Il 7 settembre è uscito nelle sale italiane il film “Banksy does New York” di Chris Moukarbel, distribuito da Wanted. Molto si parla della vita stramba e fuori dal comune di questo artista americano che sta personalizzando con la sua arte le strade della Grande Mela. Ma ancora più curiosa è l’apertura di un’installazione artistica temporanea organizzata da Bansky dal 21 agosto al 27 settembre 2015: Dismaland. Ma più che del film, che prende spunto e dettagli proprio da questo fenomeno artistico e del parco giochi, voglio soffermarmi principalmente sull’artista, per chi non lo conosce e per dare maggiori informazioni a chi già ne ha sentito parlare.
Il vero nome di questo artista non è noto, ma si sa per certo che è cresciuto a Bristol. Una delle caratteristiche che ha reso famoso Banksy è la sua abilità di entrare nei musei più importanti del mondo e appendere le sue opere tra le altre già presenti. Il più delle volte trascorrono dei giorni prima che qualcuno si accorga dell’intrusione. I suoi temi preferiti in questi casi sono quadri dipinti in perfetto stile settecentesco, con l’aggiunta di alcuni particolari completamente anacronistici, come nobili del Settecento con bombolette spray o dame di corte con maschere antigas.
Banksy ha toccato un’ampia gamma di temi, come i salari nei fast-food, la crudeltà sugli animali nell’industria della carne, le vittime civili in Iraq e l’ipocrisia del mondo dell’arte. E’ proprio tra di noi, all’esterno, che l’arte dovrebbe vivere, secondo l’artista, in modo da essere un servizio pubblico per tutti e scatenare dibattiti. I suoi fan hanno setacciato per giorni e giorni le strade della Grande Mela alla ricerca di una sua creazione, mentre i proprietari di immobili e di aree private hanno cominciato a rimuovere e oscurare le opere dell’artista. Durante uno dei suoi ultimi giorni a New York, l’artista ha posizionato dei palloncini con le lettere che componevano il suo nome nel Queens, vicino ad un luogo simbolo per l’arte dei graffiti, destinato ad essere demolito di lì a poco. Un’azione che puntava a richiamare l’attenzione della gente, che si è presto concentrata sotto l’installazione che sarebbe stata rimossa. E proprio quando un gruppo di uomini è intervenuto per tentare di abbatterla, la reazione della folla non si è fatta attendere. Subito è stata messa in scena un’azione di protesta per salvare l’opera, documentata poi da video postati su Facebook e su Youtube.
Con Dismaland Banksy prova a proporre un parco che lui definisce come un festival di arte ed introduzione all’anarchia, una parodia del mondo Disney con castelli decadenti ed un mondo fatiscente, con espliciti riferimenti al mondo del potere e dl consumismo.
Il prezzo d’ingresso al parco sarà molto economico, infatti oscilla intorno alle 3 sterline; ma gli organizzatori dell’evento sconsigliano l’ingresso ai bambini, date le tematiche adulte e le immagini angoscianti cui ci si può trovare.