La gravidanza e la nascita di un figlio sono considerati come un periodo idilliaco, durante il quale l’amore dell’uno e dell’altro partner cresce mese dopo mese in attesa del lieto evento, che può avere risvolti negativi come la depressione post-partum. In realtà, come gran parte dei momenti della vita, la gravidanza e la nascita di un figlio rappresentato fasi assai complesse per i neo-genitori, in particolare per la donna.
La nascita di un figlio prevede una vera e propria rivoluzione sia sul piano fisico, psicologico che relazionale. Tali cambiamenti sono fonte di turbamenti, spesso non sono espressi, perché considerati anormali e poco consoni al momento che si sta vivendo.
Nei giorni successivi al parto più del 70% delle neo-mamme ha sintomi depressivi che Donald Winnicott, pediatra e psicanalista inglese, ha definito baby blues. Tale fenomeno è piuttosto comune e comporta crisi di pianto senza motivo apparente, agitazione e ansia che in molti casi termina dopo poche settimane.
La depressione post-partum è, invece, una forma di disturbo più intenso che può colpire le donne dal terzo al quarto giorno di gravidanza e ha una sintomatologia propria del disturbo depressivo, talvolta accompagnata da forme psicotiche.
La depressione post-partum ha una durata piuttosto lunga, infatti, per circa un anno la mamma può presentare sintomi come: indolenza, affaticamento, disperazione, inappetenza, alterazioni del sonno, confusione, pianto inconsulto, disinteresse per il bambino, paura di far male al bambino o a se stessa, repentini cambi di umore. Nelle forme più grave la depressione post-partum assume forme psicotiche, che si manifestano attraverso paranoie, allucinazioni, tendenze suicide o omicide nei confronti del bambino.
I dati hanno registrato che la depressione post-partum colpisce il 10% delle donne primipare e il 30% delle mamme a una gravidanza successiva, con una probabilità maggiore per chi, in passato, ha già sofferto di depressione o altri disturbi psicologici.
Non è facile individuare subito la depressione post-partum, poiché le donne in seguito al parto vanno incontro a cambiamenti ormonali, in particolare per il calo degli estrogeni e del progesterone. Tale disturbo però ha una matrice altamente psicologica legata a vari cambiamenti come il ricoprire un nuovo ruolo nell’ambito sociale, mutamento dell’aspetto fisico e nuove responsabilità.
Se individuata la depressione post-partum può essere curata con la somministrazione di antidepressivi, prescritti dallo psichiatra, con conseguente interruzione dell’allattamento, e un percorso di psicoterapia per aiutare la mamma a superare ed elaborare i nodi psicologici.
Per prevenire la depressione post-partum è molto utile la collaborazione e il contenimento degli stati psicologici della donna da parte del partner e dei familiari. Può essere adeguato limitare le visite alla neo mamma e al piccolo nei giorni successivi al parto cosi che madre e bambino possano sincronizzarsi l’uno alla altro, senza ansie esterne. Sarà utile limitare l’uso di sostanze eccitanti come alcol e caffè da parte della mamma e rafforzare il rapporto con il partner che dovrà essere assai collaborativo e presente in un momento così delicato per la sua compagna.