Uomo e Tempo sono profondamente interconnessi. Tantissime cose nella nostra vita dipendono da “quando” le viviamo o le assaporiamo. Diciamocelo: una bella lasagna appena sfornata è un piatto davvero appetitoso, ma sicuramente non il 15 di agosto!
Ecco, anche i libri non sfuggono a questa semplice quanto ineluttabile legge e ogni opera dovrebbe essere letta non solo all’età giusta (per esperienza personale, evitate le Operette morali di Leopardi a 14 anni) ma anche nel periodo giusto dell’anno! Infatti, se d’inverno abbiam bisogno di un libro che ci scaldi il cuore, è altrettanto vero che d’estate abbiamo bisogno di qualcosa di fresco e leggero che ci salvi dall’apatia fisica e cerebrale. Cosa scegliere allora? Di seguito i (miei) quattro libri abbinati ad ogni stagione. I vostri quali sono? Commentate pure sotto l’articolo!
1. PRIMAVERA
“È un romanzo sul piacere di leggere romanzi; protagonista è il Lettore, che per dieci volte comincia a leggere un libro che per vicissitudini estranee alla sua volontà non riesce a finire. Ho dovuto dunque scrivere l’inizio di dieci romanzi d’autori immaginari, tutti in qualche modo diversi da me e diversi tra loro” (Calvino, Buenos Aires – 1984)
Un capolavoro postmoderno, in cui Calvino con arguzia e spavalderia ci dimostra la sua abilità nel costruire una narrazzione su più livelli, prendendo in giro il lettore (quello vero) che si ritrova ingabbiato in una prigione di parole, di storie, di significati. Un labirinto ermeneutico che nasconde una drammatica verità: l’impossibilità di giungere alla conoscenza della realtà.
Per chi vuole perdersi, dentro e fuori.
2. ESTATE
Per vivere un sogno in un giorno di mezz’estate.
3. AUTUNNO
Verrete colpiti già semplicemente leggendo la quarta di copertina:
“Nel diciottesimo secolo visse in Francia un uomo, tra le figure più geniali e scellerate di quell’epoca non povera di geniali e scellerate figure. Si chiamava Jean-Baptiste Grenouille e se il suo nome, contrariamente al nome di altri mostri geniali quali de Sade, Saint-Just, Fouché, Bonaparte, oggi è caduto nell’oblio, non è certo perché Grenouille stesse indietro a questi più noti figli delle tenebre per spavalderia, disprezzo degli altri e immoralità, bensì perché il suo genio e unica ambizione rimase in un territorio che nella storia non lascia traccia: nel fugace regno degli odori”.
Per farvi dominare dagli odori, per farvi dominare il cuore.
4. INVERNO
Da L’insostenibile leggerezza dell’essere di Milan Kundera:
“Cenarono, salirono in camera, fecero l’amore, e a Franz i pensieri si confusero sulla soglia del sonno. Si ricordò della musica rumorosa durante la cena e gli venne da pensare: “Il rumore ha un vantaggio. Non fa sentire le parole”. Si rese conto che, dalla giovinezza, non aveva fatto altro che parlare, scrivere, fare lezione, pensare frasi, cercare formulazioni, correggerle, sicché alla fine nessuna parola era precisa, il loro senso sfumava, sbiadiva, perdevano contenuto e si trasformavano in briciole, in crusca, in polvere, in sabbia che gli vagava per il cervello, gli faceva male alla testa, era la sua insonnia, la sua malattia. E in quell’istante desiderò, in maniera confusa ma intensa, una musica vastissima, il rumore assoluto, il frastuono bello e allegro che abbraccia ogni cosa, che inonda e assorda, e nel quale scompariranno per sempre il dolore, la vanità e la vacuità delle parole. La musica era la negazione delle frasi, la musica era l’antiparola! Desiderava stare in un lungo abbraccio con Sabina, tacere, non dire mai più una sola frase e lasciar confluire il piacere nel tumulto orgiastico della musica. In quel beato fragore immaginario si addormentò”.
Per imparare l’amore.