Rimanere legati alla corda della propria rassicurante astronave o lasciarsi andare alla vastità dell’universo con tutte le sue imprevedibili incognite? O, in altre parole, rimanere fedeli a se stessi o sperimentare nuovi, ma talvolta azzardati, orizzonti che rischiano di compromettere la propria credibilità? E’ con questa allegoria raccontata nella sua ultima striscia che Michele Rech, in arte Zerocalcare, ha annunciato ai suoi lettori che verrà tratto un film da La Profezia della dell’Armadillo, suo primo libro a fumetti e successo commerciale che ha superato le ben più rosee aspettative di editori e critici. La regia è affidata a Valerio Mastandrea, mentre, oltre al regista, Johnny Palomba e Oscar Gliotila affiancano il fumettista romano per una sceneggiatura a otto mani.
E’ successo con Mark Millar, con Edgar Wright, addirittura con Alan Moore (anche se poi ha rinnegato quasi tutto quello di suo che è stato riprodotto su celluloide): se in America la trasposizione cinematografica di un’opera sembra diventato quasi un passo naturale per decretare il successo di autore di fumetti, la stessa regola non vige in Italia, dove entrambi i mercati sono ben più selettivi e chiusi, meno predisposti a fertili scambi. Di recente ci ha provato Gipi, autore osannato per i suoi graphic novel, che però con L’Ultimo Terrestre, suo esordio alla regia, ha lasciato in molti freddi e delusi. A volte basta poco per fare il passo più lungo della gamba e bruciarsi la credibilità con fatica costrutita, nonostante le buone intenzioni.
Ecco perchè Zerocalcare nella striscia confessa che finora ha voluto evitare la morsa, mascherata da lusinga, del marketing, del merchandising e del mondo dell’entertainment temendo di compromettersi, di svalorizzare la qualità della sua opera, di bruciarsi la carriera abbracciando il guadagno facile sulla scia del successo momentaneo. Perché in quell’astronave, che rappresenta il suo blog, il suo lavoro meglio riuscito, e in un certo senso anche la sua vita, c’è tutto il suo cuore e non se l’è mai sentita di svendere la sua anima di china e pixel. Ma le cose possono cambiare se a telefonarti è uno come Mastandrea e la sua proposta sembra in linea con la tua sensibilità artistica. Zerocalcare ha deciso di “donare” al cinema la sua opera prima, quella profezia dell’armadillo, che scopriamo essere “qualsiasi previsione ottimistica fondata su elementi soggettivi e irrazionali spacciati per logici e oggettivi, destinata ad alimentare delusione, frustrazione e rimpianti, nei secoli dei secoli. Amen”
Sperando che non sia il caso di questa trasposizione, aspettiamo trepidamente la data di uscita del film!
