Home AuthorCinzia Cicatelli HOW I MET LITERATURE e abbandonai il sogno di diventare scienziata!

HOW I MET LITERATURE e abbandonai il sogno di diventare scienziata!

di Cinzia Cicatelli

Ragazzi, oggi voglio parlarvi di come volevo diventare ginecologa/scienziata e poi sono finita ad odiare Madre Natura e a rifugiarmi sotto le dolci coltri della letteratura.

Era l’inverno del 1997, ero in quinta elementare (o forse era il 1996? Non me lo ricordo!) ed è lì che ho la prima reminiscenza del tipo: “Mamma, ho deciso! Da grande voglio far nascere i bambini”. Parole testuali di una grassottella secchiona che voleva (già all’epoca) fare la ribelle. La realtà è che pensavo che essere una scienziata fosse una cosa da maschi, quindi una cosa veramente figa (come si cambia con gli anni!) e mentre le mie amichette giocavano con le Barbie, io volevo attirare le attenzioni di papà giocando nei cortili a palla avvelenata e a mutandone. Comunque, alle fatidiche parole “far nascere i bambini” gli occhi di mia madre si illuminarono come non ho mai più visto in tutta la mia vita e fu così che mio padre a natale un paio di mesi dopo mi regalò un microscopio semi-professionale per coltivare la mia passione (questo in foto, i miei lo conservano ancora perché “non si sa mai”).literature 2EXCURSUS. Sappiate che 12 anni dopo, nel giorno della mia laurea triennale in Lingue e Letterature Straniere cum laude, al ritorno a casa mio padre ha osato chiedermi: “Ma adesso non puoi specializzarti in medicina?”. TRUE STORY. Ma torniamo a noi e a come da aspirante medico, con delusione magna dei miei vecchi, mi sono trasformata in una amante della letteratura.

Continuavo i miei studi impegnandomi in maniera spasmodica a risolvere le 4 operazioni e a imparare le tabelline (si limitano a queste, tutt’oggi, le mie conoscenze matematiche). Passavo i miei pomeriggi a imparare con fatica le paginette di scienze, a capire cosa fosse la clorofilla, i terremoti e la deriva dei continenti. Sudavo freddo. Ma non mi davo per vinta. Io volevo fare la SCIENZIATA (ovviamente nella mia testolina di dieci anni non era netta la differenza tra MEDICO e SCIENZIATO. In realtà era il microscopio a mandarmi in confusione… con il senno di poi, però, ho capito che volendo diventare ginecologa, i miei poveri genitori che cosa potevano mai regalarmi? Non mi sembrava il caso di ricevere uno speculum o un divaricatore!).

Ok, scusate le continue digressioni e arriviamo al punto. Ecco il punto è arrivato il giorno del primo quadrimestre della quinta elementare. Arrivo a scuola con molto anticipo (l’estrema puntualità è un vizio inculcatomi da mia madre) e dopo una mezz’ora il tanto agognato colloquio con la maestra di italiano Angela Margherita, a quei tempi coordinatrice di classe. Vedo la pagella: tutti OTTIMO, un solo DISTINTO in scienze e un solo BUONO: matematica. PANICO. Ore e ore con quei maledetti vetrini con parti di libellula buttati nel (si può dire cesso? Meglio gabinetto, è più fine, in fondo adesso sono una letterata :P). Ore e ore di problemini da risolvere e calcoli buttati anche quelli nel WC e poi tutta quella parte pallosissima sulle piante, gli animali, la terra e il sole che avevo faticosamente e inutilmente imparato. Eccolo il punto. Il FATICOSAMENTE.

– Signora, Cinzia è davvero una bimba modello. E’ bravissima in tutte le materie, eccelle soprattutto in italiano.

– Maestra, ma come è possibile? Mia figlia dice che il suo sogno è “far nascere i bambini” – di nuovo lo sguardo in brodo di giuggiole – e passa tutti i pomeriggi a studiare scienze. Le abbiamo comperato anche un microscopio!

– Signora, Cinzia è brava in scienze, ha anche buoni voti. Però ha una maggiore inclinazione per le materie umanistiche e soprattutto ottime attitudini alla scrittura. I suoi temi sono molto buoni per una bambina della sua età, quello su Coccolino – ve lo ricordate l’orsacchiotto dell’ammorbidente? Era il mio eroe da bambina, non dormivo senza e… vabbè ma questa è un’altra storia – il suo tema su Coccolino l’ho portato a leggere nelle altre classi. È davvero notevole. Credo che dopo le scuole medie Cinzia andrà sicuramente al Liceo Classico…

Un’ora dopo, a casa, papà vede la pagella e mamma lo ragguaglia su quello che ha detto la maestra. Papà mi mette la mano sulla spalla (come succede nei film) e prosaicamente mi dice:

Bell a papà, nun ‘a penzà proprj ‘a maestr! Tu studia’a matematic che poi addivient dottoressa e papà ti compra na bella targhetta dorat, la mettiamo giù al palazzo con scritto “Dott.ssa Vincenzina Cicatelli, ginecologa”. Puoi pure scrivere Cinzia se nun t piace Vincenzina! Hai capit?

Annuii e un po’ confusa andai in cameretta. In effetti la maestra non aveva tutti i torti. Quando tornavo da scuola facevo sempre per prima i compiti di italiano, cioè la parte “più facile e più bella dei compiti”. Per prima cosa grammatica: “una figata”. Poi il riassunto: “e che ci vuole!”. Infine il tema: “che bellezza, ci metto 5 minuti!”. Finito italiano, prendevo il quaderno a quadretti e mi veniva lo sconforto. Provavo e riprovavo e alla fine ci riuscivo, ma FATICOSAMENTE.

E sapete cosa facevo quando non giocavo a pallone? Guardavo TOPOGIGIO su RAI1 che metteva in scena gli antichi miti. E mi piaceva troppo! Tutte le storie su Zeus, Ade (il mio preferito) e gli altri dei. Poi quando avevo un po’ di tempo libero leggevo i libri, che mi regalava mia zia: i classici della letteratura in edizione per i bambini.

literatureA me piace sentire e raccontare storie. Soprattutto se fantastiche. Nel febbraio del 2009 mi sono laureata in Mediazione Linguistica e Culturale, e sapete su cosa verteva la mia tesi di laurea? Sulla MITOLOGIA EGIZIA. Ma anche questa è un’altra storia…

È stato così che alla fine ho incontrato la LETTERATURA – this is how I Met Literature – e di come la mia carriera da ginecologa è stata stroncata dalla mia maestra delle elementari. FINE. 

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