La Sala Dorica di Palazzo Reale ospita, entro il 9 dicembre, due video-installazioni dell’artista gallese Peter Greenaway e del collettivo milanese Studio Azzurro, all’interno della rassegna Non troverai altro luogo non troverai altro mare a cura di Chèrif Khaznadar, uno tra gli eventi affluenti del discusso Forum Universale delle Culture Napoli e Campania. Due lavori molto interessanti… ma soprattutto gratuiti!
Greenaway è un artista trasversale che si avvale delle nuove tecnologie dell’arte per coinvolgere gli spettatori nelle sue installazioni. Atomic bombs on theplanet heart è una proiezione sviluppata in 5 grandi schermi che raccolgono il materiale visivo di 4 anni di ricerca inerente le 2.201 deflagrazioni nucleari avvenute nel corso della storia del nostro pianeta, composte in una singolare partitura accompagnata dalla voce di Robert Oppenheirmer.
L’artista spiega:
“Io sono un figlio dell’uranio nato tre anni prima della bomba atomica sganciata su Hiroshima, ho raggiunto la maturità nel 1963 al culmine della campagna europea per il disarmo nucleare. La porzione centrale della mia vita l’ho vissuta nei 44 anni della Guerra Fredda. La politica e le minacce delle superpotenze, le speranze e le paure di quegli anni hanno formato e determinato la mia coscienza e le mie convinzioni. Mi fecero voltare le spalle a ogni fondamentalismo, a ogni credenza rigida, e mi guidarono verso un credo di tolleranza. […]Le immagini e i dati delle esplosioni si susseguono senza commento, per far capire che il secolo scorso è stato un vero e proprio bombardamento atomico sul nostro pianeta. L’attualità, se possibile, rende ancora più drammatico il messaggio. Anche le catastrofi naturali ci ricordano quanto sia fragile la patina della nostra civiltà. Osservare tutto ciò che riguarda la potenza atomica in questo momento di drammatica instabilità – in particolare per ciò che accade nell’area del Mediterraneo Orientale – è sicuramente salutare per tutti”.
Specularmente, dopo qualche minuto, comincia Il Colore dei gesti. Sinfonia Mediterraneo del rinomato Studio Azzurro, di cui tanto ho sentito parlare e finalmente ho avuto l’occasione di vedere. Sei schermi sospesi nell’aria costituiscono un vero e proprio polittico digitale contemporaneo che racconta, basandosi sugli elementi naturali, il ritmo cardiaco del Mediterraneo in una sinfonia costituita dal lavoro manuale come simbolo di tradizione e arte combinata ai magici paesaggi del territorio in quanto causa determinante per lo sviluppo della civiltà.
“Non il cemento, non il legno, non la pietra, non il ferro, non l’acciaio, non l’alluminio, non la ceramica, non il vetro, sono le materie prime più durevoli: ma l’arte, nel costruire, è la materia prima più durevole; è sempre la materia prima”. – Gio Ponti
Affrettatevi a visitarla, il tempo sta scadendo.
Buona visione!