Giornate di solleone, giornate di pioggia a catinelle, giornate d’afa, giornate d’umidità, giornate controvento, giornate di gioia, giornate d’incanto, giornate di stizza, giornate di merda, giornate senza pensieri, giornate di speranza, giornate di avvilimento, giornate di buio totale, giornate d’inferno, giornate al settimo cielo, giornate senza un attimo di respiro, giornate di tran tran, giornate di passaggio, giornate di evasione, giornate di reclusione, giornate in attesa, giornate da dimenticare, giornate da cancellare, giornate da commemorare, giornate al fulmicotone, giornate al rallenty, giornate senza fine, giornate che il tempo non ti basta mai, giornate che vorresti non finissero mai, giornate che “il mattino ha l’ora in bocca”, giornate che “se il buongiorno si vede dal mattino”, giornate che “so cos ‘e pazz”, giornate che “domani è un altro giorno”, giornate che “io speriamo che me la cavo”, giornate che “ma chi me l’ha fatto fare?”, giornate che “life is now”, giornate senza senso, giornate alla stenuante ricerca di un senso, giornate di tutto, giornate di niente…
E giornate in cui basta davvero un niente per tirarti su il morale. Come ieri, che mi sono fermato in edicola non perché dovessi comprare qualcosa, ma semplicemente perché a tutti i costi volevo prolungare il lasso di tempo che mi separava dal cominciare un’altra giornata di lavoro non retribuito. E così, mentre appagavo clandestinamente tatto e vista con la carta stampata, sfogliando riviste e fumetti presi a casaccio sotto lo sguardo vigile del giornalaio che mi guardava storto, senza nemmeno rendermene conto mi sono ritrovato a comprare questo:
Sapevo che era in cantiere questo antologico, eppure era finito nel dimenticatio insieme a tante cose per me importanti che restano in coda a impegni e oneri. Come le passioni, come la scrittura, come l’amore. Ma come ho potuto dimenticare di segnarlo nella mia chilometrica mancolista? UACK! Tutte le storie di Carl Barks è la nuova collana da edicola, che come recita l’occhiello, si propone di ristampare l’opera omnia del cosiddetto Uomo Dei Paperi. Non solo le grandi saghe, ma anche le storie brevi e le strisce in bianco in nero di quell’artista che è stato capace di creare un intero universo fatto di paperi antropomorfi e viaggi avventurosi ed esilaranti che hanno riempito la mia infanzia di colori accesi e sano umorismo. Una collana di oltre settecento storie che mi riempirà la biblioteca con vera e propria epica a fumetti. Perché se non è epico un personaggio come Paperon De Paperoni (Scrooge McDuck per i puristi della lingua), che ha costruito il suo tesoro partendo povero in canna dalla verdeggiante Scozia e arrivando nei polverosi Stati Uniti per far fortuna, viaggiando per tutto il mondo conosciuto e anche quello precluso alle mappe, allora non so quale personaggio possa esserlo. Ha il dramma e il pathos, vive avventure e trova tesori, ha ladri e una fattucchiera come avversari, ha persino una Itaca e una Penelope: ma cosa ha da invidiare ad Ulisse?
Oggi, però, non voglio recensire un albo o fare una lista di letture imprescindibili, né snocciolare una riflessione a latere della nona arte o un pedante approfondimento su un grande autore. Oggi mi sento solo di dare un consiglio, soprattutto a tutte quelle persone che trascorrono le giornate con la testa tra le nuvole. Quelle giornate in cui non sei mai del tutto qui, mai completamente ora, e il minimo stimolo ti catapulta in strani evanescenti mondi che seguono le leggi dei sogni. E ti senti un po’ Walter Mitty, un po’ J.D. di Scrubs, un po’ l’alleniano Sam e, a dirla tutta, anche un po’ cretino, quando poi torni coi piedi per terra ed inciampi imbranatamente nella realtà, che con tutte le sue meravigliose imperfezioni infrange e smantella qualsiasi fantasia.
Il consiglio non è quello di regalarti questo numero 1 che troveresti senza fatica nell’edicola all’angolo. O – meglio – lo consiglio anche, anzi straconsiglio, di acquistarlo, di leggerlo tutto d’un fiato e poi di metterlo in una teca proprio come ha fatto Zio Paperone con il suo primo decino guadagnato, ma il punto non è questo! Il punto è che quando ho cominciato a leggerlo nel treno, ho iniziato a viaggiare in tutt’altra direzione ed era proprio quello che ci voleva per raddrizzare e dare un senso a una giornata, anzi a tante giornate che da un po’ un senso non ce l’avevano. Il suggerimento, che va soprattutto a tutti quei lettori il cui cuore batte al ritmo di BAMF, SNIKT, THWIP, CRACK, BANG e inevitabilmente UACK, è di non smettere di credere che le cose inventate, le storie possano cambiare il mondo. Almeno il vostro mondo. Perchè anche un sorriso strappato in una “giornata no” è un cambiamento, per quanto piccolo e fugace. E, forse, l’intento di Carl Barks e, come lui, di tanti altri fumettisti che hanno dato forma alla loro fantasia con matita e chine era proprio quello. Un sorriso che ti cambia la giornata.