L’uomo che vide l’infinito: storia del matematico Ramanujan

Srinivasa Ramanujan, interpretato da Steve Patel in L’uomo che vide l’infinito, viene da un’ umile famiglia di Madras. È intuitivo, ambizioso, ostinato, brillante, devoto alla matematica e alla sua incantevole moglie Janaki (Devika Bhise). Vive in India e fa il contabile per una ditta di spedizioni. Ma il suo sogno è molto più grande: pubblicare le sue scoperte matematiche e uscire dalla miseria, facendo conoscere al mondo il suo genio.

Con la forza dei suoi calcoli e delle sue formule riesce a farsi convocare al Trinity College di Cambridge da colui che diventerà il suo mentore e mecenate: il celebre professore di matematica G. H. Hardy (Jeremy Irons), sorpreso e conquistato a tal segno dalle doti di quel giovane matematico da lottare per lui contro i pregiudizi e il razzismo del mondo accademico, insieme agli amici e colleghi John Littlewood e Bertand Russell.

Il rapporto tra Ramanujan e Hardy non è sempre idilliaco e si gioca su un delicato sistema binario: l’India coloniale contro la madre patria britannica, le intuizioni grezze di Ramanujan contro le dimostrazioni pretese dal mondo accademico – non basta il risultato, serve il procedimento – le formule messe sulla lingua da una dea indù contro l’ateismo scettico e radicato del professor Hardy.


Arriva anche la guerra a complicare le cose, specie per chi, come Russell e lo stesso Hardy, manifesta apertamente una vocazione pacifista. Ma Ramanujan continua a macinare numeri, calcoli e teoremi capaci di sovvertire quelli vigenti; o addirittura a toccare vertici assoluti che fino ad allora si riteneva impossibile da raggiungere e dimostrare come validi. Fino ad ottenere il meritato riconoscimento accademico. Ma con gli onori arriva anche la tubercolosi, a quel tempo ancora fatale, rubando Ramanujan assai prematuramente alla vita una volta tornato, nostalgico di patria e famiglia, in India.

L’uomo che vide l’infinito è tratto dalla storia vera di questo giovane venticinquenne indiano il quale, da completo autodidatta, ha sconvolto il mondo della matematica con teoremi e scoperte ancora dibattute ed applicate.

Il film di  Matthew Brown è tratto dal libro omonimo di Robert Kanigel e deve il suo fascino non tanto alla confezione impeccabile o alla recitazione altrettanto centrata di Jeremy Irons e di Dev Patel, quanto al fatto che la vita di quello che è stato uno dei più grandi matematici del ventesimo secolo abbia avuto sembianze romanzesche, descritte piacevolmente sullo schermo senza grandi pretese, in un biopic gradevole e commovente.

Rossella Capasso: Per citare un’espressione di Dorothy Parker “sono quel dannato tipo di persona che scrive a fatica sette parole e ne cancella cinque”. Ogni testo per me è come un puzzle, che tento di comporre seguendo i fili aggrovigliati della mia mente, lunatica e un po’contorta. A volte riesco a completarlo, a volte no… ma ci sono anche momenti in cui è il puzzle a completare me, ed è allora che scrivere non mi sembra così male.

Utilizziamo tecnologie, come i cookie, ed elaboriamo i dati personali, quali gli indirizzi IP e gli identificatori dei cookie, per personalizzare gli annunci e i contenuti in base ai tuoi interessi, misurare le prestazioni di annunci e contenuti e ricavare informazioni sul pubblico che ha visualizzato gli annunci e i contenuti. Cliccando acconsenti all'utilizzo di questa tecnologia e al trattamento dei tuoi dati personali per queste finalità.

Read More