Primo trapianto di cuore da cadavere. Adesso tutto è possibile!

Accade nel Regno Unito: primo trapianto di cuore da cadavere in Europa.

Negli ultimi giorni, sui quotidiani inglesi impazza la notizia di questo incredibile intervento chirurgico.

Sembra fantascienza, ma invece è la realtà

Ѐ il 2015 e sì, siamo sul pianeta Terra. Un sessantenne londinese sente squillare il proprio telefono. Risponde e scopre che è il Papworth Hospital nel Cambridgeshire dove era in lista d’attesa per un trapianto di cuore dal 2009.

Un cuore è pronto per essere trapiantato. E fin qui la notizia sarebbe ormai di routine. Ma c’è un particolare che rende tutto incredibile e sorprendente: il cuore è stato prelevato da un paziente morto, non solo cerebralmente.

Anche un medico potrebbe chiedersi: com’è possibile? Qualsiasi organo senza rifornimento di sangue e nutrienti, dopo un lasso ti tempo di 10-15 minuti viene lesionato in maniera irrimediabile.

Ebbene, la celerità in questa storia ha vinto e così dopo poco più di 5 minuti dal decesso, il cuore è stato prelevato, ibernato e alimentato. Sempre in tempi ristretti, l’organo è stato impiantato e riattivato nel ricevente attraverso una pompa extracorporea che ne ha permesso il monitoraggio per 60 minuti. Avendo così accertato l’efficienza del cuore resuscitato, lo stesso è stato collegato al sistema vascolare.

Huseyin Ulucan è così divenuto il primo paziente in Europa a ricevere un cuore da cadavere. Precedenti casi si erano registrati in Australia e Stati Uniti.

Tutto ciò apre prospettive interessantissime nel Vecchio Continente, con la possibilità di aumentare considerevolmente i donatori e quindi i trapianti con migliaia di vite salvate ogni anno.

Ed in Italia?

Nel nostro Paese, purtroppo, tale prospettiva sembra davvero remota. Infatti in Italia si possono prelevare gli organi solo se il battito è assente da almeno 20 minuti. Un tempo questo che danneggia irrimediabilmente ogni organo, quindi anche il cuore. Nel U.S.A., ad esempio, il tempo di attesa è di soli 5 minuti.

Il nostro punto di vista

Vivendo in un’epoca in cui velocità è la parola chiave del viver quotidiano, perché non consentire ai migliaia di pazienti in lista d’attesa di poter “usufruire” di organi prelevati in tempi più celeri e quindi anche più in salute? La percentuale di errori nella constatazione del decesso è davvero insignificante, quasi inesistente. Quindi la revisione delle nostre leggi sembra essere obbligatoria. Speriamo davvero che questa notizia possa stimolare chi ha il dovere di offrire ai cittadine le migliori cure possibili.

Mario D'Errico: Come Geppetto in Pinocchio amo aggiustare le cose... ed anche le persone. Medico ortopedico di professione, nel tempo libero sportivo e appassionato di tutto ciò che riguarda il mondo della scienza... e del cibo. La velocità è una mia prerogativa, sarà per questo che amo così tanto correre. L’amore e la fiducia i pilastri su cui costruire il mio futuro.

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