Reminiscing – Lo sviluppo della memoria autobiografica attraverso il caregiver

Fin dall’alba dei tempi l’uomo ha sentito l’esigenza di raccontarsi, prima attraverso l’arte figurativa, poi con la parola. Miti e leggende sono una testimonianza di questa grande necessità dell’umanità di narrarsi.

Da un punto di vista psicologico, la narrazione è una funzione mentale che garantisce all’individuo l’organizzazione del proprio mondo interiore e contribuisce a dare significato alla propria esperienza di vita. Infatti, secondo Jerome Bruner la narrazione è il racconto del Sé, che si sviluppa nel ripercorrere eventi ed esperienze, attribuendo emozioni e idee, contribuendo alla formazione dell’identità.

Raccontarsi aiuta ad essere più consapevoli di sé e quindi ad avere una maggiore conoscenza di se stessi così da prevenire disagi psicologici. Ad influenzare lo sviluppo della capacità narrativa, durante la prima infanzia, è la qualità dell’interazione tra caregiver e bambino.

Infatti, Lev Vygotskji riteneva che le abilità dell’individuo si sviluppano, innanzitutto, sul piano interpersonale ponendo grande attenzione a ciò che accade tra bambino e genitore. Durante l’età prescolare solitamente i genitori intraprendono conversazioni con i propri figli e tale attività diadica ha un particolare rilievo per lo sviluppo cognitivo, sociale ed emotivo del bambino.

Negli anni ’90 la psicologia dello sviluppo si è ampiamente occupata del reminiscing, ossia delle interazioni tra bambino e caregiver in età prescolare. Parlare con i propri figli delle esperienze vissute insieme aiuta il bambino a comprendere le emozioni, che sperimenta così da creare un buon terreno per il benessere psicologico.

Tale attività è fondamentale per lo sviluppo della memoria autobiografica, in cui sono conservati i ricordi relativi alle proprie esperienze, delle abilità linguistiche più complesse, cioè maggiore conoscenza sintattica e semantica delle parole, della conoscenza del sé, quindi maggiore comprensione e definizione di sé, e della competenza emotiva, ossia riconoscere e fronteggiare le emozioni soprattutto quelle negative.

Inoltre, diversi studi hanno evidenziato che ci sono diversi stili di reminiscing che hanno influenze differenti sullo sviluppo delle capacità del bambino.

Le madri che utilizzano uno stile di reminiscing caratterizzato da conversazioni ripetitive, brevi e povere di domande, stimolano poco il bambino alla conversazione. Invece, uno stile di reminiscing più ricco ed elaborato, caratterizzato da molte domande, descrizione particolareggiate degli eventi, risalto degli aspetti emotivi, contribuisce al maggiore coinvolgimento del bambino nella conversazione così da favorire lo sviluppo della memoria autobiografica, della capacità linguistico- narrativa, comprensione del Sé e competenza socio-emotiva.

Lo sviluppo di tali competenze consente la nascita del senso di coerenza, che è fondamentale nelle percezione di sé come individuo unico e costante nei vari ambienti sociali e nel fronteggiare i diversi eventi della vita.

Elisabetta Cristofaro: Psicologa e specializzanda in psicoterapia sistemico-relazionale. Amante di tutto ciò che è semplice: chiacchiere tra amici, buon cibo e un bel film. Credo molto nel contatto tra le persone e nelle relazioni come elisir di buona vita.

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