“A noi piace fare le rivoluzioni”. Con queste parole la referente del progetto Antonella Bozzaotra ha introdotto il nuovo progetto dell’ASL Napoli 1 Centro, che intende occuparsi di autori di violenza di genere. Forse non l’unico, ma sicuramente il primo nel sud Italia, per quello che riguarda la sanità pubblica. Un’iniziativa coraggiosa per una regione che, stando ai dati, è quella che detiene il primato di vittime di femminicidio, all’interno di una nazione in cui – stando al rapporto Eures-Ansa – ci sono 105mila atti di violenza di genere (fisica, verbale, psicologica) per una stima di 290 reati di genere al giorno.
Ma i dati, oltre che a riflettere e informare, devono portare ad agire e non solo a re-agire, da qui la scelta di provare a lavorare sulla causa oltre che sull’effetto. Perché, come anche sancito dall’Ordine Mondiale della Sanità che si prefigge “il raggiungimento da parte di tutte le popolazioni del livello più alto possibile di salute, definita come condizione di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non soltanto come assenza di malattia o di infermità”, oltre alla cura e alla riabilitazione, la sanità pubblica è tenuta anche alla prevenzione. E una cultura del benessere non può che essere anche una cultura della non-violenza. Da queste premesse nasce la scelta di “integrare le azioni di tipo repressivo sugli autori di violenza, il recupero e la tutela delle vittime, con interventi che puntano alla prevenzione e all’educazione, in grado di modificare più precocemente e profondamente una mentalità di tipo violento radicata non solo nel singolo individuo ma nell’intera comunità”.
Il servizio nasce da una rete che si va annodando sempre di più. Perché se la violenza è un fenomeno sociale oltre che relazionale, se non è una malattia ma un habitus del quale ci si può spogliare, è dal risveglio della coscienza di quella parte sana della società che bisogna mobilitarsi per arginare il fenomeno. Mentre i servizi dei talk show conditi dagli occhioni languidi delle presentatrici congelano il fenomeno in patemi e stereotipi, sfiorando solo sulla superficie il problema, impoverendo la discussione a riguardo e talvolta creando anche reazioni dissonanti, un equipe multidisciplinare tra meno di un mese si farà fautrice di questo nuovo strumento, di questo altro tassello nel mosaico delle strategie di contrasto alla violenza di genere. Di una nuova maglia in una fitta rete, visto che lo sportello, patrocinato dal Comune di Napoli, si avvale non solo del lavoro incrociato di uno staff esperto in materia che già si occupa di donne vittime di violenza presso lo Sportello Anti Violenza sito presso il Presidio Ospedaliero di Santa Maria del Loreto Mare, ma anche delle collaborazioni di associazioni dedite a pratiche virtuose come Anima e Pensare Più e del Dottorato di Studi di Genere Università Federico II.
Lo Sportello Oltre la violenza sarà attivo da fine maggio presso la sede dell’Unità Operativa di Psicologia Clinica in Piazza Nazionale 95c e offre un servizio completamente gratuito che si rivolge agli uomini responsabili di violenze di genere. Oltre ai colloqui individuali e ai gruppi di sostegno e di auto aiuto, sarà possibile richiedere consulenze psicologiche on line attraverso il sito di Animaonline, anche per garantire maggiore anonimato agli utenti. Il servizio sarà aperto il venerdì pomeriggio dalle ore 15 alle ore 18. Sarà possibile mettersi in contatto:
– telefonando al 338 50 04 398 (dal lunedì al venerdì, dalle 13 alle 15, il mercoledì e venerdì dalle 16 alle 18)
– inviando un messaggio alla pagina facebook OLV
– scrivendo una mail a: oltre la violenza@aslnapoli1centro.it
– presentazione di un altro utente già in contatto con lo sportello