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BATMAN RIP – Batman è morto, lunga vita a Batman

by Angelo Capasso

La vittoria sta nei preparativi.

Lo sa bene Batman, tanto quanto lo sa Grant Morrison.

Se nel suo operato di giustiziere l’alter-ego di Bruce Wayne pensa a tutto, l’uomo che ha l’onore e l’onere di narrarne le gesta non può essere da meno. Il personaggio e lo scrittore, il burattino e il burattinaio, l’eroe e il cantastorie hanno questo in comune: il metodo portato fino all’estremo della più adamantina ossessione.

Ecco perché nell’approcciarsi alla scrittura del più grande investigatore del mondo lo sceneggiatore scozzese ha fatto suo questo “mantra”, preparando per bene il terreno prima di scoprire le carte sul tavolo e di rivelare il suo poker d’assi (più jolly ovviamente).

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Lo dimostra tutta la sua epica run sul crociato incappucciato, nella quale Morrison non si è limitato a un semplice prosieguo, né a un restyling, né ad un’opera di decostruzione, ma ha fatto al contempo tutte queste cose ed è andato oltre. Ricostruisce Batman e ne offre al mondo la sua quintessenza senza intervenire con tagli, censure, selezioni, reboot, bensì condensando settanta anni di contrastanti trame in quindici anni di vita intensissima, inserendo nella continuity narrativa elseworld impensabili come Nascita del Demone, gettando le basi per un futuro come non si era mai visto: un Bruce nei panni di padre, un team d’azione su scala globale, una nuova prospettiva per la giustizia.

Ma prima di arrivare a questo nuovo stadio della sua vita, Batman deve morire e lo farà, almeno simbolicamente, in Batman R.I.P., saga cardine di tutta l’epopea morrisoniana, in cui il Cavaliere Oscuro affronterà il dottor Hurt e il Guanto Nero, chiarirà gli indizi profetici apparsi nelle storie precedenti e svelerà il mistero del criptico Zur-En-Arrh. Indipendentemente che RIP significhi come da tradizione ‘riposare in pace’ o ‘ristagnare in purgatorio’ come suggerito dal mefistofelico avversario, entrambe le condizioni non fanno per Batman: un eroe per il quale non c’è mai riposo né pausa, un’icona che può attraversare indenne i decenni, i generi, i media.

Batman R.I.P. è la dimostrazione fatta story-telling che il pipistrello di Gotham City ha ancora tante leggende da vivere, tanti casi da investigare, tante vittime da salvare e quindi tante storie da raccontare, senza il benché minimo bisogno di rinnegare una sola delle pagine stampate che sono state a lui dedicate. Perché prima di essere di china, di celluloide, di pixel, prima di essere noir, pulp, dark, gotico, Batman è un’idea e, come tutte le idee, non morirà mai.

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Recensione di Batman RIP originariamente pubblicata sulla rivista catalogo MEGA.

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