Il Giovane Favoloso. Fin da piccola, ho sempre provato estrema simpatia per Giacomo Leopardi. Non perché lo trovassi buffo o divertente, in stile pagliaccio circense col naso rosso. La simpatia a cui mi riferisco è la συμπάϑεια intesa come quella inclinazione istintiva che ti porta ad affezionarti ad una persona e a condividerne i dispiaceri.
Ecco, Giacomo Leopardi per me rappresentava una sorta di amico immaginario da difendere, un geniaccio incompreso a cui voler bene. La stessa tenerezza che provavo allora, l’ho riscoperta qualche sera fa, nelle sale di un cinema, guardando Il Giovane Favoloso di Mario Martone.
Il film racconta la biografia del famoso poeta di Recanati, e lo fa in modo elegante, evocativo e delicato. Leopardi ci viene presentato fin da subito come un uomo dall’ingegno impareggiabile, uno studioso attento e scrupoloso dai mille interessi letterari. Passa le sue giornate nella biblioteca del padre, Monaldo, un uomo ingombrante e possessivo, che tenta di esercitare un controllo maniacale sulle emozioni e sul talento del figlio. La madre Adelaide, invece, è una donna fredda, bigotta ed anafettiva, segnata da un cattolicesimo asfissiante e morboso. La sola compagnia del giovane Leopardi, oltre al fratello Carlo e alla sorella Paolina, sono i libri.
La fotografia è nitida, le musiche sono avvolgenti, ma a colpire maggiormente lo spettatore è senza dubbio la bravura dell’attore protagonista, Elio Germano, immenso nel ruolo di Leopardi. Con il suo garbo interpretativo, Germano non è mai grottesco, mai eccessivo. Convince quando decanta sull’ermo colle la famosa lirica l’Infinito, commuove quando aggredisce disperato la natura maligna che illude e delude l’uomo.
Se posso azzardare una critica alla pellicola, disapprovo la lentezza di alcuni passaggi e l’eccessiva lunghezza del film, ma nel complesso direi che il tentativo biografico di Martone è più che riuscito. Il Leopardi che ci regala il regista non è solo il pastore errante e solitario della letteratura, ma un uomo vitale, ironico, goloso, ribelle, che si interroga sul senso delle cose oltre l’inquietudine dell’esistenza, oltre il pregiudizio di un pessimismo sterile e vuoto. Un uomo con le debolezze e le fragilità di ogni sognatore in cerca di “amore, di entusiasmo, di fuoco, di vita”, un caro amico che non ti stanchi mai di volere bene.