Home AuthorAngelo Capasso ALZHEIMER CAFFÈ: contrastare il MA con pasticcini e fiabe

ALZHEIMER CAFFÈ: contrastare il MA con pasticcini e fiabe

by Angelo Capasso

Durante i cent’anni di solitudine che la romanzesca famiglia Buendia vive a Macondo, ad un certo punto l’immaginario paese è infestato da una fantomatica malattia dell’insonnia che cancella i ricordi di tutti gli abitanti. E’ una trasfigurazione narrativa che Garcia Marquez usa per denunciare un fenomeno collettivo, tipico del popolo sudamericano (ma non solo!), di dimenticare con troppa facilità gli eventi storici. Pare, però, che implicitamente vi sia anche un collegamento autobiografico alla sua famiglia e al  morbo di Alzheimer che affligge molti suoi parenti, ipotesi poi avvalorata l’anno scorso da alcune dichiarazioni contrastanti sulla possibilità che anche lo scrittore premio Nobel sia afflitto da questa malattia degenerativa.

Garcia_MarquezConsiderata oggi una delle patologie più diffuse a causa dell’ incremento della popolazione anziana, il British Medical Journal ne ha parlato come una nuova silente epidemia. La malattia di Alzheimer è la forma più frequente di demenza dell’anziano, con un incidenza del 60%: colpisce oggi tre milioni di persone negli Stati Uniti e quattrocentocinquantamila solo in Italia. Si prevede che nel 2050, se non verranno attuati metodi efficaci di prevenzione o di trattamento, questo numero sarà triplicato. Allo stato attuale della ricerca e della conseguente pratica medica, non si è ancora giunti alla messa a punto di una cura definitiva per la malattia, ma soltanto di strategie terapeutiche che mirano a modulare farmacologicamente alcuni dei meccanismi che ne stanno alla base,  atte quindi ad influenzare clinicamente il decorso del morbo.

Dove ancora non può la medicina, possono dare un loro contributo metodi paralleli: in sinergia con  i presidi farmacologici che rallentano l’evoluzione dei sintomi, si stanno sviluppando forme di intervento di training cognitivo e di supporto psicosociale volte a migliorare la qualità della vita dei pazienti e dei loro caregiver. L’esigenza di un fronte unito contro l’Alzheimer  trova oggi un suo alleato nell’UniCredit Factoring, che in collaborazione con UniCredit Foundation, ha messo a disposizione complessivamente 300mila euro per sostenere quattro progetti di altrettante Onlus, che hanno ricevuto ciascuna 60mila euro per la realizzazione di nuovi Alzheimer Caffè in tutta Italia. Napoli, Palermo, Torino e Verona sono le città che consentiranno, tanto alle persone affette dalla patologia quanto ai loro familiari, di sperimentare una forma di supporto innovativa. Proprio nei giorni scorsi si è inaugurato, l’Alzheimer Caffè di Napoli che offre varie opportunità per il malato e tutta la sua famiglia: momenti d’incontro terapeutici tra famiglie e professionisti del settore, per informarli sulla malattia e sull’utilizzo appropriato delle risorse territoriali,  ma anche e soprattutto luogo di socializzazione per la persona con Alzheimer, di stimolo e creatività per valorizzare le loro capacità residue attraverso laboratori  di stimolazione cognitiva, musica, arte terapia, lettura e scrittura narrativa.

alzheimer-03Perché è possibile salvarsi con una storia, anche una fiaba. Lo sostiene la psicologa Emanuela Pasin che nel saggio “Salvarsi con una fiaba” espone il suo metodo di supporto terapico ai malati di MA: i rammenda-storie. Attraverso sedute di gruppo esperienziali, in cui i pazienti devo completare a loro piacimento gli incipit di alcune fiabe, la metodologia si propone di aiutare il malato nel recupero di una memoria ancestrale e simbolica nella sua mente. “Nel raccontare una storia si acquista un atteggiamento psicologico coerente, tutte le cose, ogni oggetto, ogni immagine, ogni realtà, ogni azione, assumono significato”, producendo un emersione dalle profondità dell’inconscio delle persone affette di Alzheimer di qualcosa di antico che era stato dimenticato: “affiora in quel preciso momento, un sentimento, un sorriso, che produce, come il lampo che squarcia la notte, anche un solo attimo, un pulsare di vita”. Per la Pasin le persone aiutate con questa cura hanno dei risvegli e dei miglioramenti della loro quotidianità, perché qualcosa di semplice e apparentemente banale come la lettura di una fiaba e la sua interpretazione trovano posto nella struttura della psiche. Anche se queste persone si trovano a fare i conti con la perdita progressiva di tutto quello che sono stati perché la memoria, l’intelligenza, l’autocontrollo, la coscienza e la propria identità sono lentamente sfumati, il nocciolo fondamentale della loro essenza non muore. La loro psiche continua a trasformarsi ed evolversi, l’inconscio è ancora attivo e vitale, il processo di individuazione continua nonostante la progressiva perdita del logos.

Terapie a base di caffè, pasticcini e fiabe: sembra una favola anche solo raccontarlo ma l’esperienza ha dimostrato come con queste tecniche psicoterapeutiche, il malato di Alzheimer conservi più a lungo le sue risorse, riesca a stare più sereno, a ridurre l’ansia, i deliri, l’aggressività, insomma a vivere discretamente nonostante la sua mente sia danneggiata. Soprattutto lo aiutano nella convivenza con la malattia e – dopo aver accantonato il dolore con tutti i mezzi possibili che la medicina gli offre – nel divertirsi con quello che la vita continua ad offrire, cogliendo le sventure e trasformandole in occasioni, in idee, in arte.

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