandati sociali senza poter far riferimento a vecchi modelli sicuri.

Oggi l’uomo affronta i mutamenti dell’identità maschile ricercando una continuità tra il passato, quando l’uomo doveva essere forte e valoroso, e il presente\futuro, dove l’uomo non deve cercare il valore ma il successo e l’apparenza. Tale clima di mutamento comporta un disorientamento molto grande nella messa a punto di un Sé coerente.

I disturbi del comportamento alimentare

Le trasformazioni sociali, culturali e identitarie stanno avendo ripercussioni anche nel campo psicopatologico, infatti, anche l’uomo presenta Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA). Tali patologie hanno sempre avuto una connotazione prettamente femminile, infatti, di anoressia e bulimia (tra i più diffusi) erano affette solo le adolescenti e  le giovani donne. Con il tempo i DCA hanno smesso di essere un disturbo quasi esclusivamente di genere per diventare un disturbo di identità anche maschile.

Oggi non è più solo la donna a dover aderire a un ideale e un’immagine irraggiungibile ma anche l’uomo deve assecondare criteri di perfezione. Per l’aspetto fisico della donna l’accento è posto sulla magrezza, per l’uomo è esaltato un fisico asciutto e muscoloso.

La vigoressia

Tutto questo si traduce sul versante psicopatologico con la diffusione, tra i maschi, della vigoressia ossia l’incrementare eccessivamente la propria massa muscolare e il seguire un regime dietetico iperproteico. Inoltre l’esercizio fisico è praticato in maniera ossessiva tanto da compromettere le abituali attività sociali e\o lavorative. Inoltre si è evinto, da una ricerca su culturisti e frequentatori di palestra, che chi è a rischio vigoressia presenta un nucleo psicopatologico dipendente e la dipendenza è relativa all’esercizio fisico tanto da parlare di “dipendenza  da sala di attrezzi”.

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L’ortoressia

Un’altra patologia alimentare che si sta diffondendo sempre più e coinvolge molto il mondo maschile è l’ortoressia nervosa. Il termine deriva dal greco “orto”=corretto e “orexia”=appetito, desiderio, e infatti, indica la ricerca ossessiva per il mangiare sano. L’alimentazione sana e attenta, un po’ per moda, un po’ per una maggiore diffusione di informazioni mediche, è un tratto distintivo dei nostri tempi ma essa diviene patologica, e va ben oltre il prendersi cura di sé attraverso il cibo, quando diventa una via di fuga dalla vita e dalle relazioni sociali e lavorative che ne sono compromesse. Chi soffre di ortoressia pianifica tutto in virtù della sana alimentazione, acquista e prepara i pasti in base a criteri molto rigidi. Ciò dà un’illusoria sensazione di sicurezza e di controllo sulla propria vita, come evitare malattie dovute a un’alimentazione scorretta, e permette di assecondare il modello, culturalmente accettato, di un fisico perfetto.

Le caratteristiche di patologie come la vigoressia hanno molto in comune con i DCA, più conosciuti, quali anoressia e bulimia, tipicamente femminili: eccessivo desiderio di controllo attraverso il cibo o la fame, attuare dei rituali per i pasti, perseguire il perfezionismo, utilizzare sostanze come integratori per pompare i muscoli o lassativi per eliminare dal corpo le calorie acquisite, attuare un esercizio fisico eccessivo, e percepire il proprio corpo mai abbastanza vigoroso o magro.

Per l’uomo, come per la donna, il cibo svolge una funzione protettiva o consolatoria e non racconta mai un bisogno del corpo, ma racconta altro rispetto al corpo. Semmai il corpo diventa lo scenario in cui sono espressi la fatica e il dolore dei rapporti sociali, familiari e intrapsichici.

 

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