La nostra retrospettiva su Frida Kahlo, partendo dalle opere e dallo sfondo internazionale in cui si muoveva e dal quale ella traeva suggestioni.
Forte fu l’influenza del movimento stridentista, nato a Città del Messico, su ispirazione futurista, dal carattere antiaccademico e pulsante di nuovi ritmi rappresentativi. Per via della potenza iconografica della Kahlo, sono esposte le fotografie di Nicolas Murray (uno dei suoi amanti) e Leo Matiz.
“Ma io rappresento la mia realtà, non i miei sogni!” (Frida Kalho, Stefania Bonura, p. 76)
Gli autoritratti rivestono la struttura portante della sua poetica: “Autoritratto con Abito di Velluto” (1926), dedicato al suo amore adolescenziale Alejandro Gómez Arias, carico di sensualità e mistero, per concludere con “Autoritratto con Colomba e Lemniscata” (1954) eseguito a matita, il cui tratto approssimativo e la mancanza di colore fa trasparire il definitivo aggravamento della sua salute che l’avrebbe portata alla morte quello stesso anno.
“In vita mia mi sono capitati due incidenti gravi. Il primo quando un tram mi ha messa al tappeto. L’altro è Diego”. (Cfr. Herrera, Frida cit., p. 80)
Nell’opera “Autoritratto come Tehuana o Diego nei miei pensieri” (1943), dichiara sia l’intento dell’incarnare in sé la tradizione del Messico contadino, sia di appartenere ad un mondo femminile autonomo e matriarcale. Ma il ritratto del suo Diego in piena fronte, rimanda ad un sentimentalismo vorticoso e conflittuale, tipico dell’animo di una donna del Sud.
Frida Kahlo è ritenuta antesignana del femminismo, oltre che per il suo attivismo politico, anche perché si ritenne soddisfatta quando ricevette l’incarico di insegnante presso la Scuola di Pittura e Scultua La Esmeralda, impiego che le permise di ottenere la tanto agognata indipendenza monetaria dal marito. Ma, a differenza di certe femministe, non cadde nell’orrore di annientare il suo lato femminile pur di rivendicare una parità dei sessi. Anzi, il suo successo è dovuto al coraggio avuto nell’esporre con forza la delicatezza, caratteristica di ogni donna, senza confonderla con la debolezza. Baluardo della sua pittura è l’onestà, l’assenza di vergogna o timore con la quale l’artista mette a nudo le proprie emozioni. Sublima il dolore conferendogli le forme simboliche nella sua arte.
Le immagini da cui Frida Kahlo attinge le si rivelano da un mondo altro, da quell’energia universale che si svela alla terra per mostrarsi in superficie. La donna è allegoricamente legata da sempre alla terra e al mistero ad essa connesso. Frida rappresenta questo mistero insolubile, così nell’arte come nella vita: autenticamente donna. La definizione più appropriata della sua opera la dà Diego (e chi meglio di lui):
“É la prima volta nella storia dell’arte che una donna ha espresso con totale sincerità, scarna, e si potrebbe dire tranquillamente feroce, quei fatti generali e particolari che riguardano esclusivamente le donne”.
(Diego Rivera su Frida Kahlo. Cit. in Jamis, Frida Kahlo cit. p. 225)