Il teatro-museo di Salvador Dalì: un ingresso nel suo mondo

La notizia dell’esposizione di oltre 100 opere di Salvador Dalì a Sorrento mi offre occasione per parlare del più grande museo surrealista al mondo. Si tratta di un, non a caso definito, teatro-museo,  disegnato e concepito dallo stesso Salvador Dalì e inaugurato nel 1974. L’edificio deve essere visto, nel suo insieme, come una grande opera dell’artista che, dando vita a questo teatro-museo, ci concede la possibilità di entrare all’interno del suo affascinante mondo. Il teatro-museo di Dalì a Figueres (Spagna), ci concede quindi la possibilità sia di godere della vista delle sue opere che di comprendere a pieno la sua genialità. Come lui stesso afferma:

E ‘ovvio che esistono altri mondi, questo è certo, ma, come ho già detto in molte altre occasioni, questi altri mondi sono dentro il nostro, risiedono nella terra e precisamente al centro della cupola del Museo Dalí, che contiene il mondo nuovo, insospettato del Surrealismo.

L’edificio sorge sulle rovine di un teatro costruito nell’ottocento e distrutto durante la guerra civile spagnola del 1939. Del teatro, di cui tuttavia restava ancora la struttura di base, rimase affascinato Salvador Dalì che lo scelse come sede di quel che oggi è il suo teatro-museo, dopo che il sindaco gli ebbe proposto di costruire un museo dedicato al più celebre cittadino di Figueres.

Dove, se non nella mia città…dove se non qui? Il Teatro Comunale, o ciò che rimaneva di esso, mi sembrava molto appropriato per tre motivi: in primo luogo, perché io sono un pittore prevalentemente teatrale, in secondo luogo, perché il teatro si trova proprio di fronte alla chiesa dove sono stato battezzato, e  terzo, perché è proprio nella sala del vestibolo del teatro, che ho tenuto la mia prima mostra di pittura

Il teatro-museo comprende più di 4.000 lavori che sono il riflesso di tutta una serie di tecniche e materiali differenti: pitture, sculture, gioielli, ologrammi, collage, un salotto con mobili, fotografie e molto altro. Una larga parte di questi capolavori fanno parte della collezione permanente del teatro-museo, altri di esposizioni temporanee. Inoltre l’edificio conserva una piccola selezione di opere di altri artisti (Marcel Duchamp, El Greco), collezionate da Dalì, e una galleria dedicata a Antoni Pitxot, amico dell’artista. All’esterno colpiscono le grandi uova e la cupola, all’interno rimarrete sorpresi da ogni singolo oggetto.

Consiglio vivamente di entrare nel suo fantastico mondo, e se non siete mai stati attratti dalle sue opere uscirete dal teatro-museo rivalutando le vostre opinioni. In ogni caso se andare in Spagna non vi è possibile, dal 14 giugno avrete l’opportunità di ammirare oltre 100 opere del grande artista esposte a Sorrento, in Villa Fiorentino. Alla mostra, che prende il nome di “The Dalì Universe”, si potranno ammirare: sculture in vetro, gioielli, mobili, oggetti d’arredamento e molto altro. Oltre alla sede già citata, le opere saranno esposte anche nelle piazze di Sorrento: in piazza Andrea Veniero ci sarà l’orologio sciolto che richiama quello del celebre dipinto “La persistenza della memoria”. Per chi proprio non può fare a meno di aspettare al 28 maggio, sarà pronto un primo allestimento visibile, sino a pochi giorni dall’apertura, solo ai ragazzi di tutte le scuole campane.

Preparatevi a non perdere questa rara occasione, l’ingresso a Villa Fiorentino costerà 5€  e avrete tempo fino al 29 settembre.

Veronica Cimmino: Femminista. Entusiasta. Mi piacciono i libri, e l’odore della carta; amo i cavalli, l’odore della pioggia, i treni, le stazioni, le ultime chiamate. Ossessionata dal gesto artistico, sono interessata a qualsiasi espressione umana. Mi interessano le tradizioni, le persone, gli atteggiamenti. Il teatro: Dio salvi il teatro! (anche se sono agnostica). L’architettura, le chiese, Borromini: la luce. Amante dei monologhi, delle introspezioni, del flusso dei pensieri; questo spiega solo in parte la mia ossessione per Virginia Woolf, e mi sento quasi costretta a citarla, perché forse nulla potrebbe descrivermi meglio di quando afferma: “[…] I’m not one of those who find their satisfaction in one person, or in infinity”.

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