Home AuthorAngelo Capasso NAPOLI COMICON 2014 – Il salone internazionale del fumetto, con un tocco made in sud

NAPOLI COMICON 2014 – Il salone internazionale del fumetto, con un tocco made in sud

di Angelo Capasso

Se non fosse che la location di Sant’Elmo è stata ormai abbandonata per logistiche questioni di spazio, la scena che mi si profila quando arrivo alla Mostra d’Oltremare sembra l’assedio ai bastioni di un castello. Ma ho appurato che i tre varchi di Piazzale Tecchio, Viale Kennedy e di Viale Marconi sono riusciti a tenere testa alla orda di fumettofili e cosplayer armati, creando file chilometriche abbrustolite e cotte al puntino dal caldo sole della Festa dei Lavoratori. A parte questo intoppo, una volta riusciti a superare le inferriate, i ventimila metri quadrati del partenopeo Salone Internazionale del Fumetto, grazie all’espansione con nuovi padiglioni, riescono a contenere questa mandria, per non parlare del Viale delle 28 Fontane, vero e proprio pascolo di cosplayer.

pascoloFumetto&Cinema”, il tema scelto per quest’anno, non mi entusiasmava particolarmente, sia perché – se memoria non mi inganna – era già stato affrontato in una delle scorse edizioni, sia perché sembrava cavalcare l’onda, che ormai è uno tsunami, del trend di trasportare su pellicola i fumetti. Come se il fumetto senza cinema telefilm e videogiochi, non fosse un’arte capace di respirare di vita autonoma e prolifica. Il mio pregiudizio è stato invece smontato e mi son dovuto ricredere: cinema e fumetti vengono affrontati con pari dignità, mostrando in aggiunta interessanti e sperimentali commistioni tra i generi. Perché ce n’è davvero per tutti i gusti in questo Napoli Comicon 2014, che può avere tante pecche organizzative e di gestione, ma che da un punto di vista artistico si mantiene sempre alto, cercando di trattare il mondo del fumetto a 360° e occupandosi di tutte le ramificazioni del mondo dell’entertainment. Incluso il web, visto che tra gli ospiti di quest’anno fanno capolino personalità come Frank Matano, quelli di The Jackal e Yotobi, ormai vere celebrità del Tubo, le quali non solo ne hanno approfittato per regalare qualche anteprima ai fan, ma si incontreranno in un crossover tra youtubers per parlare del rapporto tra cinema e web.

Per gli amanti del mondo orientale oltre a una miriade di manga e gadget, negozi di mochi, svariate proiezioni del Gundam Universe per festeggiarne il 35esimo anniversario, l’immancabile chiosco che vende i Nuddles (sempre affollatissimo sebbene degli spaghetti in brodo non siano la pietanza più indicata per le temperature della giornata), è stato allestito un intero Asian Village in cui c’è un Maid Okaeri Cafè, una sorta di caffetteria a tema in cui le cameriere indossano divise di foggia vittoriana o francese, tutte pizzi e merletti, e intrattengono i clienti con giochi e esibizioni canore. Per farvi un’idea delle cose che succedono in questo posto

Poi c’è la “questione cosplayer”, nei confronti dei quali ho un’opinione ambivalente, perché se da un lato non riesco a digerire che con i loro colori sgargianti e le loro esibizioni oscurino mostra e stand di fumetti, devo dire che allo stesso tempo nutro un profondo rispetto per l’impegno e la cura con la quale si adoperano per impersonare il loro personaggio. Poi mi trovo ad assistere a scene come questa tra un dodicenne vestito da Naruto e la mamma che indica allibita un quarantenne panzone che indossa una corazza verde di cartapesta.

– Mamma: Ma quello chi è?
– Figlio: è Sirio Il Dragone, quello dei Cavalieri dello Zodiaco. Ricordi che lo vedevo anche io da bambino?
– Mamma: Probabilmente anche lui se lo vedeva quando era bambino, tipo venticinque anni fa, ma mentalmente a quell’età dev’essere rimasto.

E mentre lo dice, guarda spaventata il figlio, immaginando e temendo che a 40 anni vada ancora in giro vestito con un tutone arancione e i capelli alla Bart Simpson e rimpiangendo di aver sborsato 24 cucuzze per compromettere la psiche di un bimbo così promettente. Ma tralasciando le questioni borderline del mondo della nona arte, quello che ho davvero apprezzato di questo salone è che le produzioni mainstream non abbiano monopolizzato tutto la fiera, ma che siano state dedicati spazi e tempi anche per autoproduzioni e realtà autoriali quasi sconosciute nel nostro paese. Nella stessa sala dove venivano proiettati spezzoni di X-men – Days of a Future Past o di Edge of Tomorrow, c’è stato un incontro col pubblico con fumettisti finlandesi, a cui è anche dedicata la mostra Headrest: gocciolina sulla fronte tra pubblico e presentatori quando è stato sottolineato dagli ospiti che l’attuale progetto a fumetti su cui stanno lavorando è interamente finanziato dalla stato finlandese, che ha deciso di investire sul fumetto come forma di cultura.

Nei pressi del bar è possibile incappare nell’istallazione interattiva ILLUMAT, la Macchina delle Illustrazioni che trasforma i desideri del pubblico in disegni. Al suo interno si trovano dei disegnatori che su richiesta del pubblico, effettuata tramite coupon e previo pagamento di qualche spicciolo, eseguiranno illustrazioni su commissione. Certo la fila per Illumat non è lunga come per quella del bagno, ma è un esperimento che merita una capatina. Nell’auditorium verranno proiettate non solo l’anteprima nazionale di Parker o Caroline, ma anche una rassegna di film d’animazione indipendente europea (io mi sono concesso una mezz’ora di animazione sperimentale tedesca, ma il vero intrattenimento non erano le proiezioni, ma il pubblico di quindicenni cuozzi e le standing ovation alla fine di ogni filmato).

Forse l’esempio che esemplifica meglio questo discorso è la scelta di far susseguire nella stessa sala per gli incontri la presentazione Panini Comics dei prossimi programmi editoriali di Planet Manga, Disney e Marvel e gli incontri con Claudio Calia e Sara Pavan, autori di opere più di nicchia come Piccolo Atlante Storico Geografico Dei Centri Sociali e Il potere sovversivo della carta. Mi sono stragasato quando ho saputo dei nuovi piani editoriali per la pubblicazione nostrana dell’ALL-NEW MARVEL NOW!, in particolar modo per il Moon Knight di Warren Ellis

moon kinght marvel nowcosì come quando ho presenziato ai due incontri, ho scoperto la scena del fumetto indipendente italiano del decennio scorso, che vede protagonisti autori ormai celebri come Zero Calcare, Tuono Pettinato e Alessandro Tota, veri apostoli del d.i.y. che sta per “do it yourself“. Che è un po’ quello che ancora oggi succede nella ZTA della fiera, area dove è possibile incontrare giovani autori dediti all’autoproduzione. Come Antonio. Una rivista, magazine sgargiante quanto graffiante che si propone “di essere un braccio che spunta fuori dalla copertina, acciuffi per  il collo il lettore distratto e riporti l’attenzione sui contenuti e la creatività” o il nuovo personaggio tutto made in sud di Eduardo Di Pietro, Egist O’ Camurrist, il camorrista più stupido che ci sia. E’ piacevole scambiare quattro chiacchiare con gli autori che “militano” col sorriso sulle labbra e la matita sempre in mano, in questi piccoli stand costipati, circondati da poster adesivi e i loro lavori. Per un appassionato di fumetti è difficile resistere al richiamo dell’ultimo omnibus o della edizione deluxe di un opera di Alan Moore, ma se vi avanza qualche spicciolo vale la pena scoprire questi piccoli mondi potenziali che si nascondono nelle opere prime di giovani impegnati che credono nella possibilità di fare (nona) arte.

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