Idee per Pasqua? Approfitta della riapertura di tre domus a Pompei

Risale a poche settimane fa la notizia della riapertura di tre domus a Pompei. Quali? La domus di Trittolemo, la domus di Romolo e Remo, la domus di Marco Lucrezio Frontone. Quando? Il giorno di Pasqua. E’, questo, parte del piano di rilancio annunciato dal Ministro del Mibact, Dario Franceschini, che ha deciso di velocizzare le opere previste dal “Grande Progetto Pompei” e cofinanziato dall’Unione Europea. In anteprima, da Aprile, saranno inoltre visibili alcune stanze della domus dei Vettii, in attesa del completamento dei restauri sia della suddetta domus, che del famoso mosaico del Cave Canem.
Di cosa stiamo parlando? Di un unicum, di una città ferma al 79 d. C. (crolli a parte), di un sito archeologico tra i più famosi al mondo e che si colloca al secondo posto nella lista dei siti archeologici più visitati nel 2013. Battuto solo dal Colosseo per numero di visitatori, il sito versa in condizioni deplorevoli. Le notizie, oramai giornaliere, dei crolli e soprattutto dei furti, ci fanno riflettere su quanto sia necessario un piano di tutela. Ma quanto ci ha mostrato il sito archeologico che stiamo distruggendo? Quanto è stato importante per noi? Si tratta del grande archivio della pittura parietale romana: grazie a Pompei e alle altre città sommerse, si è potuta infatti documentare la pittura parietale coeva romana. Le città vesuviane sono sempre state e restano una fonte inesauribile di studio, data la mancanza di testimonianze altrettanto complete e specifiche. La catalogazione negli – impropriamente chiamati – stili, deriva da studi condotti su queste città vesuviane.

Un breve cenno, ora, alla struttura più semplice della casa pompeiana: si articola intorno ad un atrio, al centro del quale si innesta l’impluvium, che ha la funzione di raccogliere l’acqua piovana che scende dall’apertura sovrastante (compluvium), ricordando una legge romana che obbligava i proprietari a dover gestire l’acqua che entrava nella loro proprietà e a curarsi che questa non nuocesse alla proprietà d’altri.  L’atrio è porticato e immette nelle varie stanze (cubicula). Di fronte all’ingresso principale è il tablinum, la stanza dove il padrone riceveva i suoi ospiti, aperta sia verso l’atrio che verso il peristilio e chiusa grazie a tendaggi. Di fianco al tablinum era, di solito, il triclinum, la stanza da pranzo addobbata con un tavolo e tre letti disposti lungo tre dei suoi lati. Al di là del tablinum segue il peristilium, il giardino circondato da un peristilio. Questo è lo schema strutturale da cui non si discosteranno molto le abitazioni più ricche e complesse.
Uno sguardo alle domus in questione:

DOMUS DI TRITTOLEMO: ubicata nella regio VII, insula VII, civici 2,4,5,14,15. Quelle che erano in origine due case indipendenti d’età preromana, dopo i danneggiamenti subiti dal terremoto del 62 d.C., le due case furono rese intercomunicanti tra di loro e inglobate in un’unica proprietà. Venne scavata da Giuseppe Fiorelli nel 1870, fu gravemente danneggiata dai bombardamenti del 1943, in cui andarono parzialmente distrutti il quadro con “Trittolemo presso la biga dei serpenti”, che riceve da Proserpina un kalathos ricolmo di spighe e un altro con “Venere marina, seduta sulla schiena di un Tritone. Altri bombardamenti dello stesso anno portarono alla perdita quasi totale delle pitture di II e IV stile. Restauri del 1946  riguardarono in particolar modo la ricostruzione del muro di confine con la casa di Romolo e Remo e della vasca dell’impluvium nell’atrio.

DOMUS DI ROMOLO E REMO: ubicata nella regio VII, insula VII, civici 10-13, fu scoperta tra il 1846-47. A causa dei molti danneggiamenti subiti dai bombardamenti, si ebbe il decadimento pressoché totale dei dipinti della casa decorata in IV stile. Il nome della casa è dato dalle pitture raffiguranti Romolo e Remo allattati dalla lupa e da quelle riguardanti la loro nascita, ma notevoli sono pure le pitture di fondo del peristilio con scene di animali.

DOMUS DI MARCO LUCREZIO FRONTONE: ubicata nella regio V, insula IV, è un’interessante esempio di elegante e piccola dimora di età imperiale. Ricordiamo, nel tablino, le lunghe pareti che al centro mostrano quadri raffiguranti “Marte e Venere” e “Dioniso e Arianna”, databili tra il 35 e il 45 d.C. Ancora, la raffigurazione della “Menade rapita nella danza orgiastica” e, nel triclinio, la tragedia  di Euripide, Andromaca”; nei giardini, invece, sono dipinte scene di caccia e molti animali esotici e non. Il restauro restituisce: “L’uccisione di Neottolemo per mano di Oreste sull’altare di Apollo a Delfi, “Teseo e Arianna, “Pompa trionfale di Bacco”, “Le nozze di Marte e Venere”, “La toeletta di Venere”, varie scene di caccia.

Veronica Cimmino: Femminista. Entusiasta. Mi piacciono i libri, e l’odore della carta; amo i cavalli, l’odore della pioggia, i treni, le stazioni, le ultime chiamate. Ossessionata dal gesto artistico, sono interessata a qualsiasi espressione umana. Mi interessano le tradizioni, le persone, gli atteggiamenti. Il teatro: Dio salvi il teatro! (anche se sono agnostica). L’architettura, le chiese, Borromini: la luce. Amante dei monologhi, delle introspezioni, del flusso dei pensieri; questo spiega solo in parte la mia ossessione per Virginia Woolf, e mi sento quasi costretta a citarla, perché forse nulla potrebbe descrivermi meglio di quando afferma: “[…] I’m not one of those who find their satisfaction in one person, or in infinity”.

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