Famoso per i suoi scatti vivaci e provocatori, Martin Parr è in grado di immortalare l’assurdità della vita quotidiana, mettendo in luce con un’ironia pungente le contraddizioni e i tratti surreali della società moderna. Questi i temi presenti anche nella mostra a lui dedicata e da lui stessa curata “Short&Sweet” al Mudec prorogata fino al 28 luglio, che ospita oltre sessanta fotografie, la famosa serie “Common Sense” e un’inedita video-intervista. Nel caso non abbiate tempo di visitarla a Milano, la mostra sarà riproposta in maniera identica a Bologna, presso il Museo Civico Archeologico, dal 12 settembre al 6 gennaio 2025.
Se il potere della fotografia come mezzo di denuncia sociale è ben noto, Martin Parr è capace di elevarlo a prodotto pop, scovando soggetti ed inquadrature a limite tra il disturbante e l’attraente, tipico del kitsch. Ed è proprio lì che si infila il dubbio in chi osserva: “Faccio parte anche io di questo circo? Lo alimento? Se venissi fotografato, sembrerei uno di loro?”.
Il kitsch, il volgare, e tutto ciò che è stridente e assurdo (ma comunque apprezzato dal senso comune) diventano per Parr un ricco terreno di esplorazione visiva.
“Una cronaca fotografica tagliente, senza filtri e fuori dalla retorica, a volte raccontata con pungente sarcasmo; più spesso presentata con ironia e umorismo. Le immagini di Parr catturano momenti comici o inaspettati, offrendo uno sguardo critico ma anche divertente sulla vita quotidiana di tutti noi”
Mudec
Realizzata in collaborazione con Magnum Photos, la retrospettiva si apre con le immagini in bianco e nero della serie “The Non-Conformists” (1975-1980). In questa serie Parr, insieme alla compagna Susie Mitchell, documenta i nonconformisti delle chiese metodiste e battiste nelle periferie dello Yorkshire.
Il percorso espositivo prosegue con il primo progetto a colori del fotografo, “The Last Resort”, che offre uno sguardo crudo e realistico sulla località balneare di Brighton negli anni Ottanta. Questo reportage mette in luce il tempo libero delle famiglie a basso reddito e testimonia la “fine” della classe operaia e l’avvento del consumismo. La spiaggia ritorna protagonista anche nella serie più recente, “Life’s a Beach” (2013), dove Parr cattura l’affollata e surreale vita balneare sulle coste di tutto il mondo. In “Small World”, invece, viene preso di mira il turismo di massa, con le sue forti contraddizioni: centinaia e centinaia di turisti sono ritratti mentre sgomitano per un selfie o uno scatto accanto ad un monumento, o in pose ridicole dettate dai trend, intenti solo a mettere l’ennesimo flag virtuale da condividere sui social media.
Martin Parr, attraverso i suoi scatti, ci mostra che nella vita quotidiana non c’è nulla di veramente “normale”. La serie “Common Sense”, composta da oltre duecento fotografie, e che ha portato Parr al successo mondiale, critica la cultura dello spreco e del consumo di massa.
Si può imparare di più su un Paese da un comico che dalla conferenza di un sociologo
Martin Parr
Ed è con un sorriso un po’ amaro che si esce da questa mostra, divertiti ma anche leggermente “infastiditi”, come quando qualcuno ti indirizza una velata critica ma non ne sei proprio sicuro.
Un’ora di leggerezza (ma non troppa) bella da regalarsi in questo afoso luglio!
Scrivo, ovunque e comunque. Per diletto e per professione. Mi piacciono le leggende e la cioccolata. Le opere post-moderniste. Il rumore dei passi su un palcoscenico. Gli anni ’30-’40. Inventare storie. Le foto sfocate. I film con finale aperto. I viaggi in treno. L’odore delle città. L’insolito nelle persone. Il cielo.