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La violenza ostetrica – In sala parto con Jack lo Squartatore

di Elisabetta Cristofaro

Web, telegiornali e programmi tv hanno puntato mille e più volte i riflettori sugli omicidi e sulle violenze che avvengono sulle donne, ma si parla poco di violenza ostetrica. Gran parte di queste violenze si consumano per mano di mariti, compagni o ex, ma purtroppo l’orrore vissuto dalla donna non si esaurisce solo nell’ambiente domestico.

Fenomemi di ferocia e inumanità avvengono anche negli ospedali sulle partorienti che si accingono a vivere uno dei momenti più delicati e difficoltosi della propria esistenza. Numerosi componenti delle equipe ospedaliere trattano il corpo delle donne come carne da macello, senza rispettare né la donna, né la vita che sta venendo al mondo.

La violenza ostetrica è un fenomeno sommerso ma ampiamente diffuso nel nostro paese e non solo.

L’O.M.S. (Organizzazione Mondiale della Sanità) solo nel 2014 ha denunciato i trattamenti “irrispettosi, negligenti e abusanti” che vengono perpetrati sulle donne durante il parto. Il problema non riguarda solo l’abuso fisico sul corpo della donna o l’impossibilità di dare un adeguata terapia per il dolore ma anche l’assenza di riservatezza durante un momento così delicato come il parto oltre che la mancanza di un valido consenso informato.

violenza ostetricaMolte donne hanno vissuto e vivono l’esperienza del parto come un trauma che ha ripercussioni psicologiche anche gravi come ansia , blocco della sessualità, nochè fisiche come il vaginismo, a causa delle lacerazioni avvenute durante il parto. Le partorienti, in molti casi, vengono ingiuriate dall’equipe medica come incapaci di partorire, di spingere adeguatamente o di lamentarsi troppo per il dolore, senza dimenticare frasi sessiste relative alla divaricazione delle gambe.

La manca di umanità si esprime anche nei casi di morte dei neonati, in cui i genitori vengono lasciati da soli nell’elaborare il lutto, senza offrire loro uno spazio per poterlo fare, come se la vita spezzata di un neonato non fosse una perdita da considerare.

CiaoLapo Onlus, associazione che tutela la gravidanza e il supporto psicologico dei genitori fondata dalla psichiatra Claudia Rivaldi, ha raccolto dati che dimostrano come il 35% delle donne abbia ricevuto un trattamento medico senza che ne fosse a conoscenza. Le partorienti non sono informate su cosa sta accendendo durante il parto, né sono interpellate per decidere sulle procedure da attuare nei vari momenti.

partoFoto tratta da HuffingtonPost: #bastatacere è la campagna social per dare voce alle donne vittime di violenza ostetrica

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