Capita ogni anno che un gruppo di professoroni decida di sputare veleno sul vaccino senza rendersi conto che in gioco c’è la salute di tutta la popolazione. Vaccinarsi non è solo un obbligo/diritto costituzionale, ma è soprattutto un atto di responsabilità sociale! Se provate a chiedere a qualcuno dei grandi luminari dell’anti-vaccino il perché di tanto allarmismo, probabilmente vi risponderà che il vaccino provoca l’autismo. Qualcun altro, forse, vi dirà che è elevatissimo il rischio di sviluppare l’epilessia.
Ma i più divertenti sono certamente gli intellettuali del “tutti sanno che” oppure “ho letto che”. Quelli che, senza alcuna informazione degna di poter essere chiamata tale, si arrogano il diritto di decidere che per i loro figli sia meglio non vaccinarsi. Ecco, tutte queste opinioni, che come credibilità sono confrontabili alle teorie complottistiche sulle scie chimiche, ebbero inizio nel lontano 1998, quando il Dott. Wakefield pubblicò sulla celebre rivista Lancet uno studio che “dimostrava” la correlazione tra il Vaccino MPR (anti Morbillo, Parotite, Rosolia) e la Sindrome di Kanner, meglio nota come Autismo.
“OMMIODDIO, allora è vero?” vi starete chiedendo. Ma lasciatemi terminare e capirete che…
Qualche anno dopo si scoprì che il medico britannico aveva contraffatto i dati inseriti nello studio. Il fine di tutto questo grande imbroglio era tanto losco quanto meschino: il furbo Wakefield aveva infatti “brevettato” un fantomatico test dal potere eccezionale di individuare, prima dell’iniezione, i bambini a rischio di autismo post-vaccino. Ovviamente il tutto aveva un costo, quindi anche un grande profitto! Adessso, la domanda che certamente vi starete ponendo è: “come si è conclusa questa barzelletta?” Ovviamente l’unica soluzione possibile era la radiazione dall’ordine dei medici dell’illustre dott. Wakefield, cosa che è puntualmente avvenuta!
Le ripercussioni di quella pubblicazione sul vaccino, però, sono tutt’altro che finite.
La realtà dei fatti è che ciò che non si vede non fa paura! Molti neogenitori non hanno mai visto pazienti con esiti di poliomelite e, quasi certamente, non hanno sofferto la morte di colleghi, amici o parenti a causa del tetano. Quindi riescono con serenità a prendere una decisione così importante. Una cosa però va detta chiaramente: si può certamente avere il coraggio e anche l’arroganza di vantarsi della coraggiosa scelta di non vaccinare, ma è pur vero che per questa assurda, stupida e spericolata decisione, chi decide di non vaccinare dovrebbe sentire forte su di se il peso della morte della piccolo bambino di Bologna!
Sia ben chiaro, non si sta in alcun modo provando a negare che il vaccino, in quanto farmaco, abbia i suoi possibili effetti avversi. Anzi, proprio per una completezza di informazione, termineremo questa nostra riflessione elencando gli iper-studiati effetti collaterali dei vaccini. Infatti il bambino appena vaccinato potrebbe manifestare:
– arrossamento e dolorabilità in corrispondenza della sede di iniezione, ma l’applicazione di un panno umido e freddo può subito ridurre i sintomi;
– febbre nelle 48 ore successive alla vaccinazione, che con riposo, idratazione e paracetamolo (Tachipirina) si risolve in pochi giorni;
– irritabilità, sonnolenza o pianto insolito (mia mamma me lo rinfaccia ancora!), che scompaiono nel giro di poche settimane;
– convulsioni febbrili (cosa ben diversa dall’Epilessia) e facilmente controllabili;
– reazioni allergiche, fino allo shock anafilattico (rarissimo). Queste ultime sono reazioni immediate e per tale motivo il medico che somministra il vaccino è tenuto a mantenere in osservazione il piccolo paziente per almeno 15 minuti, durante i quali in casi di reazioni basterà somministrare agenti alfa-agonisti e tenere sotto controllo il paziente.
Tale lista di effetti collaterali potrebbe spaventare, ma è chiaro a tutti che sono effetti comuni ad ogni farmaco, quindi estremamente rari e facilmente gestibili nella stragrande maggioranza dei casi.
Quindi VACCINATE!