Tra tutti i generi cinematografici la fantascienza è uno dei più ostracizzati.
Se voglio invitare qualcuno a vedere un bel film sci-fi al cinema, so bene che dovrò pescare tra i miei amici più nerd e non è detto che acconsentano. Per non parlare di proporlo ad una ragazza: probabilmente ci sono più chance che accetti di vedere un film horror o una partita di calcio!
Con la fantascienza non ci sono mezze misure, o la si ama o la si odia. La verità è che questo paria della cinematografia è spesso vittima di un pregiudizio, che associa questo genere a filmoni roboanti e fracassoni, conditi da effetti speciali e abitati da astronavi spaziali, raccapriccianti alieni, robottoni, cloni, mutanti, armi ipertecnologiche.
Sicuramente lo sci-fi è anche questo.
Il problema è che non è esclusivamente questo.
Innanzitutto perché non servono a tutti i costi gli effetti speciali per fare un film di fantascienza (guardate l’originale Invasione degli Ultracorpi del 1956 e assisterete ad un aggressione aliena in piena regola senza la benché minima traccia di effetti speciali). Quello che la buona fantascienza dovrebbe fare, infatti, non è stordire lo spettatore con le tecnologie digitali, ma farlo riflettere sulla società moderna e le sue contraddizioni. A volte addirittura anticiparle. Prendete il recente Looper: la trama davvero inverosimile è una metafora per mostrarci come oggi viviamo tirando avanti in perenne debito con noi stessi, così affannati nel vivere il presente da non preoccuparci del futuro che stiamo bruciando.
C’è dunque una fetta del genere sci-fi, sicuramente più soft nell’estetica, ma ugualmente affascinante, dove uno o pochi elementi di science fiction sono un pretesto immaginario per parlare d’altro. Come l’amore per esempio. Sì, oltre alle spade laser e i viaggi nel tempo, ci sono film di fantascienza in cui la storia d’amore è la trama portante o l’oggetto di riflessione. E non sto parlando di film in cui c’è una storia d’amore, ma di film il cui tema è l’amore declinato nelle sue varie sfumature e sfaccettature in chiave fantascientifica. In fin dei conti non è una equazione le cui incognite e variabili vanno oltre qualsiasi logica fisica, chimica e biologica?
Ne I Guardiani del Destino (2011, regia di George Nolfi), secondo le alte sfere che controllerebbero le vite degli uomini dando loro solo la parvenza del libero arbitrio, il politico David Norris (Matt Damon) è destinato a diventare presidente degli Stati Uniti se la sua vita resterà fuori dall’orbita della ballerina Elise Sella (una splendida Emily Blunt): si corre per buona parte del film contro un piano chiamato destino scritto da qualcun altro e che proprio non si riesce a comprendere. Eppure l’ultima parola siamo noi a metterla. Qual è lo spazio del nostro libero arbitrio? Qual è il posto che l’amore ricopre in tutto questo?Il film prova a suggerire una risposta… decisamente melensa.
Dopo averla conquistata con questo minicineforum di film sci-fi, vorreste poi provare a farla appassionare alle saghe di Star Wars e Alien?
Adesso non esagerate, non siamo mica in un film di fantascienza!