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Apriamo le porte al coming out

di Elisabetta Cristofaro

Lo scorso 11 ottobre si è celebrato il Coming Out Day, una ricorrenza internazionale in cui la comunità LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transessuali) ne celebra l’importanza. Ma cosa si intende veramente con l’espressione coming out?

E’ un modo di dire che deriva dall’inglese “coming out of closet“, che letteralmente significa “uscire dall’armadio a muro”, ma comunemente con esso si intende “uscire allo scoperto”. Infatti, fare coming out significa dichiarare agli altri la propria omosessualità, bisessualità o identità di genere.

Il coming out è l’esito di un lunghissimo percorso caratterizzato da esplorazioni, consapevolezze e integrazione dell’identità sessuale. Tutto inizia con la pubertà quando corpo, psiche e relazioni cambiano repentinamente e ci poniamo domande su chi siamo e chi saremo. Non tutti riescono a rispondere sinceramente a domande sulla propria identità sessuale e affermano a se stessi e agli altri risposte che non gli appartengono. Sono tantissime le persone che per lungo tempo cercano di far rientrare le proprie scelte nei canoni eterosessisti imposti dalla società, dove la cosiddetta “diversità sessuale” non è vista come una possibilità alternativa e naturale dell’identità. Interiorizzare la non accettazione o non tolleranza sociale porta a sviluppare o una negazione della propria reale identità sessuale o una concezione negativa di se stessi.

Il percorso del coming out non è uguale per tutti, per alcuni può essere lineare, per altri più tortuoso: la letteratura psicologica ha provato a schematizzare questo tragitto in un modello costituito da più fasi:

Fase del pre-coming out: in questo primo momento le persone non eterosessuali vivono un profondo disagio perché si sentono diversi dagli altri e vivono con timore le attrazioni verso persone del proprio sesso. È frequente cercare di nascondere comportamenti che possono far trapelare i propri pensieri e sentimenti che divengono depressivi, addirittura ci sono casi in cui il disagio viene somatizzato.

Fase della confusione: si vive una gran difficoltà a riconoscere la propria attrazione verso le persone dello stesso sesso e si cerca di allontanare i sentimenti omoerotici. In questo momento solitamente si cercano relazioni eterosessuali per sentirsi accettati dalla società, evitando di guardare se stesso come omosessuale. Per tenere fuori dalla porta l’omosessualità si ricorre spesso all’abuso di varie sostanze come alcool o droghe, si consultano professionisti per rafforzare il proprio apparente orientamento eterosessuale. Sfuggendo in ogni modo alla propria natura si incrementa l’alienazione dagli altri.

Fadda2 fasi coming outFase dell’esplorazione: è il momento in cui si inizia ad ammettere di essere omosessuali e ad accettare la nuova identità che si sta scoprendo. Solitamente c’è un allontanamento dalla famiglia o dagli amici per iniziare a frequentare la comunità omosessuale ed è il momento della prima esperienza con persone dello stesso sesso. Si iniziano a porre le basi per l’autoaffermazione di sé come omosessuale anche se possono continuare ad essere presenti ansie, comportamenti e sentimenti ambivalenti.

Fase dell’accettazione: si passa al consolidamento dell’identità omosessuale e cresce sempre più il bisogno di dichiararsi e di mettere a tacere i disagi rispetto la doppia vita che era stata creata. Si incrementano le frequentazioni di amicizie con persone omosessuali, insorgono sempre più i desideri e i bisogni sessuali e diventa sempre più grande la necessità di vivere una relazione intima. La propria identità omosessuale inizia ad essere vissuta come naturale, normale e valida, cresce il desiderio di svelarsi con persone eterosessuali e si impara a selezionare gli ambienti per aprirsi emotivamente e per manifestare i propri bisogni fisici e sessuali, fondamentali per la propria crescita.

orgoglioFase dell’orgoglio: si stabilisce la preferenza per la propria identità omosessuale rispetto a quella eterosessuale che solitamente si manifestata con una totale immersione nella cultura omosessuale. In questa fase sembrano riemergere le sensazioni e i sentimenti negativi e angosciosi vissuti in passato e per reagire e riscattarsi da essi si può incorrere in una svalutazione del mondo eterosessuale.

Fase dell’integrazione: l’omosessualità non occupa un ruolo primario ed esclusivo, ma si va ad uniformare con le altre parti dell’identità. Questo fa sì che venga fuori una personalità poliedrica ed eterogenea dove non c’è più l’opprimente bisogno di rivendicare l’orgoglio e la rabbia, si riconosce la controparte eterosessuale e la propria omosessualità viene dichiarata in maniera automatica, poichè si è maturata sicurezza e consapevolezza della propria identità e si è favorito l’integrazione della propria persona nel contesto sociale.

Il coming out conduce alla stabilità e alla realizzazione della persona, è un cammino di rivelazione che permette di conoscersi e accettarsi per quello che si è, così da farsi riconoscere e accettare dagli altri.

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