di Rossella Capasso
Oggi voglio parlarvi di un film avvincente, intrigante, seducente, accattivante… insomma, di un vero e proprio successo cinematografico: Cinquanta sfumature di grigio.
Già immagino le smorfie dei cinefili più esigenti, cresciuti con i cortometraggi di Kubrick e le commedie di Wes Anderson, ma prima di ricevere i pop corn addosso provo a spiegarvi il mio punto di vista.
Di fronte alla figura di emme della nostra eroina, il bel principe non si scompone, l’aiuta a rialzarsi e parte l’intervista. Dopo minuti interminabili di sguardi e sospiri, Anastasia ricorda che da piccola ha imparato a parlare. Purtroppo l’unica domanda di senso compiuto che riesce a rivolgere all’uomo più figo della Terra è: “ma tu sei gay?”. Ora, gioia mia, ho capito che sei vergine e non hai esperienza, ma qualche puntata di Sex and City l’avrai anche vista, o no?? Ti sembra un approccio da adottare? Comunque, Mr. Grey rimane incuriosito dalla dislessia della nostra bella e comincia a frequentarla. La riempie di regali (i negozi Apple ringraziano), la difende dai corteggiatori invadenti, la rintraccia in ogni angolo d’America (secondo me lavora per la CIA) e la porta a casa sua. Nella reggia di Mr. Testosterone la goffa Anastasia scopre di essere un’insaziabile assatanata e si lascia andare ai piaceri dell’eros, ansimando a ogni bacio, starnuto o colpo di tosse di Mr. Grey.
Ma veniamo al momento clou di questo straordinario film. A un certo punto Mr. Grey rivela ad Anastasia che lui non fa l’amore. Mai. Lui scopa forte e ha una camera dei giochi. Fruste, manette, altalene, insomma quella roba lì. Le propone quindi un contratto, in cui la giovane cenerentola si impegna a diventare la sua sottomessa e a toccarlo a comando. Anastasia decide di pensarci su, ma intanto sperimenta tutte le posizioni del Kamasutra, si fa appendere come un salame al soffitto e si fa sculacciare volentieri sul popò.
Ecco, Anastasia per me è il simbolo dell’emancipazione moderna. Finalmente una donna che dice no al maschio dominante e sceglie la libertà al posto dei muscoli (e che muscoli!).
Quindi, care amiche, seguite l’esempio della nostra principessa: abbiate rispetto per voi stesse, per la vostra integrità, e se il principe azzurro non vuole mettervi la scarpina al piede, ma sulla testa, per farvela abbassare, tirategli dietro anche l’altra e mandatelo a quel paese… magari in 50 sfumature diverse.