Le Ninfee di Monet. Un incantesimo di acqua e luce.

Giverny, il giardino più famoso della storia dell’arte.

Siamo in Normandia, dove il padre dell’impressionismo, Claude Monet (1840 – 1926), visse circa quarantatré anni. Per seguire il percorso dell’artista, basta seguire la Senna, che nel suo snodarsi verso la costa, sfocia nell’oceano Atlantico, ed è proprio qui (sull’oceano) che il pittore – nato a Parigi – si trasferisce a soli cinque anni: a Le Havre; non lontano da questa città, un po’ più a Nord, nel villaggio di pescatori di Étretat, ha modo di approcciarsi a pieno all’acqua (e alla natura); qui, dove la roccia finisce direttamente nell’oceano, e resta in bilico, plasmata senza scampo dal vento e dall’acqua, a formare “Les Falesies”.

È solo l’inizio di un rapporto passionale che lo porterà ad una vera e propria ossessione per la natura (che il suo occhio indaga quasi fino ad attraversarla), che lo accompagnerà fino alla morte.

Monet non è che un occhio, ma buon Dio che occhio

Paul Cézanne

Fishing boats on Étretat Beach (1884)
Blue Water Lilies (1916-1919)
The Artist's House at Giverny (1913)

La cecità, fu un duro contraccolpo.

Dopo una pausa, il pittore riprese a fare ciò che non l’aveva mai abbandonato, e che anzi lo aveva aiutato a superare momenti difficili; ed ora è il turno della guerra, che lacerando la Francia e l’intero continente, scorre nelle sue tele attraverso una gamma cromatica nuova: il sangue, la tensione, la morte, sono ravvisabili in toni caldi; è un nuovo modo di vedere il mondo dietro il “filtro” della cecità, ed un modo tutto suo di interpretare il conflitto, in chiave pacifista.

La Grand Décoration

Oramai allo stremo, all’età di settantaquattro anni, si avvia verso quella che sarà la sua ultima e grande impresa: “La Grand Décoration”. Non fece in tempo a vederne la collocazione in quelle sale che aveva progettato personalmente: quando il Musée de L’Orangerie viene inaugurato – nel 1927 – il pittore è già morto; nelle sale del museo “La Grand Décoration” viene inondata da una luce naturale, che la investe gradualmente, e mai egualmente, in modi che dipendono direttamente dai vari momenti della giornata, secondo l’ottica dello stesso creatore.

È un fatto curioso che i germi di un pittore che aveva dedicato la sua vita ad indagare la natura in maniera così profonda, dopo la sua morte, saranno colti da quell’espressionismo astratto che – oltreoceano – sarà proprio di quel gruppo di artisti che sarà conosciuto come “La Scuola di New York”.

Le Ninfee di Monet. Un incantesimo di acqua e luce.

Il film evento prodotto da Ballandi Arts e da Nexo Digital, vi condurrà lungo la Senna, attraverso la vita di questo straordinario pittore, la sua casa e giardino, le sue opere e i magnifici panorami che le ispirarono.

Il 26-27-28 Novembre al cinema.

Per ulteriori informazioni si consulti il sito

Veronica Cimmino: Femminista. Entusiasta. Mi piacciono i libri, e l’odore della carta; amo i cavalli, l’odore della pioggia, i treni, le stazioni, le ultime chiamate. Ossessionata dal gesto artistico, sono interessata a qualsiasi espressione umana. Mi interessano le tradizioni, le persone, gli atteggiamenti. Il teatro: Dio salvi il teatro! (anche se sono agnostica). L’architettura, le chiese, Borromini: la luce. Amante dei monologhi, delle introspezioni, del flusso dei pensieri; questo spiega solo in parte la mia ossessione per Virginia Woolf, e mi sento quasi costretta a citarla, perché forse nulla potrebbe descrivermi meglio di quando afferma: “[…] I’m not one of those who find their satisfaction in one person, or in infinity”.

Utilizziamo tecnologie, come i cookie, ed elaboriamo i dati personali, quali gli indirizzi IP e gli identificatori dei cookie, per personalizzare gli annunci e i contenuti in base ai tuoi interessi, misurare le prestazioni di annunci e contenuti e ricavare informazioni sul pubblico che ha visualizzato gli annunci e i contenuti. Cliccando acconsenti all'utilizzo di questa tecnologia e al trattamento dei tuoi dati personali per queste finalità.

Read More