Blocco del lettore: come debellare la malattia in 3 semplici mosse

Oggi vi parlo di una piccola, probabilmente rara, ma pericolosa patologia: il blocco del lettore. Questo problema, non noto a tutti e spesso lasciato passare in sordina, nasconde gravi insidie per chi ama leggere, privandolo temporaneamente di uno dei piaceri più grandi della vita.

Si parla spesso di blocco dello scrittore, io stessa ci ho dedicato un post qualche mese fa, dando consigli (spero) utili per risolvere il problema, indirizzandomi soprattutto “agli addetti ai lavori”: blogger, copywriter, giornalisti e scrittori. Tuttavia, avevo sottovalutato la pericolosità dell’altro blocco, un nemico invisibile e sconosciuto, quello che riesce anche per poco tempo a far perdere la voglia di leggere al lettore più incallito. Sacrilegio! Ebbene sì, il rischio esiste ed è successo proprio a me, qualche settimana fa, per la prima volta. E visto che molte malattie sono contagiose, non si sa mai, tenetevi pronti.

Avete presente lo sconforto di passare da un libro all’altro ma, niente, nessuna emozione, non una briciola di curiosità, nessuna “fame” che vi divora per arrivare all’ultima agognata pagina del tomo?

Solo una profonda noia che vi pervade, quasi un disgusto per quella che è la vostra grande passione? Ovviamente, la prima cosa che balena in mente è che la colpa sia solo di QUEL LIBRO appena iniziato, sfogliato per caso, e pensi “cheerroreaverlocomprato, soldibuttati, losapevochenonmisarebbepiaciuto”. Ma non è così. Passi al “grande capolavoro”, un cult, un classico e non funziona. E nemmeno il tuo “scrittore preferito” riesce a tirarti fuori dal tunnel, anzi ti sembra quasi deludente, chenonscrivepiùcomeprima.

È una sensazione davvero bruttissima, una sorta di maledizione, un loop nefasto.

Come fare a risolvere il blocco del lettore, allora? È un po’ come combattere l’influenza, bisogna seguire una piccola cura, ma questa, vi assicuro, ha un sapore sicuramente migliore dei farmaci :

1. Riconoscere la malattia, alias “Se Maometto non va alla montagna, la montagna va da Maometto”.

Se nella vostra libreria non c’è niente che vi “ispira”, nonostante la pila di tomi in attesa di esser letti e quelli che meriterebbero una rilettura, allora è probabile che abbiate contratto il virus. Cosa si fa quando si teme una malattia? Si va dal medico, che nel nostro caso è la libreria. Una volta lì, non abbiate paura se niente sembra attirarvi, iniziate magari da un segnalibro sfizioso o un’agenda per appuntare le vostre recensioni private, o un libro che vi piace solo per la copertina e fatevi un regalino, coccolatevi, riappacificatevi con questo mondo. Riconoscere di avere un problema è il primo passo per la guarigione.2. Lascia sfogare la malattia, alias “Finché la barca va, lasciala andare”.

Non so se citare Orietta Berti possa ledere la credibilità del secondo punto, ma sono le parole più calzanti (ci sarebbe anche Let it be, ma la malinconia dei Beatles cozza con la positività necessaria per debellare una malattia). Inutile accanirsi contro se stessi e autoflegellarsi con punizioni psico-corporali: parliamoci chiaro, nella fase debilitante di una malattia non si può certo gareggiare in una maratona, ma bisogna lasciare che faccia il suo corso. Quindi se c’avete il blocco del lettore, inutile tentare con “L’Ulisse” o “Guerra e Pace”. Puntate su libri piacevoli e brevi, magari racconti o poesie che vi possano sedurre con l’ilarità e la leggerezza,  provate con i dolci tappabuchi letterari, come quegli snack leggeri che fanno passare l’appetito senza gonfiare. A tal proposito mi viene da consigliare Il bar sotto al mare di Stefano Benni oppure Viaggi del tempo immobile di Vecchioni o qualcosa di Philippe Delerm. Prendete il bel segnalibro appena acquistato e piazzatelo pieni d’orgoglio nella prima pagina del vostro scintillante libro. Il mood giusto conta per sentirsi meglio.3. Rimettiti in forma, alias “Anche l’occhio vuole la sua parte (magari pure lo stomaco)”.

Ce l’abbiamo quasi fatta, per la guarigione definitiva occorre una piccola spintarella finale: il peggio è passato, ora avete un libro carino che vi aspetta (ma che non vi accende troppe aspettative, mi raccomando) e l’accessorio giusto che dà quel pizzico in più. Cosa manca? Il momento giusto. Dopo che si è stati chiusi un settimana a letto con la febbre cosa si fa di solito? Ci si imbelletta e si va nel posto che ti è mancato, quello che ti fa sentire bene. Nel nostro caso può essere una biblioteca, una caffetteria, un parco o un angolo della casa. Preparatevi un buon thé, i biscotti a portata di mano, mettetevi comodi, spegnete i contatti con il mondo e voilà… il gioco è fatto!

Blocco del lettore sparito e siete pronti per una nuova maratona… di libri!

Cinzia Cicatelli: Scrivo, ovunque e comunque. Per diletto e per professione. Mi piacciono le leggende e la cioccolata. Le opere post-moderniste. Il rumore dei passi su un palcoscenico. Gli anni ’30-’40. Inventare storie. Le foto sfocate. I film con finale aperto. I viaggi in treno. L’odore delle città. L’insolito nelle persone. Il cielo.

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