Home Arte Il gioco dell’oca sul tabellone dell’arte di Casa Morra: 100 anni di mostre a Napoli
Casa Morra Napoli

Il gioco dell’oca sul tabellone dell’arte di Casa Morra: 100 anni di mostre a Napoli

di Claudia Esposito

L’otto ottobre 2017 Fondazione Casa Morra, lo spazio d’arte contemporanea nel cuore di Materdei a Napoli, ha inaugurato il suo secondo anno di attività, riproponendo l’ambizioso progetto di Peppe Morra di un “gioco dell’oca” artistico che prevede la pianificazione di mostre per i prossimi cento anni della città. Attraverso un meccanismo che ripropone il gioco dell’oca, infatti, con rimandi, attraversamenti e ritorni, e le combinazioni dei numeri 3 e 7, che coincidono con il numero di artisti o di opere di volta in volta presentati, Peppe Morra ha programmato idealmente le attività della Fondazione fino al 2116.

Quest’anno si apre con la mostra dal titolo I Giganti dell’Arte dal Teatro, dedicata a tre artisti: Julian Beck, Hermann Nitsch e Shozo Shimamoto. Si inaugurano, inoltre, l’interessantissima sezione dedicata a Joseph Beuys, con opere donate dalla Collezione Lucrezia De Domizio Durini, l’archivio del Living Theatre e gli archivi di Mario Franco su arte e cinema.

casa morraPalazzo Cassano Ayerbo d’Aragona, la “tana” di Peppe Morra e compagni è un porto di mare ed è un luogo che si propone come punto di riferimento per l’arte contemporanea a Napoli e in Italia.

Casa Morra non vuole essere contemplata, come di solito accade per i musei, ma agita. Si propone come laboratorio teatrale ed artistico, come luogo di studio per i giovani e di confronto con i giganti dell’arte, come mediateca, cinema, spazio creativo da vivere.

La sistemazione delle sale invita il pubblico ad interagire con le opere in mostra, toccarle, calpestarle, viverle. Ed è così che si attraversa il “magazzino” di Allan Kaprow, si passeggia in mezzo agli oggetti di scena nell’archivio del Living Theatre, si sogna con le librerie e la mediateca donate da Mario Franco, insieme a pellicole ingiallite e a un mondo che fa sognare e suscita dolci ricordi d’infanzia.

casa morra mostraDi grande impatto emotivo sono le nuove sezioni dedicate agli artisti in mostra: l’arte totalizzante del teatro di Nitsch scava nell’inconscio e persegue l’obiettivo dell’utilizzo del corpo umano, con la sua bellezza e le sue brutture, come massimo mezzo di espressione creativa.

Non da meno la sezione dedicata a Shimamoto: la sua arte mescola e fonde ispirazioni provenienti da artisti e opere differenti e rifiuta la pulizia del pennello per valorizzare il colore come testimonianza di un atto compiuto con violenza dall’artista. In lui, che ha fondato il gruppo Gutai, c’è un Giappone che guarda alla sperimentazione occidentale: gli schizzi di vernice di Shozo Shimamoto ricordano quelli di Pollock e colpiscono dritto al cuore.

Notevole la sezione dedicata a Julian Beck: oltre alle testimonianze presenti nell’archivio del Living Theatre, infatti, questa nuova magnificente collezione ci permette di ammirare e apprezzare il Julian Beck squisitamente pittore. Dipinti iconici come La nascita di Venere e Icarus rendono, anche da soli, Casa Morra meritevole di almeno una visita.

quadro casa morra

Chiude la visita la sala dedicata a Beuys che raccoglie i beni della Collezione Lucrezia De Domizio Durini: l’energia creativa dell’artista che è stato il vessillo della neoavanguardia è qui raccontata quasi con tenerezza, con l’occhio di chi con Beuys ha condiviso la visione artistica secondo la quale arte e vita sono strettamente collegate e ogni uomo è potenzialmente un artista. Le foto di Beuys con Lucio Amelio, Peppe Morra e la stessa Lucrezia De Domizio Durini raccontano di un tempo in cui il fermento culturale era tale da creare ponti e legami e unire così, sotto l’egida dell’arte vitale, anche persone con punti di vista differenti.

Casa Morra, allora, si riconferma un vero e proprio punto di riferimento per gli amanti dell’arte contemporanea e per i curiosi che hanno voglia di andare alla scoperta di un luogo assolutamente insolito, per non dire unico, in una città come Napoli.

E, nell’attesa dei prossimi cento anni di mostre, vale la pena tirare il dado e iniziare ad attraversare le prime caselle, con gli occhi e la mente bene aperti per riempirsi di tali meraviglie.

fondazione casa morra

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