Con l’arrivo degli anni ’70, l’assetto del cinema americano cambia radicalmente, così come cambia anche la composizione del suo pubblico. Le sale cinematografiche sono frequentate per la maggiore da persone sotto i trent’anni, mentre le famiglie restano a casa a guardare la televisione.
La “Nuova Hollywood” è formata, per la prima volta, da cineasti che hanno alle spalle lo studio della storia del cinema e che sono in sintonia con le ansie e le speranze dei giovani americani. La consapevolezza dello statuto artistico del cinema rende possibile per la prima volta in America l’affermazione della figura del regista visto come autore e non più come esecutore della volontà del produttore. Ciò si deve anche alla dissoluzione del vecchio studio system. Si affermano nuovi generi, nuovi temi, nuovi modelli divistico-attoriali, senza però rompere del tutto con il passato. La New Hollywood è dunque caratterizzata da un equilibrio tra innovazione e continuità.
Uno dei generi del cinema americano che si afferma maggiormente è il gangster story, che viene rivisitato rispetto al passato con figure dotate di una vitalità e una forte propensione all’azione.
La rivisitazione in chiave politica del passato americano è uno dei tratti distintivi della New Hollywood. Questo spiega anche l’interesse che i nuovi cineasti mostrano per il genere western, il cui nucleo tematico è costituito da uno dei miti di fondazione dell’America: demistificare la leggenda della conquista dell’Ovest vuol dire mettere in discussione l’intero american way of life nel suo insieme.
In questo ambito il regista che ha svolto un ruolo di alto livello è Sam Peckinpah, che rappresenta in modo spietato il processo di civilizzazione del west teso a imporre le leggi del Capitale in cui eroi oppongono una determinata ma alquanto inutile resistenza. Il suo film più famoso è “Il mucchio selvaggio” del 1969, che narra la storia di un gruppo di banditi agli inizi del ‘900, quando l’ epoca dell’Ovest è tramontata e a comandare non sono più uomini liberi e selvaggi, ma uomini d’affari senza scrupoli. Il film è caratterizzato da una violenza sfrenata e abbonda di rimandi all’America di Nixon e del Vietnam. Non solo Peckinpah, regista western per eccellenza, ma anche altri registi si dedicano a questo genere. L’ultimo grande western della New Hollywood è “I cancelli del cielo” del 1980 di Cimino, passato alla storia come uno dei più colossali disastri della storia del cinema americano.
Se complessivamente gli autori della New Hollywood non elaborano un modello alternativo a quello classico è pur vero che non si limitano a riprodurre le vecchie regole, ma realizzano una formula nuova fatta di tradizione hollywoodiana e cinema della modernità, soprattutto per quanto riguarda la natura dei personaggi e delle storie, ma anche in alcune scelte di messa in scena e di montaggio, avvicinandosi per certi versi anche al cinema sperimentale.