Controllare gli oggetti con la forza del pensiero. Sembra assurdo eppure un team di scienziati e ingegneri del Biomedical Functional Imaging and Neuroengineering Laboratory dell’università del Minnesota è riuscito a trovare un modo per controllare il volo di modellini di elicottero con la sola forza della mente.
L’elicotterino, brevettato con il nome di Orbit, può essere controllato mediante le onde cerebrali grazie all’utilizzo di un interfaccia cervello-computer (BCI) che capta l’attività cerebrale e la invia al mezzo volante. L’utente ovviamente dovrà rimanere concentrato e rilassarsi per poter pilotare il piccolo veicolo: insomma una vera e propria telecinesi.
Vista la scarsa attività elettrica generata da un singolo pensiero, le apparecchiature BCI di maggior successo finora, sono state quelle basate sull’uso di elettrodi impiantati nel cervello mediante un intervento chirurgico. Si tratta dunque di un approccio decisamente invasivo e non scevro di rischi soprattutto per quei soggetti che presentano uno stato generale di salute compromesso da un trauma o da una patologia degenerativa. L’eccezionale novità, introdotta dal team statunitense sotto la guida del dottor Bin He, è l’utilizzo di una metodica molto meno invasiva che consente di evitare l’impianto degli elettrodi e di ricorrere a caschetti e sensori decisamente più comodi e che saranno sempre più miniaturizzati.
E’ facile immaginare gli eccezionali vantaggi che una scoperta del genere può portare in ambito medico e assistenziale. Questi sistemi di controllo “mentale” infatti potranno tornare utilissimi come supporto a persone affette da patologie neurodegenerative invalidanti come la SLA. Questi pazienti, infatti, perdono gradualmente la capacità di muoversi per ridursi, nelle fasi terminali della malattia, a uno stato di paralisi totale e attraverso questa avanzatissima tecnologia potranno compiere mansioni semplici come chiudere una porta o accendere la tv, utilizzando gli impulsi cerebrali.
Insomma chapeau per queste straordinarie menti d’oltreoceano! Ma se vogliamo dirla tutta il primo ad investire energie e tempo su un progetto simile è stato un italiano, magari ve lo ricordate… date un’occhiata a questo video