La nostra intervista ad una ballerina di grande talento: Lucia Cinquegrana.
Nome: Lucia Cinquegrana
Età: 24 anni
Luogo di residenza: Frattamaggiore (NA)
Studi: Laurea Triennale in Lingue e Letterature Straniere a L’Orientale di Napoli
Talento: Danza
Altre passioni: Viaggiare, cantare, arte in genere, fotografia.
1. Quando hai iniziato a danzare?
La prima volta che sono entrata in una vera sala di danza, con tanto di parquet, specchi e sbarre su ogni lato della stanza, avevo appena tre anni. Mia madre mi ha raccontato che fin da piccolissima bastava una semplice nota musicale a farmi muovere e ballare, non molto diverso da oggi, direi. Così, ha deciso di portarmi alla scuola di danza di mia zia Maria Rosaria Mancino per farmi frequentare le sue lezioni. E in quella sala è nato il mio amore per la danza. Era iniziato tutto come un gioco, un passatempo, non avrei mai creduto che potesse tramutarsi in qualcosa di più serio e concreto, anche perché ero una bambina e non ero molto informata sul mondo tanto bello quanto sacrificante della danza. Amavo ballare e questo mi bastava.
2. C’è stato un momento particolare in cui hai capito che la danza sarebbe dovuta diventare parte integrante della tua vita? Racconta un aneddoto.
Beh, sicuramente è cambiato tutto dal momento in cui decisi di fare un’audizione per la scuola del Real Teatro di San Carlo. O meglio, mia zia lo decise! Avevo dieci anni e, come ho detto prima, ero assolutamente ignara di cosa potesse celare questo mondo. Un bel giorno d’estate, mia zia, nonché maestra di danza, decise di portare un gruppo di ragazzine meritevoli della sua scuola a fare questo provino. Io ero nel gruppo. Ricordo di essere stata scaraventata in questa sala enorme, al cospetto di persone dallo sguardo severo che non facevano che scrutarmi. Non sono mai stata un tipo ansioso, e anche quella volta ero molto tranquilla. Sicuramente, la mia ignoranza mi ha aiutato molto in quel momento. Feci la mia audizione e mi dissero che potevo andare. Il momento in cui ho saputo di essere stata presa è stato esilarante! Ero a casa della mia amica Raffaella, la mia amichetta del cuore, ed entrambe aspettavamo il risultato dell’audizione. Una telefonata informò sua madre che era stata ammessa al primo corso regolare della scuola del teatro e in preda alla contentezza chiamammo subito mia madre per informarla dell’accaduto. Ma non appena rispose ci disse che il teatro aveva chiamato anche lei dicendole che anche io ero stata ammessa. La gioia fu infinita!
Dal momento in cui misi piede in teatro come allieva, capii che la danza non era più un passatempo, bensì una disciplina dura e impegnativa, ma non per questo iniziò a piacermi di meno. Anzi, aveva acquistato fascino.
3. Chi sono state le tue “muse ispiratrici”?
L’indiscutibile Sylvie Guillem. Gambe alte, piedi stratosferici, perfetta tecnicamente e fisicamente. In più sensuale ed espressiva. Guardavo e guardo ancora oggi i suoi video estasiata. È divina.
4. All’inizio come l’hanno presa i tuoi? E adesso invece come vedono la tua passione?
I miei genitori hanno fatto enormi sacrifici per far sì che io continuassi il mio cammino. Come ho detto prima, tutto è iniziato per caso, nella scuola di mia zia. Poi la svolta del San Carlo, le esibizioni, il diploma e le prime audizioni. Sono sempre stata una ragazzina molto autonoma, mi piaceva e mi piace fare le mie cose da sola. Ma, come potete immaginare, essendo così piccola, potevo tenere i miei genitori lontani fino ad un certo punto. Loro mi hanno seguita sempre, hanno lasciato scegliere me, ma mi hanno sempre sostenuta. Come ogni genitore che si rispetti, sono i miei primi fans…lo sono sempre stati e credo che lo saranno sempre.
5. Cosa hai provato durante la tua prima esibizione? Adesso le sensazioni a distanza di tempo sono ancora le stesse?
Beh, essendo molto piccola non ricordo assolutamente cosa ho provato nella mia prima esibizione. Sicuramente avrò affrontato la cosa con l’ingenuità e l’inconsapevolezza tipica dei bambini, quelle che permettono loro di viversi i momenti anche più difficili con assoluta non-chalance. Credo che sia stato proprio il fatto che io abbia iniziato così presto uno dei motivi per cui riesco a stare a mio agio sul palco. Sul palco ci sto bene e mi sento un’altra. Al di fuori sono abbastanza timida, anche se ci sto lavorando su. L’ultima esibizione, invece, è stata un paio di settimane fa a Città della Pieve con lo spettacolo “In…canto”, prodotto da Luigi Caiola, con coreografie di Vittorio Biagi, per il quale lavoro da ormai 3 anni. Sarà che amavo le musiche, sarà che adoravo le coreografie, ma l’unica parola che mi viene per descrivere il modo in cui mi sentivo sul palco è VIVA.
6. Qual è stata la performance più importante per te?
Sicuramente non dimenticherò mai il mio passo d’addio. Era stato un anno intenso, pieno di sacrifici, difficile. Ma nulla ripaga quanto un lavoro duro e fatto col cuore. Era il mio momento. Avevo tante coreografie da ballare, ancora oggi non so come ho fatto a ricordarle tutte! Ma le conoscevo una ad una; ogni passo era stampato nella mia mente. L’ emozione che ho provato quella sera è stata immensa, ad ogni movimento. Ma l’apice l’ho raggiunto quando ho ballato il passo a due che Alessandro Urso, ballerino e coreografo fantastico e persona meravigliosa, aveva creato per me, accompagnata dal ballerino Christian Bevilacqua. Un passo a due energico, dinamico, sensuale che mi ha fatto scoprire lati di me che non conoscevo.
Mai prima di allora non avevo mai immaginato di poter vivere di danza, nel senso meno poetico del termine. Alessandro ha sempre creduto in me ed è grazie a lui che oggi lavoro con un coreografo del calibro di Vittorio Biagi che fa parte della storia della danza. Ovviamente, ogni nuova performance mi dona emozioni diverse, ma questa è indubbiamente quella più importante, anche perché senza un punto essenziale della mia carriera e della mia presa di coscienza. Un punto di partenza.
7. Qual è stata la coreografia o lo spettacolo in cui hai più “messo l’anima”, e perché?
Decisamente “T’ammore”! è uno spettacolo coreografato da Vittorio Biagi, un progetto a lungo termine che vede sul palco un corpo di ballo e dei bravissimi musicisti e cantanti. Ci lavoriamo da anni e quest’anno il progetto è pronto a partire alla conquista dei vari teatri del mondo. È uno spettacolo che adoro perché parla di Napoli, la mia città di cui sono innamorata follemente. Sono spesso fuori Napoli e amo molto viaggiare e vedere posti nuovi. Ma quando torno a casa mi rendo conto che Napoli è unica, nei suoi pregi e nei suoi difetti.
Quando abbiamo iniziato a lavorare a questo progetto, le musiche, i suoni, le movenze che il coreografo ci richiedeva, mi hanno fatto sentire a casa. è uno spettacolo che sento mio e credo che questa cosa si riesca a vedere anche sul palco.
8. Con chi ti piacerebbe danzare e a quale spettacolo ti piacerebbe far parte?
Con tutti! Davvero! Sono una persona aperta ad ogni nuova esperienza della vita in genere e questa cosa si ripercuote anche nella danza. Mi piacerebbe sperimentare e sperimentarmi in qualsiasi cosa. Dal classico all’hip hop, dal jazz al tango, dai balli di folklore alla breakdance! Per me sono tutte cose che vale la pena imparare. Lo so, sono un po’ esagerata, ma è veramente così!
9. Cosa ha significato e cosa significa ora danzare per te?
Credo si sia evinca da come ne parlo. Non riuscirei più a tornare indietro. È un circolo vizioso. In tutta la mia vita un solo ed unico anno ho smesso di danzare per problemi personali, credendo di poterne fare a meno. Mi sbagliavo di grosso!
10. 3 cose positive della danza, 3 negative.
Dico sempre che il mestiere della ballerina è il mestiere perfetto per me per tre motivi: mi si chiede di stare in una sala e ballare tutto il giorno, tutti i giorni; si viaggia molto; mi pagano per fare queste cose! Le cose negative potrebbero essere: i sacrifici che bisogna fare, e sono tanti; stress mentale e fisico; il fatto che questo mestiere viene spesso sottovalutato.
11. Quali sono i tuoi futuri progetti?
Con la compagnia di Vittorio Biagi abbiamo atto due progetti a lungo termine, uno dei quali è “T’ammore” di cui vi ho parlato prima. Quindi sarò impegnata questi spettacoli per un po’ di tempo.
12. Qual è il tuo sogno nel cassetto ?
Vivere una vita piena ed essere, alla fine, soddisfatta di tutto ciò che ho fatto.
13. Le tue prossime date.
Il 15 Agosto, invece del falò, venite tutti a Siano, in provincia di Avellino, a vedere il nostro spettacolo. Proporremo proprio “T’ammore”, per la prima volta in Campania.
Da Cult in bocca al lupo per la tua carriera Lucia Cinquegrana!