Gli studenti dell’Accademia Ucraina di Balletto hanno portato in scena al Teatro Arcimboldi di Milano nei giorni 9, 10 e 11 febbraio il balletto “Il Lago dei Cigni”, spettacolo reso ancor più suggestivo dall’esecuzione dal vivo dell’Orchestra Filarmonica Italiana diretta dal Maestro Marco Dallara. Ancora una volta notevole la partecipazione del pubblico, in seguito al sold out dello “Schiaccianoci” del dicembre scorso.
Noi abbiamo assistito allo spettacolo pomeridiano del 10 febbraio, che ospitava come protagonisti del balletto Yolanda Correa Frias nei panni di Odile e Odette e Basilii Tkachenko, nei panni del principe Sigfried, entrambi primi ballerini del Teatro dell’Opera di Oslo, che hanno incantato il pubblico con le loro doti fisiche ed interpretative.
Una nota particolare di merito va al giovanissimo talento Ramon Agnelli, davvero straordinario nel ruolo del Giullare.
Particolarmente suggestive le scenografie – sia quelle che richiamavano l’opulenza dell’Impero Russo, sia quelle più sognanti e malinconiche del lago – che hanno incorniciato il palcoscenico, creando un’atmosfera fiabesca e incantevole. Meravigliosi anche i costumi, leggeri e splendidi, che hanno valorizzato la grazia e la bellezza dei movimenti dei ballerini in tutti gli atti e in particolare nel terzo.
Un’opera adatta a tutte le età, capace di incantare sia bambini che adulti con la sua grazie e la sua malinconica magia. Il Lago dei Cigni è molto di più di un semplice balletto:
È facile pensare alla dicotomia cigno bianco/cigno nero come a una metafora dell’eterna lotta tra bene e male. In realtà non è proprio così. Si tratta del più sottile quanto intricato problema del distinguere tra bene e male perché spesso hanno lo stesso (bellissimo) volto. Non a caso Odette ed Odile hanno le stesse sembianze, a distinguerle, nel loro caso, c’è solo il loro diverso modo di ballare, eppure la magia riesce ad ingannare lo stesso il principe Sigfried (che non si accorge della differenza) e ad indurre Odette al suicidio.
Nonostante la durata significativa dello spettacolo (ben tre ore e mezza, in quattro atti) il pubblico è rimasto affascinato fino all’ultima nota.